Attraverso una rinnovata lettura delle fonti giuridiche, storiche, letterarie, epigrafiche e papirologiche si snoda una ricostruzione della storia plurisecolare della disciplina del domicilium, le cui origini, semantiche e giuridiche, risalgono al III sec. a.C. ai tempi di Plauto. L'esplosione dei traffici commerciali, le trasformazioni economico-sociali, la fondazione di coloniae e dunque l'immigrazione verso Roma e da Roma verso i territori soggetti all'imperium di questa, fecero del domicilium un istituto essenziale, per certi versi centrale, nell'ordinamento giuridico romano nel molteplice atteggiarsi del rapporto tra individuo e Stato. Dall'ambito del processo civile (forum domicili) a quello fdel luogo di adempimento delle obbligazioni (il domicilium come locus solutionis), a quello squisitamente amministrativo dell'appartenenza di un individuo a un territorio ai fini della prestazione degli obblighi (munera), il domicilio romano finì presto per costituire un tema su cui si incentrò la riflessione giurisprudenziale classica e l'attività normativa imperiale, soprattutto da Adriano ai Severi. Nell'assetto definitivo della sua disciplina sopravvissuta nei testi della giurisprudenza classica il domicilium appare costituito da due elementi, uno materiale, e un altro intenzionale che insieme offrono la rappresentazione di una configurazione avanzata e in un certo senso ancor oggi attuale dell'istituto come diritto della persona. E in questa prospettiva l'indagine ha attraversato pure quei profili del diritto penale e criminale, per i quali si stagliava una concezione del domicilio assai più larga, quale sfera territorialmente protetta, o di libertà garantita, della persona del cittadino, con tratti di straordinaria analogia con le moderne concezioni costituzionali.
Domicilium habere. Persona e territorio nella disciplina del domicilio romano
LICANDRO O.
2004-01-01
Abstract
Attraverso una rinnovata lettura delle fonti giuridiche, storiche, letterarie, epigrafiche e papirologiche si snoda una ricostruzione della storia plurisecolare della disciplina del domicilium, le cui origini, semantiche e giuridiche, risalgono al III sec. a.C. ai tempi di Plauto. L'esplosione dei traffici commerciali, le trasformazioni economico-sociali, la fondazione di coloniae e dunque l'immigrazione verso Roma e da Roma verso i territori soggetti all'imperium di questa, fecero del domicilium un istituto essenziale, per certi versi centrale, nell'ordinamento giuridico romano nel molteplice atteggiarsi del rapporto tra individuo e Stato. Dall'ambito del processo civile (forum domicili) a quello fdel luogo di adempimento delle obbligazioni (il domicilium come locus solutionis), a quello squisitamente amministrativo dell'appartenenza di un individuo a un territorio ai fini della prestazione degli obblighi (munera), il domicilio romano finì presto per costituire un tema su cui si incentrò la riflessione giurisprudenziale classica e l'attività normativa imperiale, soprattutto da Adriano ai Severi. Nell'assetto definitivo della sua disciplina sopravvissuta nei testi della giurisprudenza classica il domicilium appare costituito da due elementi, uno materiale, e un altro intenzionale che insieme offrono la rappresentazione di una configurazione avanzata e in un certo senso ancor oggi attuale dell'istituto come diritto della persona. E in questa prospettiva l'indagine ha attraversato pure quei profili del diritto penale e criminale, per i quali si stagliava una concezione del domicilio assai più larga, quale sfera territorialmente protetta, o di libertà garantita, della persona del cittadino, con tratti di straordinaria analogia con le moderne concezioni costituzionali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.