Introduzione. Il forame ovale pervio (PFO) è un noto fattore di rischio per ictus ischemico e per altre patologie emboliche come infarto del miocardio, embolia polmonare, malattia da decompressione dei subacquei e, molto più raramente, ischemia degli arti. Riportiamo il caso di una donna con PFO ed aneurisma del setto interatriale (ASA) che ha riportato un infarto miocardico acuto (IMA) giovanile e un’ischemia transitoria dell’arto superiore sinistro. Case report. Una donna di 55 anni è giunta alla nostra osservazione per comparsa improvvisa di algie e pallore all’arto superiore sinistro associate a sensazione di pesantezza. Una settimana prima del ricovero aveva presentato un episodio di addominalgia e stipsi ostinata per cui aveva eseguito in regime di urgenza ecografia ed Rx addome, risultati nella norma. In anamnesi un pregresso IMA all’età di 35 anni nel puerperio, per cui assumeva terapia antiaggregante. Non presentava fattori di rischio cardio e cerebrovascolari. All’esame obiettivo l’arto si presentava pallido ed ipotermico al termotatto, soprattutto distalmente, ed il polso radiale era anisosfigmico rispetto al controlaterale. L’esame neurologico era nella norma. La TC encefalo eseguita in Pronto Soccorso era negativa per eventi acuti. Durante il ricovero ha eseguito: esami bioumorali, incluso lo screening trombofilico e la ricerca di patologie autoimmuni, risultati nella norma; era presente invece un aumento dei valori di D-Dimero (2207 ng/ml); ECG ed ecocolor Doppler dei tronchi sovraortici erano nella norma; l’Holter ECG evidenziava brevi run di sporadiche extrasistolie sopraventricolari. Il doppler transcranico (TCD) con contrasto gassoso ha evidenziato la presenza di shunt destro-sinistro latente (Fig. 1), per cui è stato eseguito ecocardiogramma transesofageo risultato positivo per PFO durante manovra di Valsalva, associato ad ampio ASA (Fig. 2). La sintomatologia è regredita completamente durante la degenza ed il doppler arterioso dell’arteria brachiale ha dimostrato la ricanalizzazione completa del vaso. Bibliografia: (1) Dao CN, Tobis JM. PFO and paradoxical embolism producing events other than stroke. Catheter Cardiovasc Interv. 2011;77(6):903-9. Discussione. Il caso riportato è quello di una donna senza fattori di rischio vascolari che ha presentato un IMA puerperale all’età di 35 anni ed un’embolia nel territorio dell’arteria brachiale sinistra a 55 anni, verosimilmente preceduto da un episodio embolico a livello mesenterico. In considerazione del fallimento della terapia antiaggregante, è stata introdotta terapia con Clopidrogrel ed è stata indicata la chiusura transcatetere del PFO. Questo case report supporta l’ipotesi che l’embolia paradossa attraverso il PFO possa essere un potenziale meccanismo patogenetico, oltre che per l’ictus ischemico, anche per patologie ischemiche degli arti, del miocardio e di altri organi (1). Pertanto, il TCD con contrasto gassoso dovrebbe essere eseguito anche in soggetti con embolie al miocardio o periferiche criptogeniche, per una adeguata e mirata strategia di prevenzione secondaria vascolare.

Forame ovale pervio quale causa di infarto miocardico ed ischemia acuta periferica

Lanza G
Primo
;
2011-01-01

Abstract

Introduzione. Il forame ovale pervio (PFO) è un noto fattore di rischio per ictus ischemico e per altre patologie emboliche come infarto del miocardio, embolia polmonare, malattia da decompressione dei subacquei e, molto più raramente, ischemia degli arti. Riportiamo il caso di una donna con PFO ed aneurisma del setto interatriale (ASA) che ha riportato un infarto miocardico acuto (IMA) giovanile e un’ischemia transitoria dell’arto superiore sinistro. Case report. Una donna di 55 anni è giunta alla nostra osservazione per comparsa improvvisa di algie e pallore all’arto superiore sinistro associate a sensazione di pesantezza. Una settimana prima del ricovero aveva presentato un episodio di addominalgia e stipsi ostinata per cui aveva eseguito in regime di urgenza ecografia ed Rx addome, risultati nella norma. In anamnesi un pregresso IMA all’età di 35 anni nel puerperio, per cui assumeva terapia antiaggregante. Non presentava fattori di rischio cardio e cerebrovascolari. All’esame obiettivo l’arto si presentava pallido ed ipotermico al termotatto, soprattutto distalmente, ed il polso radiale era anisosfigmico rispetto al controlaterale. L’esame neurologico era nella norma. La TC encefalo eseguita in Pronto Soccorso era negativa per eventi acuti. Durante il ricovero ha eseguito: esami bioumorali, incluso lo screening trombofilico e la ricerca di patologie autoimmuni, risultati nella norma; era presente invece un aumento dei valori di D-Dimero (2207 ng/ml); ECG ed ecocolor Doppler dei tronchi sovraortici erano nella norma; l’Holter ECG evidenziava brevi run di sporadiche extrasistolie sopraventricolari. Il doppler transcranico (TCD) con contrasto gassoso ha evidenziato la presenza di shunt destro-sinistro latente (Fig. 1), per cui è stato eseguito ecocardiogramma transesofageo risultato positivo per PFO durante manovra di Valsalva, associato ad ampio ASA (Fig. 2). La sintomatologia è regredita completamente durante la degenza ed il doppler arterioso dell’arteria brachiale ha dimostrato la ricanalizzazione completa del vaso. Bibliografia: (1) Dao CN, Tobis JM. PFO and paradoxical embolism producing events other than stroke. Catheter Cardiovasc Interv. 2011;77(6):903-9. Discussione. Il caso riportato è quello di una donna senza fattori di rischio vascolari che ha presentato un IMA puerperale all’età di 35 anni ed un’embolia nel territorio dell’arteria brachiale sinistra a 55 anni, verosimilmente preceduto da un episodio embolico a livello mesenterico. In considerazione del fallimento della terapia antiaggregante, è stata introdotta terapia con Clopidrogrel ed è stata indicata la chiusura transcatetere del PFO. Questo case report supporta l’ipotesi che l’embolia paradossa attraverso il PFO possa essere un potenziale meccanismo patogenetico, oltre che per l’ictus ischemico, anche per patologie ischemiche degli arti, del miocardio e di altri organi (1). Pertanto, il TCD con contrasto gassoso dovrebbe essere eseguito anche in soggetti con embolie al miocardio o periferiche criptogeniche, per una adeguata e mirata strategia di prevenzione secondaria vascolare.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/372393
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