Il presente scritto discute, attraverso esempi concreti, la possibilità di attuare politiche rigenerative attraverso strumenti non tecnocratici (Fischer, 2009) al fine di trattare specifiche criticità ambientali, sociali ed economiche, mettendo a fuoco la relazione co-evolutiva tra le dinamiche naturali e quelle antropiche. Lo scritto parte da un presupposto: i sistemi fluviali, per la propria complessità, sono al contempo uno specchio visibile delle dinamiche tra attori e un indicativo banco di prova per verificare la democraticità delle strutture organizzative. Nella trattazione, il conflitto è inteso come opportunità di emersione delle dinamiche di potere reali che causano l'esclusione di soggetti marginali dai processi collaborativi; al contempo i processi collaborativi inclusivi sono intesi come possibili brecce di opportunità per catalizzare il dialogo tra diversi attori nella costruzione di sistemi socio-ecologici resilienti. Lo scritto trova argomentazione pratica attraverso uno Studio di Caso (Yin, 1984; Flyvbjerg, 2004) svolto nello Stato del Mississippi i cui confini politici circoscrivono l'unità d'analisi per sostanziare la riflessione su conflitto/collaborazione; lo scritto trova altresì argomentazione pratica attraverso la narrazione autobiografica di un'esperienza di Ricerca-Azione (Whyte, 1997) svolta nell'ambito del Patto di Fiume Simeto (Gravagno, Saija, Pappalardo, 2011), al contempo un Contratto di Fiume e un processo/piano di sviluppo locale nato dal basso, accompagnato da ricercatori universitari interessati all'ingaggio di diversi attori nella costruzione di un percorso di cooperazione tra cittadini e Istituzioni volto ad attuare possibili processi rigenerativi condivisi.
Ricominciare dai fiumi. Processi di comunità per innescare cambiamenti in sistemi socio-ecologici critici
Pappalardo Giusy
Primo
2017-01-01
Abstract
Il presente scritto discute, attraverso esempi concreti, la possibilità di attuare politiche rigenerative attraverso strumenti non tecnocratici (Fischer, 2009) al fine di trattare specifiche criticità ambientali, sociali ed economiche, mettendo a fuoco la relazione co-evolutiva tra le dinamiche naturali e quelle antropiche. Lo scritto parte da un presupposto: i sistemi fluviali, per la propria complessità, sono al contempo uno specchio visibile delle dinamiche tra attori e un indicativo banco di prova per verificare la democraticità delle strutture organizzative. Nella trattazione, il conflitto è inteso come opportunità di emersione delle dinamiche di potere reali che causano l'esclusione di soggetti marginali dai processi collaborativi; al contempo i processi collaborativi inclusivi sono intesi come possibili brecce di opportunità per catalizzare il dialogo tra diversi attori nella costruzione di sistemi socio-ecologici resilienti. Lo scritto trova argomentazione pratica attraverso uno Studio di Caso (Yin, 1984; Flyvbjerg, 2004) svolto nello Stato del Mississippi i cui confini politici circoscrivono l'unità d'analisi per sostanziare la riflessione su conflitto/collaborazione; lo scritto trova altresì argomentazione pratica attraverso la narrazione autobiografica di un'esperienza di Ricerca-Azione (Whyte, 1997) svolta nell'ambito del Patto di Fiume Simeto (Gravagno, Saija, Pappalardo, 2011), al contempo un Contratto di Fiume e un processo/piano di sviluppo locale nato dal basso, accompagnato da ricercatori universitari interessati all'ingaggio di diversi attori nella costruzione di un percorso di cooperazione tra cittadini e Istituzioni volto ad attuare possibili processi rigenerativi condivisi.File | Dimensione | Formato | |
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