Le aree urbane in gran parte sono costruite su sistemi artificiali, quindi non naturalmente resilienti, aumentando i rischi per la salute associati alle isole di calore, al riscaldamento globale, all’aumento delle polveri e degli inquinanti in genere o agli eventi meteorologici estremi come le ben note bombe d’acqua. L’alta concentrazione di persone e edifici in un’area relativamente piccola determina, per la presenza di fattori di rischio, danni diretti alle infrastrutture e alle merci e un gran numero di effetti negativi sulla salute con aggravio economico. Molte malattie, tra le quali le patologie cardiache, neurologiche e alcune patologie tumorali, sono in aumento in relazione alla diffusione di alcuni inquinanti e all’aumento delle temperature. Il nostro gruppo di lavoro ha intrapreso numerosi studi epidemiologici indagando la relazione fra tali patologie e il particolato atmosferico, l’aumento delle temperature, l’inquinamento da metalli adsorbiti al microparticolato e altri inquinanti ambientali. Tutti gli studi hanno evidenziato una correlazione con l’esposizione a fattori di rischio ambientali consentendo di chiarire meglio alcuni meccanismi e di porre le basi per future sperimentazioni di approfondimento. In particolare i cambiamenti climatici hanno reso più importante il ruolo di alcuni microinquinanti in funzione della loro capacità di essere adsorbiti al micro e al macro particolato. La diffusione aerea di microplastiche libere o adsorbite (MP) e di microalghe (MA) e/o delle biotossine correlate rappresentano problemi emergenti ancora poco studiati. Le MP inalate o ingerite possono esercitare tossicità e contengono additivi chimici essendo, quindi, soggette a lisciviazione nell’ambiente. Le MP, derivando da numerosi prodotti in uso e, in una percentuale variabile, dal traffico su gomma, potrebbero portare a un’ampia gamma di risposte biologiche e patologiche. Misurare e valutare le vere concentrazioni di esposizione è stata una sfida scientifica che oggi può essere superata grazie ad una nuova richiesta italiana di brevetto (n. 812018000026526 del 7 maggio 2018). L’eutrofizzazione delle acque dolci legata anche ai cambiamenti climatici e in particolare al riscaldamento globale ha portato a una proliferazione algale potenzialmente dannosa sempre più frequente. La dispersione aerea di MA deriva da acque marine e da acque dolci superficiali naturali o artificiali utilizzate anche a scopo ricreativo e paesaggistico. Il trasporto, la deposizione, l’adattamento allo stress atmosferico e gli esiti di salute di MA sono oggi di interesse per la salute urbana. La letteratura e i nostri studi in corso di sviluppo permetteranno di ampliare lo spettro degli strumenti di mitigazione per prevenire i risultati sanitari riconosciuti.
Cambiamenti climatici ed impatti di salute
M. Ferrante;G. Oliveri Conti;M. Fiore
2018-01-01
Abstract
Le aree urbane in gran parte sono costruite su sistemi artificiali, quindi non naturalmente resilienti, aumentando i rischi per la salute associati alle isole di calore, al riscaldamento globale, all’aumento delle polveri e degli inquinanti in genere o agli eventi meteorologici estremi come le ben note bombe d’acqua. L’alta concentrazione di persone e edifici in un’area relativamente piccola determina, per la presenza di fattori di rischio, danni diretti alle infrastrutture e alle merci e un gran numero di effetti negativi sulla salute con aggravio economico. Molte malattie, tra le quali le patologie cardiache, neurologiche e alcune patologie tumorali, sono in aumento in relazione alla diffusione di alcuni inquinanti e all’aumento delle temperature. Il nostro gruppo di lavoro ha intrapreso numerosi studi epidemiologici indagando la relazione fra tali patologie e il particolato atmosferico, l’aumento delle temperature, l’inquinamento da metalli adsorbiti al microparticolato e altri inquinanti ambientali. Tutti gli studi hanno evidenziato una correlazione con l’esposizione a fattori di rischio ambientali consentendo di chiarire meglio alcuni meccanismi e di porre le basi per future sperimentazioni di approfondimento. In particolare i cambiamenti climatici hanno reso più importante il ruolo di alcuni microinquinanti in funzione della loro capacità di essere adsorbiti al micro e al macro particolato. La diffusione aerea di microplastiche libere o adsorbite (MP) e di microalghe (MA) e/o delle biotossine correlate rappresentano problemi emergenti ancora poco studiati. Le MP inalate o ingerite possono esercitare tossicità e contengono additivi chimici essendo, quindi, soggette a lisciviazione nell’ambiente. Le MP, derivando da numerosi prodotti in uso e, in una percentuale variabile, dal traffico su gomma, potrebbero portare a un’ampia gamma di risposte biologiche e patologiche. Misurare e valutare le vere concentrazioni di esposizione è stata una sfida scientifica che oggi può essere superata grazie ad una nuova richiesta italiana di brevetto (n. 812018000026526 del 7 maggio 2018). L’eutrofizzazione delle acque dolci legata anche ai cambiamenti climatici e in particolare al riscaldamento globale ha portato a una proliferazione algale potenzialmente dannosa sempre più frequente. La dispersione aerea di MA deriva da acque marine e da acque dolci superficiali naturali o artificiali utilizzate anche a scopo ricreativo e paesaggistico. Il trasporto, la deposizione, l’adattamento allo stress atmosferico e gli esiti di salute di MA sono oggi di interesse per la salute urbana. La letteratura e i nostri studi in corso di sviluppo permetteranno di ampliare lo spettro degli strumenti di mitigazione per prevenire i risultati sanitari riconosciuti.File | Dimensione | Formato | |
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