Per lo scrittore Vincenzo Consolo, il potere può essere combattuto o comunque smascherato a partire da un certo uso della lingua, una lingua che vuole tentare di dire, per quanto è possibile, la verità sul potere. Si tratta naturalmente di una bella utopia, ma Consolo sa bene, come Barthes d’altronde, che una funzione importante della letteratura è “la funzione utopica”, per la quale “‘Cambiare la lingua’, […], ha una concomitanza col ‘Cambiare il mondo’”. Infatti dichiarerà: “La mia ideologia, o se volete la mia utopia, consiste nell’oppormi al potere, nel combattere con l’arma della scrittura – che è come la fionda di David, o meglio come la lancia di Don Chisciotte – i mali e gli orrori del nostro tempo”.
ROSALBA GALVAGNO, Il linguaggio del potere secondo Vincenzo Consolo, in I linguaggi del potere. Atti del convegno internazionale di studi (Ragusa, 16-18 ottobre 2019), a cura di Felice Rappazzo e Giuseppe Traina, Mimesis, Sesto San Giovanni (MI) 2020, pp. 165-179. ISBN: 9788857565620.
Galvagno Rosalba
2020-01-01
Abstract
Per lo scrittore Vincenzo Consolo, il potere può essere combattuto o comunque smascherato a partire da un certo uso della lingua, una lingua che vuole tentare di dire, per quanto è possibile, la verità sul potere. Si tratta naturalmente di una bella utopia, ma Consolo sa bene, come Barthes d’altronde, che una funzione importante della letteratura è “la funzione utopica”, per la quale “‘Cambiare la lingua’, […], ha una concomitanza col ‘Cambiare il mondo’”. Infatti dichiarerà: “La mia ideologia, o se volete la mia utopia, consiste nell’oppormi al potere, nel combattere con l’arma della scrittura – che è come la fionda di David, o meglio come la lancia di Don Chisciotte – i mali e gli orrori del nostro tempo”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.