The dynastic-succession project delineated by Strabo (6,4,2 C 288) in the 6th book of Geography, dedicated to Italy and written in 18 AD, still looked like a serene “handover” from Augustus to Tiberius before, and then from Tiberius to Germanicus and Drusus; later, after about fi ve years, in 23 AD (or shortly thereafter), the geographer of Amaseia would have chosen instead to conclude his own work (17,3,25 C 840) recognizing in only Augustus, long dead, the “providential” author of the ἡγεμονία on the ecumene. Thus, the Pontic intellectual, organic with the power but not ideologically enslaved, on the last page of the Geography preferred to let descend a veil of silence on Tiberius but at the same time he also renounced naming Germanicus again, dead in mysterious circumstances in 19 AD.

Il progetto dinastico-successorio delineato da Strabone (6,4,2 C 288) nel VI libro della Geografi a, dedicato all’Italia e redatto nel 18 d.C., prospettava ancora un sereno “passaggio di consegne” da Augusto a Tiberio prima e da Tiberio a Germanico e Druso poi; più tardi, a distanza di circa un quinquennio, nel 23 d.C. (o poco dopo), il geografo di Amaseia avrebbe scelto invece di concludere la propria opera (17,3,25 C 840) ravvisando nel solo Augusto, da tempo deceduto, il “provvidenziale” artefi ce della ἡγεμονία sull’ecumene. Così, l’intellettuale pontico, organico rispetto al potere ma non ideologicamente asservito, nell’ultima pagina della Geografi a preferì far scendere un velo di silenzio su Tiberio, ma nel contempo rinunciò anche a nominare nuovamente Germanico, perito in circostanze misteriose nel 19 d.C.

Nel solco di Augusto: il carisma provvidenziale di Germanico nella kolossourgìa di Strabone

Gaetano Arena
2020-01-01

Abstract

The dynastic-succession project delineated by Strabo (6,4,2 C 288) in the 6th book of Geography, dedicated to Italy and written in 18 AD, still looked like a serene “handover” from Augustus to Tiberius before, and then from Tiberius to Germanicus and Drusus; later, after about fi ve years, in 23 AD (or shortly thereafter), the geographer of Amaseia would have chosen instead to conclude his own work (17,3,25 C 840) recognizing in only Augustus, long dead, the “providential” author of the ἡγεμονία on the ecumene. Thus, the Pontic intellectual, organic with the power but not ideologically enslaved, on the last page of the Geography preferred to let descend a veil of silence on Tiberius but at the same time he also renounced naming Germanicus again, dead in mysterious circumstances in 19 AD.
2020
978-88-913-2056-8
Il progetto dinastico-successorio delineato da Strabone (6,4,2 C 288) nel VI libro della Geografi a, dedicato all’Italia e redatto nel 18 d.C., prospettava ancora un sereno “passaggio di consegne” da Augusto a Tiberio prima e da Tiberio a Germanico e Druso poi; più tardi, a distanza di circa un quinquennio, nel 23 d.C. (o poco dopo), il geografo di Amaseia avrebbe scelto invece di concludere la propria opera (17,3,25 C 840) ravvisando nel solo Augusto, da tempo deceduto, il “provvidenziale” artefi ce della ἡγεμονία sull’ecumene. Così, l’intellettuale pontico, organico rispetto al potere ma non ideologicamente asservito, nell’ultima pagina della Geografi a preferì far scendere un velo di silenzio su Tiberio, ma nel contempo rinunciò anche a nominare nuovamente Germanico, perito in circostanze misteriose nel 19 d.C.
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