In un momento storico in cui è urgente ristabilire un'alleanza tra attività antropiche e biosfera, è strategico affrontare il tema del ciclo di produzione, distribuzione e consumo degli alimenti, in relazione con la riduzione, il riuso, il riciclo degli scarti, ragionando in termini di ecologia del cibo. Nell'ambito delle politiche pubbliche e del governo del territorio, occorre interrogarsi su quali processi e strumenti possano consentire una reale transizione delle città e delle aree rurali verso nuove forme di economie e di governance atte ad attivare e alimentare processi di lungo termine attenti a tali aspetti. Nella cornice di un articolato dibattito in materia, questo scritto presenta un'esperienza svolta nell'ambito di un contratto di fiume elaborato con approccio partecipativo (il Patto di Fiume Simeto) e sottoscritto nel 2015 in un'area interna del Meridione d'Italia, la Valle del Simeto in Sicilia, grazie a un percorso di ricerca-azione condotto in partnership tra l'Università di Catania, il tessuto associativo locale e 10 Comuni lungo il medio corso del fiume. Nell'ambito del Patto, è maturata nel 2016 l'idea di istituire un Biodistretto come strumento organizzativo centrato sulle questioni agro-ecologiche atto a supportare una più incisiva azione di rete tra attori locali. Sulla base del diretto coinvolgimento dell'autrice nel processo di ricerca-azione in corso, questo scritto presenta e discute le principali caratteristiche di tale sperimentazione, le criticità, gli orizzonti di lavoro, argomentando come - sotto specifiche condizioni - l'ecologia del cibo possa costituire un'opportunità per ricucire alcune relazioni territoriali frammentate.
Verso un'ecologia del cibo per ricucire i territori. Sperimentazioni in corso nella Valle del Simeto in Sicilia
Giusy Pappalardo
Primo
2020-01-01
Abstract
In un momento storico in cui è urgente ristabilire un'alleanza tra attività antropiche e biosfera, è strategico affrontare il tema del ciclo di produzione, distribuzione e consumo degli alimenti, in relazione con la riduzione, il riuso, il riciclo degli scarti, ragionando in termini di ecologia del cibo. Nell'ambito delle politiche pubbliche e del governo del territorio, occorre interrogarsi su quali processi e strumenti possano consentire una reale transizione delle città e delle aree rurali verso nuove forme di economie e di governance atte ad attivare e alimentare processi di lungo termine attenti a tali aspetti. Nella cornice di un articolato dibattito in materia, questo scritto presenta un'esperienza svolta nell'ambito di un contratto di fiume elaborato con approccio partecipativo (il Patto di Fiume Simeto) e sottoscritto nel 2015 in un'area interna del Meridione d'Italia, la Valle del Simeto in Sicilia, grazie a un percorso di ricerca-azione condotto in partnership tra l'Università di Catania, il tessuto associativo locale e 10 Comuni lungo il medio corso del fiume. Nell'ambito del Patto, è maturata nel 2016 l'idea di istituire un Biodistretto come strumento organizzativo centrato sulle questioni agro-ecologiche atto a supportare una più incisiva azione di rete tra attori locali. Sulla base del diretto coinvolgimento dell'autrice nel processo di ricerca-azione in corso, questo scritto presenta e discute le principali caratteristiche di tale sperimentazione, le criticità, gli orizzonti di lavoro, argomentando come - sotto specifiche condizioni - l'ecologia del cibo possa costituire un'opportunità per ricucire alcune relazioni territoriali frammentate.File | Dimensione | Formato | |
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