La traduzione di quest’opera di Jean Laporte, Le rationalisme de Descartes, giunta in Italia con notevole e colpevole ritardo, permette agli studiosi della filosofia del secolo XVII di addentrarsi nell’universo cartesiano sotto la guida di uno dei critici più autorevoli critici che è ancora all’ordine del giorno fra gli specialisti del cartesianismo; a volere restare soltanto in Italia, basterebbero le insuperate pagine che Augusto Del Noce dedicò a Laporte, per avere un’idea chiara del valore di quest’eminente filosofo e storico francese. Oggi nessuno mette in discussione il posto di prima fila che Jean Laporte occupa a buon diritto accanto a nomi illustri come Étienne Gilson, Jacques Chevalier, Léon Brunschvicg, Henri Gouhier, Ferdinand Alquié e Jean-Luc Marion. Oggi si riconosce, con Del Noce, che Le rationalisme de Descartes rappresenta «nella determinazione della natura del cartesianismo una svolta decisiva»; una svolta decisiva, dove Laporte ha avuto il «grande merito» d’avere individuato l’anima del cartesianismo nella teoria della libertà. Con un estremo rigore storico, vivificato tra l’altro da un senso critico acutissimo; con un puntiglioso attaccamento a tutti i testi e con una fedeltà assoluta all’opera cartesiana, Jean Laporte segue un metodo che gli permette di cogliere pienamente l’élan d’esprit da cui nasce la riflessione di Descartes e, per conseguenza, di presentarci un cartesianismo originale e molto più ricco e complesso di quello canonizzato da parecchie interpretazioni classiche. D’altronde, non è stato lo stesso Descartes ad esortarci a mettere in discussione anche le più salde e radicate tradizioni? E Laporte, forte dell’insegnamento cartesiano, affronta il mare magnum delle interpretazioni che, dal secolo XVII in poi, ci hanno a volte presentato un Descartes se non falso, quanto meno «falsato», in base alle «scelte» operate dagli esegeti e dagli storici.

Il razionalismo di Descartes

Maria Vita Romeo
2016-01-01

Abstract

La traduzione di quest’opera di Jean Laporte, Le rationalisme de Descartes, giunta in Italia con notevole e colpevole ritardo, permette agli studiosi della filosofia del secolo XVII di addentrarsi nell’universo cartesiano sotto la guida di uno dei critici più autorevoli critici che è ancora all’ordine del giorno fra gli specialisti del cartesianismo; a volere restare soltanto in Italia, basterebbero le insuperate pagine che Augusto Del Noce dedicò a Laporte, per avere un’idea chiara del valore di quest’eminente filosofo e storico francese. Oggi nessuno mette in discussione il posto di prima fila che Jean Laporte occupa a buon diritto accanto a nomi illustri come Étienne Gilson, Jacques Chevalier, Léon Brunschvicg, Henri Gouhier, Ferdinand Alquié e Jean-Luc Marion. Oggi si riconosce, con Del Noce, che Le rationalisme de Descartes rappresenta «nella determinazione della natura del cartesianismo una svolta decisiva»; una svolta decisiva, dove Laporte ha avuto il «grande merito» d’avere individuato l’anima del cartesianismo nella teoria della libertà. Con un estremo rigore storico, vivificato tra l’altro da un senso critico acutissimo; con un puntiglioso attaccamento a tutti i testi e con una fedeltà assoluta all’opera cartesiana, Jean Laporte segue un metodo che gli permette di cogliere pienamente l’élan d’esprit da cui nasce la riflessione di Descartes e, per conseguenza, di presentarci un cartesianismo originale e molto più ricco e complesso di quello canonizzato da parecchie interpretazioni classiche. D’altronde, non è stato lo stesso Descartes ad esortarci a mettere in discussione anche le più salde e radicate tradizioni? E Laporte, forte dell’insegnamento cartesiano, affronta il mare magnum delle interpretazioni che, dal secolo XVII in poi, ci hanno a volte presentato un Descartes se non falso, quanto meno «falsato», in base alle «scelte» operate dagli esegeti e dagli storici.
2016
978-88-372-3007-4
Empirismo; morale, Descartes; conoscenza, religione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/489592
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