La rocca di Aci è una fortezza medievale costruita sulla cima di un faraglione che si protende sul mare, ma che è unito alla terraferma da una colata lavica preistorica. Sino al perfezionamento delle armi da fuoco avvenuto nel corso del secolo XVI le vertiginose pareti di basalti colonnari sui quali esso sorge ne fecero una fortezza imprendibile, poi perdette gradualmente le funzioni militari, mantenendo quelle meno nobili di carcere e di postazione di vedetta contro i vascelli ostili che comparivano nel mare antistante. Dopo l’Unità d’Italia l’abbandono, i crolli, l’asportazione delle pietre ne hanno mutilato le forme, sino alla successiva tardiva riscoperta quale testimone unico della storia di una comunità. Enrico Blanco ripercorre le vicende storiche del castello, tracciando i ritratti di taluni personaggi, illustri o umili, che vi hanno vissuto come castellani, soldati o prigionieri. Eugenio Magnano di San Lio ne legge i resti architettonici cercando di ritrovare le tracce di una vicenda architettonica che nei secoli ha visto trasformazioni, crolli e rifacimenti. Il castello di Aci è un palinsesto dove solo alcune parti sono ancora leggibili, ma del quale un confronto con altre architetture militari e non, le testimonianze storiche, la suggestione delle rovine e la conformazione stessa del sito consentono pur sempre un’attendibile ricostruzione ideale.
La rocca di Aci. La storia, l'architettura
	
	
	
		
		
		
		
		
	
	
	
	
	
	
	
	
		
		
		
		
		
			
			
			
		
		
		
		
			
			
				
				
					
					
					
					
						
							
						
						
					
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
			
			
		
		
		
		
	
Eugenio Magnano di San LioPrimo
			2021-01-01
Abstract
La rocca di Aci è una fortezza medievale costruita sulla cima di un faraglione che si protende sul mare, ma che è unito alla terraferma da una colata lavica preistorica. Sino al perfezionamento delle armi da fuoco avvenuto nel corso del secolo XVI le vertiginose pareti di basalti colonnari sui quali esso sorge ne fecero una fortezza imprendibile, poi perdette gradualmente le funzioni militari, mantenendo quelle meno nobili di carcere e di postazione di vedetta contro i vascelli ostili che comparivano nel mare antistante. Dopo l’Unità d’Italia l’abbandono, i crolli, l’asportazione delle pietre ne hanno mutilato le forme, sino alla successiva tardiva riscoperta quale testimone unico della storia di una comunità. Enrico Blanco ripercorre le vicende storiche del castello, tracciando i ritratti di taluni personaggi, illustri o umili, che vi hanno vissuto come castellani, soldati o prigionieri. Eugenio Magnano di San Lio ne legge i resti architettonici cercando di ritrovare le tracce di una vicenda architettonica che nei secoli ha visto trasformazioni, crolli e rifacimenti. Il castello di Aci è un palinsesto dove solo alcune parti sono ancora leggibili, ma del quale un confronto con altre architetture militari e non, le testimonianze storiche, la suggestione delle rovine e la conformazione stessa del sito consentono pur sempre un’attendibile ricostruzione ideale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


