Over the years, there has been a gradual increase in verbal violence, both in relations between individuals and in the public sphere, not only in the different national contexts, but also at transnational level, in particular as a result of new digital communication models. The book, based on a brief survey of some recent jurisprudential issues, focuses on the importance of freedom of speech within democratic systems, with reference both to the protection of individual subsidiaries and minorities, is to satisfy the needs of the whole community. After an analytical reconstruction of the concept of hate speech on the basis of the current regulatory and doctrinal landscape, it is examined in detail the effective scope of the guarantees to freedom of expression provided at national, European and international level, as well as in some foreign experiences. This in order to envisage a general criterion of selection of the constitutional assets suitable to operate as implicit limits to the freedom of speech, without neglecting the possible repercussions of the reconstruction offered on the control expendable by the Constitutional Judges, also in a de jure condendo perspective.

Negli anni si assiste ad un progressivo aumento degli episodi di violenza verbale, tanto nei rapporti tra privati quanto nella sfera pubblica, non solo nei diversi contesti nazionali, ma anche sul piano transnazionale, in particolare per effetto dei nuovi modelli di comunicazione digitale. Il volume, muovendo da una sintetica ricognizione di alcune recenti questioni giurisprudenziali, si sofferma sul rilievo della libertà di parola all’interno degli ordinamenti democratici, con riferimento sia alla tutela dei singoli consociati e delle minoranze, sia al soddisfacimento dei bisogni dell’intera collettività. Dopo un’analitica ricostruzione del concetto di hate speech sulla base dell’attuale panorama normativo e dottrinale, viene esaminata in dettaglio l’effettiva portata delle garanzie alla libertà di espressione previste a livello nazionale, europeo ed internazionale, nonché in alcune esperienze straniere. Ciò al fine di prospettare un criterio generale di selezione dei beni costituzionali idonei ad operare come limiti impliciti alla freedom of speech, senza trascurare le possibili ricadute della ricostruzione offerta sul controllo esperibile dai Giudici costituzionali, anche in prospettiva de iure condendo.

Il contrasto allo hate speech nell'ordinamento costituzionale globalizzato

Ignazio Spadaro
2020-01-01

Abstract

Over the years, there has been a gradual increase in verbal violence, both in relations between individuals and in the public sphere, not only in the different national contexts, but also at transnational level, in particular as a result of new digital communication models. The book, based on a brief survey of some recent jurisprudential issues, focuses on the importance of freedom of speech within democratic systems, with reference both to the protection of individual subsidiaries and minorities, is to satisfy the needs of the whole community. After an analytical reconstruction of the concept of hate speech on the basis of the current regulatory and doctrinal landscape, it is examined in detail the effective scope of the guarantees to freedom of expression provided at national, European and international level, as well as in some foreign experiences. This in order to envisage a general criterion of selection of the constitutional assets suitable to operate as implicit limits to the freedom of speech, without neglecting the possible repercussions of the reconstruction offered on the control expendable by the Constitutional Judges, also in a de jure condendo perspective.
2020
9788892121553
978-8892121553
Negli anni si assiste ad un progressivo aumento degli episodi di violenza verbale, tanto nei rapporti tra privati quanto nella sfera pubblica, non solo nei diversi contesti nazionali, ma anche sul piano transnazionale, in particolare per effetto dei nuovi modelli di comunicazione digitale. Il volume, muovendo da una sintetica ricognizione di alcune recenti questioni giurisprudenziali, si sofferma sul rilievo della libertà di parola all’interno degli ordinamenti democratici, con riferimento sia alla tutela dei singoli consociati e delle minoranze, sia al soddisfacimento dei bisogni dell’intera collettività. Dopo un’analitica ricostruzione del concetto di hate speech sulla base dell’attuale panorama normativo e dottrinale, viene esaminata in dettaglio l’effettiva portata delle garanzie alla libertà di espressione previste a livello nazionale, europeo ed internazionale, nonché in alcune esperienze straniere. Ciò al fine di prospettare un criterio generale di selezione dei beni costituzionali idonei ad operare come limiti impliciti alla freedom of speech, senza trascurare le possibili ricadute della ricostruzione offerta sul controllo esperibile dai Giudici costituzionali, anche in prospettiva de iure condendo.
freedom of expression, hate speech, democracy, political discretion, constitutional review
libertà di manifestazione del pensiero, discorsi d'odio, democrazia, discrezionalità politica, sindacato di legittimità costituzionale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/508147
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