I contesti monumentali e archeologici sempre di più sono al centro dell’interesse della sensibilità nazionale come dimostrano i continui rinvenimenti, famosi tra tutti quelli nel sito archeologico di Pompei, che hanno incrementato l’interesse della collettività al tema. Alla luce di ciò risulta ancora più doveroso porre in primo piano la tutela e valorizzazione dei monumenti operando azioni che assicurino una longeva conservazione per il beneficio delle generazioni attuali e future. Quando si svolge il restauro delle murature antiche in materiali lapidei, a prescindere dall’epoca di costruzione, lo stato di vetustà impone, nella maggior parte dei casi, consolidamenti che implicano l’uso di malte tramite iniezioni o ristilature per ristabilire la coerenza muraria. Sui tipi di malta da usare, sui metodi di studio e scelte preliminari e sulle tecniche di consolidamento non si è mai seguita una linea guida operativa condivisa dalle comunità scientifiche e dagli operatori del settore, questo ha spesso portato all’uso di miscele con materiali di nuova sperimentazione, difformi da quelli del monumento, deludendo i principi di compatibilità e causando degradi. Con il presente contributo si mira ad esporre un quadro generale della situazione nazionale in tema di malte da restauro adoperate in ambito monumentale e archeologico ed a definire una possibile metodica operativa per formulare una auspicabile “procedura ideale” (linea guida) che, nel rispetto della varietà di ogni sito, indirizzi le procedure in modo interdisciplinare e parta dallo studio attento della materia arrivando alla formulazione delle malte necessarie per il restauro. La presente proposta nasce dalla sentita necessità di dare realtà a metodologie condivise che coinvolgano diverse figure professionali, scongiurando il ripetersi di errori avvenuti in passato a causa o dell’assenza di accurati studi preliminari o della scelta di materiali incongrui rispetto al bene con conseguenti danni conservativi.

Metodologia di approccio per il restauro conservativo dei monumenti storici e archeologici. Possibili linee guida per lo studio delle preesistenze e la formulazione di malte naturali nel rispetto della cultura materiale e dell’identità dell’opera

S. M. Cascone
;
L. Longhitano
2021-01-01

Abstract

I contesti monumentali e archeologici sempre di più sono al centro dell’interesse della sensibilità nazionale come dimostrano i continui rinvenimenti, famosi tra tutti quelli nel sito archeologico di Pompei, che hanno incrementato l’interesse della collettività al tema. Alla luce di ciò risulta ancora più doveroso porre in primo piano la tutela e valorizzazione dei monumenti operando azioni che assicurino una longeva conservazione per il beneficio delle generazioni attuali e future. Quando si svolge il restauro delle murature antiche in materiali lapidei, a prescindere dall’epoca di costruzione, lo stato di vetustà impone, nella maggior parte dei casi, consolidamenti che implicano l’uso di malte tramite iniezioni o ristilature per ristabilire la coerenza muraria. Sui tipi di malta da usare, sui metodi di studio e scelte preliminari e sulle tecniche di consolidamento non si è mai seguita una linea guida operativa condivisa dalle comunità scientifiche e dagli operatori del settore, questo ha spesso portato all’uso di miscele con materiali di nuova sperimentazione, difformi da quelli del monumento, deludendo i principi di compatibilità e causando degradi. Con il presente contributo si mira ad esporre un quadro generale della situazione nazionale in tema di malte da restauro adoperate in ambito monumentale e archeologico ed a definire una possibile metodica operativa per formulare una auspicabile “procedura ideale” (linea guida) che, nel rispetto della varietà di ogni sito, indirizzi le procedure in modo interdisciplinare e parta dallo studio attento della materia arrivando alla formulazione delle malte necessarie per il restauro. La presente proposta nasce dalla sentita necessità di dare realtà a metodologie condivise che coinvolgano diverse figure professionali, scongiurando il ripetersi di errori avvenuti in passato a causa o dell’assenza di accurati studi preliminari o della scelta di materiali incongrui rispetto al bene con conseguenti danni conservativi.
2021
978-88-96386-62-0
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/512685
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