A seguito della recente approvazione delle “Linee guida per la dismissione e il riuso ecclesiale di chiese” (2018), si pone con urgenza la tematica dell’avvicinamento agli edifici religiosi in chiave laica ed integrata. La loro diffusa presenza nel territorio della UE è comunemente intesa come una dei caratteri fondanti le comunità di riferimento, indipendentemente da un’appartenen- za confessionale. Numerosi sono i “contenitori” oggi sottoutilizzati o in stato d’abbandono il cui recupero e successivo riuso può diventare una strategia sostenibile nel senso sociale, economico, ambientale ma anche culturale del termine. Essendo stati un tempo luoghi di fede, il senso della memoria degli usi passati ed il valore storico – estetico che li contraddistingue, rende necessaria una metodologia di approccio che sappia guidare i progettisti e le Amministrazioni locali verso usi appropriati, non “sordidi”. Dopo una riflessione sugli attuali orientamenti di pensiero, gli autori propongono una metodologia che è stata applicata all’ex convento dei PP. Cappuccini di Scicli (RG). Il complesso, oggi pressoché abbandonato, e gli ampi giardini di pertinenza sono molto graditi alla comunità locale, per quanto i reciproci usi siano stati separati da circa un secolo. La proposta di rifunzionalizzazione tende a ricucire questo iato, suggerendo funzioni nuove, non legate al cul- to, ma rispettose della memoria dei luoghi quali l’attività di produzione e vendita del miele. Per la chiesa, oggi in stato di rudere, si prevede una nuova copertura in vetro che utilizza la luce naturale per esaltare le funzioni “estese” in essa previste: biblioteca, sala conferenze e sala espositiva.

Patrimonio religioso abbandonato e nuovi usi tra tutela e sostenibilità

Alessandro Lo Faro;Francesco Nocera
2021-01-01

Abstract

A seguito della recente approvazione delle “Linee guida per la dismissione e il riuso ecclesiale di chiese” (2018), si pone con urgenza la tematica dell’avvicinamento agli edifici religiosi in chiave laica ed integrata. La loro diffusa presenza nel territorio della UE è comunemente intesa come una dei caratteri fondanti le comunità di riferimento, indipendentemente da un’appartenen- za confessionale. Numerosi sono i “contenitori” oggi sottoutilizzati o in stato d’abbandono il cui recupero e successivo riuso può diventare una strategia sostenibile nel senso sociale, economico, ambientale ma anche culturale del termine. Essendo stati un tempo luoghi di fede, il senso della memoria degli usi passati ed il valore storico – estetico che li contraddistingue, rende necessaria una metodologia di approccio che sappia guidare i progettisti e le Amministrazioni locali verso usi appropriati, non “sordidi”. Dopo una riflessione sugli attuali orientamenti di pensiero, gli autori propongono una metodologia che è stata applicata all’ex convento dei PP. Cappuccini di Scicli (RG). Il complesso, oggi pressoché abbandonato, e gli ampi giardini di pertinenza sono molto graditi alla comunità locale, per quanto i reciproci usi siano stati separati da circa un secolo. La proposta di rifunzionalizzazione tende a ricucire questo iato, suggerendo funzioni nuove, non legate al cul- to, ma rispettose della memoria dei luoghi quali l’attività di produzione e vendita del miele. Per la chiesa, oggi in stato di rudere, si prevede una nuova copertura in vetro che utilizza la luce naturale per esaltare le funzioni “estese” in essa previste: biblioteca, sala conferenze e sala espositiva.
2021
978-88-96386-62-0
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/513423
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