Il pensiero utopico accompagna la storia dell’umanità nel corso di tutta la sua evoluzione in termini di creazione culturale e artistica. Si tratta di una storia infinita, che coniuga fantasia, progetto e azione. E soprattutto: desiderio e sogno. Nel Settecento, l’utopia racchiude in germe tutto il potenziale che sarà dispiegato nella modernità, inglobando tanto istanze sociali e politiche, sovversive e rivoluzionarie, quanto ispirazioni di natura pedagogica, come pure la progettualità esoterica di rigenerazione nelle millenaristiche speranze di palingenesi dell’uomo e del mondo. In ambito germanofono – terreno su cui si muove specificatamente questa nostra riflessione – la separazione della politica dalla morale, retaggio dell’assolutismo, conduce nel Settecento alla creazione di uno spazio dell’interiorità che si configura come non-luogo, spazio altro, ora spirituale, ora psicologico, ora pervaso dai nascenti valori borghesi, a partire dal quale liberarsi dai retaggi del passato assolutistico e progettare una rinascita della società umana. Analizzeremo questo concetto soffermandoci in particolare sull’analisi del “Flauto Magico” di Mozart e delle oniriche ambientazioni del regno di Jinnistan dello scrittore Wieland.

Utopie settecentesche: il "Flauto Magico" e il regno di Jinnistan

Pulvirenti Grazia
Secondo
;
Gambino Renata Giuseppa
Primo
2021-01-01

Abstract

Il pensiero utopico accompagna la storia dell’umanità nel corso di tutta la sua evoluzione in termini di creazione culturale e artistica. Si tratta di una storia infinita, che coniuga fantasia, progetto e azione. E soprattutto: desiderio e sogno. Nel Settecento, l’utopia racchiude in germe tutto il potenziale che sarà dispiegato nella modernità, inglobando tanto istanze sociali e politiche, sovversive e rivoluzionarie, quanto ispirazioni di natura pedagogica, come pure la progettualità esoterica di rigenerazione nelle millenaristiche speranze di palingenesi dell’uomo e del mondo. In ambito germanofono – terreno su cui si muove specificatamente questa nostra riflessione – la separazione della politica dalla morale, retaggio dell’assolutismo, conduce nel Settecento alla creazione di uno spazio dell’interiorità che si configura come non-luogo, spazio altro, ora spirituale, ora psicologico, ora pervaso dai nascenti valori borghesi, a partire dal quale liberarsi dai retaggi del passato assolutistico e progettare una rinascita della società umana. Analizzeremo questo concetto soffermandoci in particolare sull’analisi del “Flauto Magico” di Mozart e delle oniriche ambientazioni del regno di Jinnistan dello scrittore Wieland.
2021
Utopia, sogno, regno onirico, Mozart, Flauto Magico, Wieland, Jinnistan
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/520102
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