Secondo gli intellettuali umanistici odierni, quella del XXI secolo è una società tratteggiata da termini quali transitorietà, impermanenza, mutevolezza. Analizzando tale scenario, si ritiene che la ricerca abbia un ruolo determinante nel trattare la complessità del fenomeno. Per diverse ragioni. Fare ricerca permette di integrare principi di progettazione noti con progressi tecnologici sperimentali; di combinare theoria e praxis dell’architettura, di verificare e perfezionare sistemi di apprendimento e trasferimento di conoscenza innovativi; di rintracciare nuovi o consolidati principi di progettazione architettonica. Il progetto di ricerca su forme e tecnologie emergenti dell’architettura contemporanea condotto presso il DICAr dell’università degli studi di Catania è stato strutturato perseguendo tali intenti. È stata indagata una particolare spazialità architettonica derivante dall’azione di rendere astratta la materia e di ridurla in componenti elementari. Tra tali componenti, legami mutevoli, in divenire, similmente ai sistemi aggregati già presenti in natura. La loro unione crea aggregazione, il loro dissolversi, disaggregazione. L’opera d’architettura diviene così “anti-oggetto” e la materia, intesa come sostanza è partecipe di tale condizione. L’approccio adottato è stato multidisciplinare e ha interessato il mondo biologico, la fisica della materia e la bioinformatica. La ricerca è avanzata poiché, perseguendo la metodologia denominata “research by design” mediante la simulazione e la prototipazione vi è stata una implementazione iterativa di soluzioni che ne hanno permesso lo sviluppo. Le fasi: definizione-simulazione-prototipazione-verifica-raccolta dati-riflessione-ridefinizione del problema. A seguire, in maniera iterativa, l’analisi dei risultati, le conclusioni e quindi l’affinamento delle soluzioni. L’obiettivo, l’incremento della conoscenza di sistemi architettonici emergenti oltreché il contributo fattivo alla loro evoluzione.

Architettura della materia. Fare ricerca per indagare la complessità del contemporaneo

nicolosi grazia maria
2022-01-01

Abstract

Secondo gli intellettuali umanistici odierni, quella del XXI secolo è una società tratteggiata da termini quali transitorietà, impermanenza, mutevolezza. Analizzando tale scenario, si ritiene che la ricerca abbia un ruolo determinante nel trattare la complessità del fenomeno. Per diverse ragioni. Fare ricerca permette di integrare principi di progettazione noti con progressi tecnologici sperimentali; di combinare theoria e praxis dell’architettura, di verificare e perfezionare sistemi di apprendimento e trasferimento di conoscenza innovativi; di rintracciare nuovi o consolidati principi di progettazione architettonica. Il progetto di ricerca su forme e tecnologie emergenti dell’architettura contemporanea condotto presso il DICAr dell’università degli studi di Catania è stato strutturato perseguendo tali intenti. È stata indagata una particolare spazialità architettonica derivante dall’azione di rendere astratta la materia e di ridurla in componenti elementari. Tra tali componenti, legami mutevoli, in divenire, similmente ai sistemi aggregati già presenti in natura. La loro unione crea aggregazione, il loro dissolversi, disaggregazione. L’opera d’architettura diviene così “anti-oggetto” e la materia, intesa come sostanza è partecipe di tale condizione. L’approccio adottato è stato multidisciplinare e ha interessato il mondo biologico, la fisica della materia e la bioinformatica. La ricerca è avanzata poiché, perseguendo la metodologia denominata “research by design” mediante la simulazione e la prototipazione vi è stata una implementazione iterativa di soluzioni che ne hanno permesso lo sviluppo. Le fasi: definizione-simulazione-prototipazione-verifica-raccolta dati-riflessione-ridefinizione del problema. A seguire, in maniera iterativa, l’analisi dei risultati, le conclusioni e quindi l’affinamento delle soluzioni. L’obiettivo, l’incremento della conoscenza di sistemi architettonici emergenti oltreché il contributo fattivo alla loro evoluzione.
2022
9791280379023
theoria, praxis, frammento, spazio
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/538603
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