Nell’esperienza giuridica romana è presente l’idea, frutto della speculazione della giurisprudenza classica, che il silenzio, per i suoi significati e le sue funzioni e applicazioni, avesse delle importanti implicazioni sul divenire storico e sociale di alcuni istituti giuridici e sul formarsi dei principi che li governavano. Questi ultimi dovevano essere enunciati, in via interpretativa e attraverso specifiche tecniche di ‘decodificazione’ del silenzio che ne ricostruissero il significato e di ‘decifrazione’ delle soluzioni polivalenti in esso insite, in riferimento a esigenze pratiche. Quindi senza enunciare una ‘teoria generale del silenzio’, che è rifiutata dal giurista Paolo, il quale, nell’affermare “Chi tace non dice nulla”, si limita a constatare l’ambiguità primordiale del silenzio senza pretendere però di interpretarlo.
“Chi tace non dice nulla”. Il silenzio nell’esperienza giuridica romana
ARCARIA F
2023-01-01
Abstract
Nell’esperienza giuridica romana è presente l’idea, frutto della speculazione della giurisprudenza classica, che il silenzio, per i suoi significati e le sue funzioni e applicazioni, avesse delle importanti implicazioni sul divenire storico e sociale di alcuni istituti giuridici e sul formarsi dei principi che li governavano. Questi ultimi dovevano essere enunciati, in via interpretativa e attraverso specifiche tecniche di ‘decodificazione’ del silenzio che ne ricostruissero il significato e di ‘decifrazione’ delle soluzioni polivalenti in esso insite, in riferimento a esigenze pratiche. Quindi senza enunciare una ‘teoria generale del silenzio’, che è rifiutata dal giurista Paolo, il quale, nell’affermare “Chi tace non dice nulla”, si limita a constatare l’ambiguità primordiale del silenzio senza pretendere però di interpretarlo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.