La presenza di antibiotici nell’ambiente idrico è considerata un problema ambientale e sanitario e recenti normative europee ne disciplinano il monitoraggio nelle acque sotterranee e superficiali, che possono essere utilizzate come fonti di approvvigionamento idrico. Tuttavia, né gli antibiotici né i batteri ad essi resistenti (ARB) o i geni di resistenza (ARG) sono considerati ai fini del giudizio di potabilità delle acque destinate al consumo umano. In questo lavoro, il ruolo delle acque potabili come veicolo di antimicrobico-resistenza (AMR) è stato analizzato attraverso una revisione bibliografica. La ricerca è stata effettuata su tre database (Scopus, WOS, Pubmed e Medline), con parole chiave relative all’AMR (ARB, ARG, antibiotic) e alle acque trattate per il consumo umano (treated water, potable water, tap water). La ricerca è stata effettuata senza limiti temporali e tra i risultati ottenuti sono stati selezionati solo gli studi di monitoraggio di acque fornite al consumo, poi classificati in base ad anno di pubblicazione, area geografica e target di resistenza considerato. In totale sono stati classificati 101 lavori, con un andamento temporale stabile dal 1982 fino al 2005 e un successivo note- vole aumento. La distribuzione geografica indica la predominanza dei lavori condotti in Asia (45%), seguita da Europa e Africa. Nella maggioranza dei casi il monitoraggio era finalizzato alla ricerca di ARB (43,6%), ARB in abbinamento con ARG (21,8%), e antibiotici (17,8%). Negli studi revisionati, sono stati ricercati prevalentemente batteri di origine ambientale (es. Sphingomonas spp., Aeromonas spp., Pseudomonas spp.) che mostravano profili di multiresistenza, soprattutto verso antibiotici β-lattamici (es. penicilline e cefalosporine di prima generazione). In alcuni studi condotti nei paesi in via di sviluppo, le acque fornite al consumo presentavano enterobatteri (coliformi totali, Escherichia coli, Salmonella spp.), anch’essi resistenti alle penicilline, ma anche macrolidi (eritromicina) e tetracicline. Gli antibiotici erano rilevati nel 65% (13/20) dei lavori e le categorie dei chinoloni e i sulfonamidi erano le più frequenti. Sebbene i trattamenti di potabilizzazione possano differire a seconda delle aree geografiche, il presente lavoro mostra la presenza di ARB, ARG e antibiotici nelle acque trattate per il consumo umano di tutto il mondo. Questi risultati evidenziano l’importanza dello studio delle AMR non solo in campo clinico ma anche ambientale: il consumo di acqua può comportare l’esposizione attraverso il tratto gastrointestinale ad antibiotici, ARB e ARG, con possibili effetti sulla salute dovuti all’acquisizione di geni di resistenza da parte della microflora intestinale.
Resistenze antibiotiche in acque adibite al consumo umano: diffusione e potenziale impatto sulla salute
G. OLIVERI CONTI;M. FERRANTE;A. GRASSO;
2022-01-01
Abstract
La presenza di antibiotici nell’ambiente idrico è considerata un problema ambientale e sanitario e recenti normative europee ne disciplinano il monitoraggio nelle acque sotterranee e superficiali, che possono essere utilizzate come fonti di approvvigionamento idrico. Tuttavia, né gli antibiotici né i batteri ad essi resistenti (ARB) o i geni di resistenza (ARG) sono considerati ai fini del giudizio di potabilità delle acque destinate al consumo umano. In questo lavoro, il ruolo delle acque potabili come veicolo di antimicrobico-resistenza (AMR) è stato analizzato attraverso una revisione bibliografica. La ricerca è stata effettuata su tre database (Scopus, WOS, Pubmed e Medline), con parole chiave relative all’AMR (ARB, ARG, antibiotic) e alle acque trattate per il consumo umano (treated water, potable water, tap water). La ricerca è stata effettuata senza limiti temporali e tra i risultati ottenuti sono stati selezionati solo gli studi di monitoraggio di acque fornite al consumo, poi classificati in base ad anno di pubblicazione, area geografica e target di resistenza considerato. In totale sono stati classificati 101 lavori, con un andamento temporale stabile dal 1982 fino al 2005 e un successivo note- vole aumento. La distribuzione geografica indica la predominanza dei lavori condotti in Asia (45%), seguita da Europa e Africa. Nella maggioranza dei casi il monitoraggio era finalizzato alla ricerca di ARB (43,6%), ARB in abbinamento con ARG (21,8%), e antibiotici (17,8%). Negli studi revisionati, sono stati ricercati prevalentemente batteri di origine ambientale (es. Sphingomonas spp., Aeromonas spp., Pseudomonas spp.) che mostravano profili di multiresistenza, soprattutto verso antibiotici β-lattamici (es. penicilline e cefalosporine di prima generazione). In alcuni studi condotti nei paesi in via di sviluppo, le acque fornite al consumo presentavano enterobatteri (coliformi totali, Escherichia coli, Salmonella spp.), anch’essi resistenti alle penicilline, ma anche macrolidi (eritromicina) e tetracicline. Gli antibiotici erano rilevati nel 65% (13/20) dei lavori e le categorie dei chinoloni e i sulfonamidi erano le più frequenti. Sebbene i trattamenti di potabilizzazione possano differire a seconda delle aree geografiche, il presente lavoro mostra la presenza di ARB, ARG e antibiotici nelle acque trattate per il consumo umano di tutto il mondo. Questi risultati evidenziano l’importanza dello studio delle AMR non solo in campo clinico ma anche ambientale: il consumo di acqua può comportare l’esposizione attraverso il tratto gastrointestinale ad antibiotici, ARB e ARG, con possibili effetti sulla salute dovuti all’acquisizione di geni di resistenza da parte della microflora intestinale.File | Dimensione | Formato | |
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