Tra le numerose categorie giuridiche fondanti che la tradizione romana ci ha trasmesso, quella della cittadinanza è certamente una delle più importanti. La storia del concetto di cittadinanza è quindi assai lunga, concretizzandosi così in una serie di modelli dei quali significato ed efficacia dipendono dal dialogo instaurato con l’itinerario vissuto da questo paradigma tra passato, presente e futuro. Pertanto, una riflessione sull’idoneità di tale istituto ad afferrare ed a distinguere situazioni giuridiche romane può gettare nuova luce su idee e concetti politico-costituzionali fatti propri dal vocabolario e dalla simbologia istituzionale della modernità e, insieme, aiutare l’interprete moderno a comprendere le ragioni della crisi che oggi attraversa in profondità l’essenza stessa della cittadinanza. Ciò consente allora di rispondere a numerosi interrogativi: cosa vuol dire fare storia della cittadinanza? Ancora, come ci si muove, da storici del diritto, in un campo ormai intensamente frequentato da sociologi, filosofi e politologi? Infine, quali operazioni storico-ermeneutiche possono essere compiute con il concetto di cittadinanza? Ed è proprio in quest’ottica che si pone l’interrogativo se si possa, o meno, individuare nella cittadinanza romana concessa dalla Constitutio Antoniniana del 212 d.C. a tutti (o quasi) gli abitanti dell’impero romano una cittadinanza paradigmatica di quella europea, al quale il libro, anche alla luce degli archetipi di ‘città’ ed ‘impero’ e del rapporto tra cittadinanza, democrazia e libertà, cerca di dare una risposta.
Città Cittadini Cittadinanze. Dalla «civitas» romana alla cittadinanza europea
ARCARIA F
2023-01-01
Abstract
Tra le numerose categorie giuridiche fondanti che la tradizione romana ci ha trasmesso, quella della cittadinanza è certamente una delle più importanti. La storia del concetto di cittadinanza è quindi assai lunga, concretizzandosi così in una serie di modelli dei quali significato ed efficacia dipendono dal dialogo instaurato con l’itinerario vissuto da questo paradigma tra passato, presente e futuro. Pertanto, una riflessione sull’idoneità di tale istituto ad afferrare ed a distinguere situazioni giuridiche romane può gettare nuova luce su idee e concetti politico-costituzionali fatti propri dal vocabolario e dalla simbologia istituzionale della modernità e, insieme, aiutare l’interprete moderno a comprendere le ragioni della crisi che oggi attraversa in profondità l’essenza stessa della cittadinanza. Ciò consente allora di rispondere a numerosi interrogativi: cosa vuol dire fare storia della cittadinanza? Ancora, come ci si muove, da storici del diritto, in un campo ormai intensamente frequentato da sociologi, filosofi e politologi? Infine, quali operazioni storico-ermeneutiche possono essere compiute con il concetto di cittadinanza? Ed è proprio in quest’ottica che si pone l’interrogativo se si possa, o meno, individuare nella cittadinanza romana concessa dalla Constitutio Antoniniana del 212 d.C. a tutti (o quasi) gli abitanti dell’impero romano una cittadinanza paradigmatica di quella europea, al quale il libro, anche alla luce degli archetipi di ‘città’ ed ‘impero’ e del rapporto tra cittadinanza, democrazia e libertà, cerca di dare una risposta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.