La rappresentazione della soggettività delle donne è sempre stata legata alle ambivalenze del regime della visibilità sia come proiezione dello sguardo altrui, sia come negazione e occultamento dell’autonoma produzione autorappresentativa. I media visivi e performativi si offrono come dispositivi elettivi della espressione della dialettica fra invisibilità e proiezione fantasmatica dei processi identitari. Il presente studio disegna un percorso intermediale, attraverso specifici esempi che spaziano dalla letteratura alla fotografia, dal teatro alla narrazione audiovisiva e seriale, dal cinema alla pittura, mettendo al centro le correlazioni fra questioni di genere e dimensione simulacrale delle immagini. Le donne raccontate nei case-studies proposti si trovano a combattere con nuovi e vecchi fantasmi, che prendono le sembianze di nuvole o di cloni, ma che nascondono e rivelano al tempo stesso come lo statuto ipericonico del simulacro possa farsi veicolo dei discorsi che imprigionano l’identità femminile nelle sue plurime declinazioni e che aprono al contempo uno spazio di agency per l’invenzione di nuove immagini del sé e delle relazioni umane.
Nuvole, cloni, impronte. Simulacri di donne tra letteratura, cinema e altri media
Rizzarelli, Maria
2023-01-01
Abstract
La rappresentazione della soggettività delle donne è sempre stata legata alle ambivalenze del regime della visibilità sia come proiezione dello sguardo altrui, sia come negazione e occultamento dell’autonoma produzione autorappresentativa. I media visivi e performativi si offrono come dispositivi elettivi della espressione della dialettica fra invisibilità e proiezione fantasmatica dei processi identitari. Il presente studio disegna un percorso intermediale, attraverso specifici esempi che spaziano dalla letteratura alla fotografia, dal teatro alla narrazione audiovisiva e seriale, dal cinema alla pittura, mettendo al centro le correlazioni fra questioni di genere e dimensione simulacrale delle immagini. Le donne raccontate nei case-studies proposti si trovano a combattere con nuovi e vecchi fantasmi, che prendono le sembianze di nuvole o di cloni, ma che nascondono e rivelano al tempo stesso come lo statuto ipericonico del simulacro possa farsi veicolo dei discorsi che imprigionano l’identità femminile nelle sue plurime declinazioni e che aprono al contempo uno spazio di agency per l’invenzione di nuove immagini del sé e delle relazioni umane.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.