La letteratura ha messo in luce il fatto che le persone sorde hanno delle difficoltà in lingua italiana che si traducono in significative deviazioni rispetto alla norma (cfr. Caselli, Maragna e Volterra, 2006; Fabbretti e Tomasuolo, 2006). Come afferma Fontana (2015), l’interlingua delle persone sorde tende a fossilizzarsi nel momento in cui cessano di sussistere le condizioni che ne favoriscono il miglioramento. È per venire incontro a questa esigenza di fornire stimoli che tornassero a favorire la dinamicità dell’interlingua, puntando verso un miglioramento delle competenze, che si è scelto di progettare a Ragusa un corso di lingua italiana destinato a persone sorde adulte (aventi un’età compresa fra i trenta e i settant’anni). Il corso è stato strutturato facendo riferimento a un approccio comunicativo, che potesse porre l’apprendente al centro e in una condizione di consapevolezza. La scelta è stata quella di lavorare prevalentemente sulle competenze pragmatiche, avendo considerato che si tratta di un ambito in cui le difficoltà sono notevoli, ma che soltanto di rado viene trattato (cfr. La Grassa, 2014). Tutti i partecipanti erano persone bilingui italiano/LIS, con competenze diversificate nell’una o nell’altra lingua. L’obiettivo era il potenziamento delle abilità in lingua italiana, esclusivamente scritta; fin dal primo momento è stato chiarito che per le interazioni ciascuno poteva liberamente far ricorso alla LIS o all’italiano, senza costrizioni di sorta (concretamente è avvenuto che le insegnanti hanno utilizzato sempre la LIS, lingua compresa da tutti, i corsisti quasi sempre la LIS, con rare eccezioni). Stimoli di varia natura sono stati forniti, sfruttando prevalentemente il canale visivo, ovvero quello privilegiato dalle persone sorde. Lavorare sulle competenze pragmatiche in L2 (l’italiano) a partire dalla L1 (la LIS), ci ha consentito di osservare le potenzialità di una didattica fondata sul bilinguismo che permette ai corsisti di esprimersi liberamente evitando gli imbarazzi dati da un obbligo di ricorrere all’italiano orale: i corsisti hanno avuto modo di avanzare riflessioni metalinguistiche, di mettersi in gioco con strutture complesse, di lavorare fra pari, rimettendo in moto un processo di potenziamento della lingua.

Didattica dell’italiano a persone sorde adulte: un percorso bilingue “italiano L2-LIS”

Erika Raniolo
2022-01-01

Abstract

La letteratura ha messo in luce il fatto che le persone sorde hanno delle difficoltà in lingua italiana che si traducono in significative deviazioni rispetto alla norma (cfr. Caselli, Maragna e Volterra, 2006; Fabbretti e Tomasuolo, 2006). Come afferma Fontana (2015), l’interlingua delle persone sorde tende a fossilizzarsi nel momento in cui cessano di sussistere le condizioni che ne favoriscono il miglioramento. È per venire incontro a questa esigenza di fornire stimoli che tornassero a favorire la dinamicità dell’interlingua, puntando verso un miglioramento delle competenze, che si è scelto di progettare a Ragusa un corso di lingua italiana destinato a persone sorde adulte (aventi un’età compresa fra i trenta e i settant’anni). Il corso è stato strutturato facendo riferimento a un approccio comunicativo, che potesse porre l’apprendente al centro e in una condizione di consapevolezza. La scelta è stata quella di lavorare prevalentemente sulle competenze pragmatiche, avendo considerato che si tratta di un ambito in cui le difficoltà sono notevoli, ma che soltanto di rado viene trattato (cfr. La Grassa, 2014). Tutti i partecipanti erano persone bilingui italiano/LIS, con competenze diversificate nell’una o nell’altra lingua. L’obiettivo era il potenziamento delle abilità in lingua italiana, esclusivamente scritta; fin dal primo momento è stato chiarito che per le interazioni ciascuno poteva liberamente far ricorso alla LIS o all’italiano, senza costrizioni di sorta (concretamente è avvenuto che le insegnanti hanno utilizzato sempre la LIS, lingua compresa da tutti, i corsisti quasi sempre la LIS, con rare eccezioni). Stimoli di varia natura sono stati forniti, sfruttando prevalentemente il canale visivo, ovvero quello privilegiato dalle persone sorde. Lavorare sulle competenze pragmatiche in L2 (l’italiano) a partire dalla L1 (la LIS), ci ha consentito di osservare le potenzialità di una didattica fondata sul bilinguismo che permette ai corsisti di esprimersi liberamente evitando gli imbarazzi dati da un obbligo di ricorrere all’italiano orale: i corsisti hanno avuto modo di avanzare riflessioni metalinguistiche, di mettersi in gioco con strutture complesse, di lavorare fra pari, rimettendo in moto un processo di potenziamento della lingua.
2022
9788835141952
Lingua dei Segni Italiana (LIS), italiano, sordità, bilinguismo, didattica, apprendenti adulti
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/560530
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