Finalità della nostra ricerca è analizzare come e in che misura la letteratura, la lingua e la cultura gastronomica trovino spazio e significato nelle opere degli scrittori italiani tra Otto e Novecento, periodo delicato e nodale per il costituirsi di un identità nazionale italiana che precede l effettiva esistenza di una Nazione libera e unita. Un tema di grande ampiezza e complessità, dunque, che si presta ad essere affrontato dalle più diverse angolature critiche. Se infatti trattare di cibo, cucina, ricette e ricettari può apparire a primo acchito un tema poco pregnante o persino frivolo, ad un attenta riflessione appare chiaro che, al contrario, nel cibo, e quindi nell esperienza alimentare, si coniugano felicemente e in modo significativo storia e natura. Considerazione tanto più valida qualora ci si addentri in ambito letterario, giacché la letteratura è espressione alta e incisiva del pensiero e dell agire umani. All interno della dimensione letteraria, infatti, s inseriscono la dimensione antropologica del cibo come nutrimento e mezzo di sostentamento, quella sociologica relativa alle diverse classi sociali, quella politico-economica attinente al potere e quella squisitamente culturale dei valori e delle idee. Una pleiade di contesti diversi ma al tempo stesso contigui, in cui una delle principali attività umane, la nutrizione, si trasforma in segno verbale e quindi linguistico. Non è quindi peregrino utilizzare la storia alimentare come lente attraverso cui osservare le dinamiche politiche, economiche e sociali precedenti e successive al processo d unificazione italiana, e men che meno applicarla alla letteratura, arte per eccellenza incline parafrasando Blumenberg alla «leggibilità del mondo». La funzione connotativa assunta dal cibo all interno del testo letterario, infatti, permette un efficace espressione e caratterizzazione di eventi e personaggi a vari livelli: politico economico psicologico affettivo e sociale. Scorrendo i testi letterari e non redatti da autori vissuti nel delicato periodo che ha portato all unificazione del nostro paese (da Manzoni a Verga e De Roberto, dalla Serao a De Amicis e Collodi, da Tomasi di Lampedusa a Vittorini, senza tralasciare Rajberti e Artusi) emergono dati di estremo interesse, come la costante preoccupazione della sussistenza, il divario tra cucina povera e popolare e quella ricca e aristocratica, l utilizzo di tecniche culinarie, prodotti, usanze che rinviano a campi semantici ben definiti che trascorrono dal nord al sud per mischiarsi e sovrapporsi, talora modificarsi e diventare altro .
Parole e temi della dimensione gastronomica negli scrittori Italiani fra Otto e Novecento / Marchese, DORA MARIA. - (2011 Dec 09).
Parole e temi della dimensione gastronomica negli scrittori Italiani fra Otto e Novecento
MARCHESE, DORA MARIA
2011-12-09
Abstract
Finalità della nostra ricerca è analizzare come e in che misura la letteratura, la lingua e la cultura gastronomica trovino spazio e significato nelle opere degli scrittori italiani tra Otto e Novecento, periodo delicato e nodale per il costituirsi di un identità nazionale italiana che precede l effettiva esistenza di una Nazione libera e unita. Un tema di grande ampiezza e complessità, dunque, che si presta ad essere affrontato dalle più diverse angolature critiche. Se infatti trattare di cibo, cucina, ricette e ricettari può apparire a primo acchito un tema poco pregnante o persino frivolo, ad un attenta riflessione appare chiaro che, al contrario, nel cibo, e quindi nell esperienza alimentare, si coniugano felicemente e in modo significativo storia e natura. Considerazione tanto più valida qualora ci si addentri in ambito letterario, giacché la letteratura è espressione alta e incisiva del pensiero e dell agire umani. All interno della dimensione letteraria, infatti, s inseriscono la dimensione antropologica del cibo come nutrimento e mezzo di sostentamento, quella sociologica relativa alle diverse classi sociali, quella politico-economica attinente al potere e quella squisitamente culturale dei valori e delle idee. Una pleiade di contesti diversi ma al tempo stesso contigui, in cui una delle principali attività umane, la nutrizione, si trasforma in segno verbale e quindi linguistico. Non è quindi peregrino utilizzare la storia alimentare come lente attraverso cui osservare le dinamiche politiche, economiche e sociali precedenti e successive al processo d unificazione italiana, e men che meno applicarla alla letteratura, arte per eccellenza incline parafrasando Blumenberg alla «leggibilità del mondo». La funzione connotativa assunta dal cibo all interno del testo letterario, infatti, permette un efficace espressione e caratterizzazione di eventi e personaggi a vari livelli: politico economico psicologico affettivo e sociale. Scorrendo i testi letterari e non redatti da autori vissuti nel delicato periodo che ha portato all unificazione del nostro paese (da Manzoni a Verga e De Roberto, dalla Serao a De Amicis e Collodi, da Tomasi di Lampedusa a Vittorini, senza tralasciare Rajberti e Artusi) emergono dati di estremo interesse, come la costante preoccupazione della sussistenza, il divario tra cucina povera e popolare e quella ricca e aristocratica, l utilizzo di tecniche culinarie, prodotti, usanze che rinviano a campi semantici ben definiti che trascorrono dal nord al sud per mischiarsi e sovrapporsi, talora modificarsi e diventare altro .File | Dimensione | Formato | |
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