L'interrogativo di fondo che attraversa la tesi è se sia possibile conciliare le nuove istanze deterministiche del comportamento umano, basate sulla negazione del libero arbitrio, con il concetto di responsabilità penale presente nel nostro ordinamento giuridico, cioè in una situazione che presuppone la libertà. Per rispondere adeguatamente a tale interrogativo sicuramente uno dei più pressanti tra quelli posti nell attuale dibattito tra neuroscienze e diritto si è ritenuto opportuno comprendere, innanzitutto, se esso rappresenti uno scenario realmente inedito o se riproponga, al di là della notevole diversità del contesto storico-sociale, quello già sviluppatosi a partire dalla seconda metà dell'Ottocento in tutta Europa con la pubblicazione del celebre libro L'uomo delinquente di Cesare Lombroso. Ci si è chiesti, in particolare, se oggi i neuroscienziati e i genetisti che cercano di discostarsi quanto più possibile da Lombroso laddove riteneva il delitto come un fenomeno naturale e necessario, non stiano in realtà compiendo una sorta di parricidio mancato , riproponendo lo stesso paradigma che tentano di negare. Per sciogliere tale nodo si è ritenuto opportuno, nella prima parte, procedere ad una sorta di corpo a corpo con l'indagine lombrosiana, caratterizzata, com è noto, dal tentativo di scoprire le cause biologiche del crimine. Nella seconda parte, invece, vengono passati in rassegna alcuni recenti casi giurisprudenziali italiani e stranieri, in cui è risultato determinante il ruolo dei neuroscienziati. La novità più rilevante emersa da tali casi sta nella possibilità di leggere nel cervello degli imputati o di individuare una tara genetica che li rende non responsabili davanti alla legge.
CESARE LOMBROSO E LE NEUROSCIENZE: UN PARRICIDIO MANCATO? / Musumeci, Emilia. - (2011 Dec 09).
CESARE LOMBROSO E LE NEUROSCIENZE: UN PARRICIDIO MANCATO?
MUSUMECI, EMILIA
2011-12-09
Abstract
L'interrogativo di fondo che attraversa la tesi è se sia possibile conciliare le nuove istanze deterministiche del comportamento umano, basate sulla negazione del libero arbitrio, con il concetto di responsabilità penale presente nel nostro ordinamento giuridico, cioè in una situazione che presuppone la libertà. Per rispondere adeguatamente a tale interrogativo sicuramente uno dei più pressanti tra quelli posti nell attuale dibattito tra neuroscienze e diritto si è ritenuto opportuno comprendere, innanzitutto, se esso rappresenti uno scenario realmente inedito o se riproponga, al di là della notevole diversità del contesto storico-sociale, quello già sviluppatosi a partire dalla seconda metà dell'Ottocento in tutta Europa con la pubblicazione del celebre libro L'uomo delinquente di Cesare Lombroso. Ci si è chiesti, in particolare, se oggi i neuroscienziati e i genetisti che cercano di discostarsi quanto più possibile da Lombroso laddove riteneva il delitto come un fenomeno naturale e necessario, non stiano in realtà compiendo una sorta di parricidio mancato , riproponendo lo stesso paradigma che tentano di negare. Per sciogliere tale nodo si è ritenuto opportuno, nella prima parte, procedere ad una sorta di corpo a corpo con l'indagine lombrosiana, caratterizzata, com è noto, dal tentativo di scoprire le cause biologiche del crimine. Nella seconda parte, invece, vengono passati in rassegna alcuni recenti casi giurisprudenziali italiani e stranieri, in cui è risultato determinante il ruolo dei neuroscienziati. La novità più rilevante emersa da tali casi sta nella possibilità di leggere nel cervello degli imputati o di individuare una tara genetica che li rende non responsabili davanti alla legge.File | Dimensione | Formato | |
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