L'incidenza delle complicanze chirurgiche del trapianto renale è notevolmente diminuita nel corso degli ultimi anni; e questo non solo grazie all'evoluzione dei mezzi diagnostici e ad una migliore conoscenza dei farmaci immunosoppressori ma anche grazie all'evoluzione delle tecniche chirurgiche. Le complicanze più comuni si verificano nella maggior parte dei casi nel precoce periodo postoperatorio, mentre altre si manifestano diversi anni dopo. L'inizio della moderna urologia è segnata da due tappe fondamentali, la prima nefrectomia laparoscopica per via transperitoneale che risale agli inizi degli anni Novanta, descritta da Clayman e la prima nefrectomia eseguita per via retroperitoneale eseguita nel 1993 da Gaur con accesso diretto senza passare attraverso la cavità peritoneale. Oggi la nefrectomia laparoscopica è un intervento largamente diffuso in quasi tutti i Centri che praticano routinariamente la chirurgia laparoscopica. Dopo una prima fase di incertezze, legata ad una ancora non ben nota conoscenza dei risultati a distanza, oggi questa procedura è indicata anche per patologie oncologiche. La tecnica della nefrectomia laparoscopica su donatore vivente ha rivoluzionato il trapianto renale, infatti permette, riducendo la morbilità chirurgica pur mantenendo le possibilità di un buon risultato nel ricevente, di aumentare il numero dei donatori. Questa tecnica divenuta il metodo di prelievo di riferimento nei centri di trapianti in tutto il mondo, non presenta controindicazioni assolute. Scopo della tesi sarà attraverso una revisione della letteratura, individuare l'evidenza clinica delle complicanze chirurgiche dopo prelievo renale rispetto alle precedenti tecniche con particolare attenzione ai diversi aspetti relativi sia al donatore che al ricevente in termini di morbilità e di mortalità. Sulla base di una attenta analisi dell'esperienza clinica si è focalizzata l'attenzione sui problemi tecnici legati al prelievo del rene, sulla comparsa di linfoceli, sulle complicanze vascolari, urinarie e su quelle di ordine generale. La casistica osservata include pazienti (maschi e femmine) di età media tra i 20-70 anni sottoposti ad intervento chirurgico eseguito per complicanze dopo prelievo renale laparoscopico e non, nel periodo che va dal 2003 al 2013. Sono stati raccolti e analizzati vari fattori, quali la tecnica operatoria precedentemente utilizzata, il tipo di complicanze, l'anno del prelievo, il tipo di trattamento effettuato per complicanze e il periodo post operatorio

Le complicanze chirurgiche de trapianto renale. La laparoscopia può essere d'aiuto? / Latteri, FRANCESCO SAVERIO. - (2013 Dec 10).

Le complicanze chirurgiche de trapianto renale. La laparoscopia può essere d'aiuto?

LATTERI, FRANCESCO SAVERIO
2013-12-10

Abstract

L'incidenza delle complicanze chirurgiche del trapianto renale è notevolmente diminuita nel corso degli ultimi anni; e questo non solo grazie all'evoluzione dei mezzi diagnostici e ad una migliore conoscenza dei farmaci immunosoppressori ma anche grazie all'evoluzione delle tecniche chirurgiche. Le complicanze più comuni si verificano nella maggior parte dei casi nel precoce periodo postoperatorio, mentre altre si manifestano diversi anni dopo. L'inizio della moderna urologia è segnata da due tappe fondamentali, la prima nefrectomia laparoscopica per via transperitoneale che risale agli inizi degli anni Novanta, descritta da Clayman e la prima nefrectomia eseguita per via retroperitoneale eseguita nel 1993 da Gaur con accesso diretto senza passare attraverso la cavità peritoneale. Oggi la nefrectomia laparoscopica è un intervento largamente diffuso in quasi tutti i Centri che praticano routinariamente la chirurgia laparoscopica. Dopo una prima fase di incertezze, legata ad una ancora non ben nota conoscenza dei risultati a distanza, oggi questa procedura è indicata anche per patologie oncologiche. La tecnica della nefrectomia laparoscopica su donatore vivente ha rivoluzionato il trapianto renale, infatti permette, riducendo la morbilità chirurgica pur mantenendo le possibilità di un buon risultato nel ricevente, di aumentare il numero dei donatori. Questa tecnica divenuta il metodo di prelievo di riferimento nei centri di trapianti in tutto il mondo, non presenta controindicazioni assolute. Scopo della tesi sarà attraverso una revisione della letteratura, individuare l'evidenza clinica delle complicanze chirurgiche dopo prelievo renale rispetto alle precedenti tecniche con particolare attenzione ai diversi aspetti relativi sia al donatore che al ricevente in termini di morbilità e di mortalità. Sulla base di una attenta analisi dell'esperienza clinica si è focalizzata l'attenzione sui problemi tecnici legati al prelievo del rene, sulla comparsa di linfoceli, sulle complicanze vascolari, urinarie e su quelle di ordine generale. La casistica osservata include pazienti (maschi e femmine) di età media tra i 20-70 anni sottoposti ad intervento chirurgico eseguito per complicanze dopo prelievo renale laparoscopico e non, nel periodo che va dal 2003 al 2013. Sono stati raccolti e analizzati vari fattori, quali la tecnica operatoria precedentemente utilizzata, il tipo di complicanze, l'anno del prelievo, il tipo di trattamento effettuato per complicanze e il periodo post operatorio
10-dic-2013
laparoscopy, transplantation, kidney. Complicanze trapianto renale
Le complicanze chirurgiche de trapianto renale. La laparoscopia può essere d'aiuto? / Latteri, FRANCESCO SAVERIO. - (2013 Dec 10).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/585475
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