Nonostante l estrema rilevanza istituzionale e sociale dei valori sottesi, il principio della ragionevole durata appare il pilastro meno attuato della riforma sul giusto processo e ciò è tristemente sottolineato dalle numerose pronunce di condanna emesse nei confronti dell Italia dagli organismi sovranazionali. La necessità che vengano accelerati i ritmi della giustizia penale è indubbia. Si comprende bene dunque l interesse di una ricerca volta a scrutare le aporie, i motivi che stanno alla base delle disfunzioni e soprattutto le cause dei ritardi che sono connaturati al funzionamento della nostra macchina giudiziaria. In tale prospettiva, è evidente l importanza di un corretto svolgimento della fase delle indagini preliminari, il quale permetterebbe di evitare la celebrazione dell udienza preliminare e soprattutto del dibattimento. Per tale ragione, il presente lavoro esamina, con riferimento alle potenzialità del principio della durata ragionevole, la fase volta alla ricerca e alla raccolta degli elementi di prova. In primo luogo, perché, assumendo il délai raisonnable quale valore oggettivo di riferimento, è questa per definizione la fase più oscura del processo, in cui troneggia la figura del pubblico ministero quale dominus quasi incontrastato cui fa da contrappeso un controllo giurisdizionale palesemente non abbastanza incisivo. In secondo luogo, perché è soprattutto nel corso delle indagini preliminari che non possono essere in alcun modo trascurati i valori soggettivi di tutela sia della vittima sia dell accusato, quest ultimo nella prassi spesso ignaro di essere parte di un procedimento penale fino al momento della sua chiusura. Si è scelto di condurre tale ricerca iniziando dalla ricostruzione dell esegesi del principio della ragionevole durata del processo quale diritto statuito nei testi normativi a livello interno e sovranazionale secondo l elaborazione delle Corti nazionali ed europee, analizzando anche i rimedi che sono stati proposti dal legislatore italiano per garantirne una corretta applicazione. La seconda parte, cuore della trattazione, si è incentrata sul punto principale della ricerca: la fase delle investigazioni e in particolare sul legame imprescindibile che sussiste tra l impianto sistematico del processo e i tempi delle indagini preliminari allo scopo di indagarne fondamenta e ragioni nonché di scandagliarne la misura quantitativa e qualitativa. Infatti, la fase deputata alla ricerca degli elementi di prova rientra in toto nell area del fair trial e pertanto gode della conseguente copertura costituzionale, anche se in concreto la specificità delle indagini preliminari presuppone una diversa modalità di attuazione dei principi del giusto processo. Sono state poi affrontate le questioni connesse ai termini di durata della fase investigativa con riferimento al nesso intrinseco che le lega alle scelte che stanno alla base del modello processuale la cui impostazione sistematica, fondata sull autonomia delle fasi a seguito della riforma del 1988, risulta radicalmente mutata nel rapporto tra azione e prova. Infine ci si è chiesti se la fissazione di limiti cronologici alla fase investigativa sia compatibile con un sistema nel quale gli elementi raccolti nel corso delle indagini preliminari non sono più utilizzabili ai fini dell accertamento della colpevolezza. Si è proceduto dunque ad un esame della disciplina della fase delle indagini preliminari avendo cura di analizzare gli obiettivi che hanno condotto il legislatore a scegliere di porre dei controlli periodici sulla durata delle investigazioni e di fissare un termine ultimo per il loro svolgimento, analizzando le eventuali aporie applicative del sistema così predisposto, rilevandone i profili di illegittimità costituzionale e, in ultima analisi, cercando di formulare de iure condendo delle proposte di riforma.

La (ir)ragionevole durata delle indagini preliminari / LA SPINA, Livio. - (2013 Dec 05).

La (ir)ragionevole durata delle indagini preliminari

LA SPINA, LIVIO
2013-12-05

Abstract

Nonostante l estrema rilevanza istituzionale e sociale dei valori sottesi, il principio della ragionevole durata appare il pilastro meno attuato della riforma sul giusto processo e ciò è tristemente sottolineato dalle numerose pronunce di condanna emesse nei confronti dell Italia dagli organismi sovranazionali. La necessità che vengano accelerati i ritmi della giustizia penale è indubbia. Si comprende bene dunque l interesse di una ricerca volta a scrutare le aporie, i motivi che stanno alla base delle disfunzioni e soprattutto le cause dei ritardi che sono connaturati al funzionamento della nostra macchina giudiziaria. In tale prospettiva, è evidente l importanza di un corretto svolgimento della fase delle indagini preliminari, il quale permetterebbe di evitare la celebrazione dell udienza preliminare e soprattutto del dibattimento. Per tale ragione, il presente lavoro esamina, con riferimento alle potenzialità del principio della durata ragionevole, la fase volta alla ricerca e alla raccolta degli elementi di prova. In primo luogo, perché, assumendo il délai raisonnable quale valore oggettivo di riferimento, è questa per definizione la fase più oscura del processo, in cui troneggia la figura del pubblico ministero quale dominus quasi incontrastato cui fa da contrappeso un controllo giurisdizionale palesemente non abbastanza incisivo. In secondo luogo, perché è soprattutto nel corso delle indagini preliminari che non possono essere in alcun modo trascurati i valori soggettivi di tutela sia della vittima sia dell accusato, quest ultimo nella prassi spesso ignaro di essere parte di un procedimento penale fino al momento della sua chiusura. Si è scelto di condurre tale ricerca iniziando dalla ricostruzione dell esegesi del principio della ragionevole durata del processo quale diritto statuito nei testi normativi a livello interno e sovranazionale secondo l elaborazione delle Corti nazionali ed europee, analizzando anche i rimedi che sono stati proposti dal legislatore italiano per garantirne una corretta applicazione. La seconda parte, cuore della trattazione, si è incentrata sul punto principale della ricerca: la fase delle investigazioni e in particolare sul legame imprescindibile che sussiste tra l impianto sistematico del processo e i tempi delle indagini preliminari allo scopo di indagarne fondamenta e ragioni nonché di scandagliarne la misura quantitativa e qualitativa. Infatti, la fase deputata alla ricerca degli elementi di prova rientra in toto nell area del fair trial e pertanto gode della conseguente copertura costituzionale, anche se in concreto la specificità delle indagini preliminari presuppone una diversa modalità di attuazione dei principi del giusto processo. Sono state poi affrontate le questioni connesse ai termini di durata della fase investigativa con riferimento al nesso intrinseco che le lega alle scelte che stanno alla base del modello processuale la cui impostazione sistematica, fondata sull autonomia delle fasi a seguito della riforma del 1988, risulta radicalmente mutata nel rapporto tra azione e prova. Infine ci si è chiesti se la fissazione di limiti cronologici alla fase investigativa sia compatibile con un sistema nel quale gli elementi raccolti nel corso delle indagini preliminari non sono più utilizzabili ai fini dell accertamento della colpevolezza. Si è proceduto dunque ad un esame della disciplina della fase delle indagini preliminari avendo cura di analizzare gli obiettivi che hanno condotto il legislatore a scegliere di porre dei controlli periodici sulla durata delle investigazioni e di fissare un termine ultimo per il loro svolgimento, analizzando le eventuali aporie applicative del sistema così predisposto, rilevandone i profili di illegittimità costituzionale e, in ultima analisi, cercando di formulare de iure condendo delle proposte di riforma.
5-dic-2013
prosecutor, human rights, criminal trial, evidence, charge, pubblico ministero, diritti umani, processo penale, prova, accusa
La (ir)ragionevole durata delle indagini preliminari / LA SPINA, Livio. - (2013 Dec 05).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/586026
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