Several co-morbidity indices, such as the Child-Turcotte-Pugh (CTP) score and the Model for End-Stage Liver Disease (MELD) score, have been used to optimize available organ resources and adjust priorities in diagnosis and allocation of grafts for patients who are candidates for liver transplantation. There have also been various attempts to create instruments to accurately predict outcomes after liver transplantation, but none has proved to be truly applicable, with the exception of the Charlson co-morbidity index (CCI). We retrospectively reviewed data of 221 liver recipients, including living-related liver transplantation and multiple organ transplantation performed between January 2006 and September 2009 at ISMETT. Survival analysis revealed a significant association of the CCI with decreased post-transplantation patient survival (p = 0.003). Furthermore, Kaplan-Meier plots and log rank test showed a significant association between graft survival and the score (p = 0.039). Our data suggest that the CCI is a simple tool for the evaluation of co-morbidity and that increased preoperative patient co-morbidity increases the risk of graft loss and patient death after liver transplantation. The CCI should be considered an important tool for improving patient care because of its potential applications for patient management.

Al fine di ottimizzare la disponibilità di organi e di migliorare l’allocazione dei graft nei pazienti in lista d’attesa per trapianto di fegato sono stati messi a punto molteplici indicatori di co-morbidità, tra i quali il Child-Turcotte-Pugh (CTP) e il Model for End-Stage Liver Disease (MELD). Sono stati inoltre effettuati diversi tentativi di messa a punto di modelli in grado di predire con accuratezza l’andamento clinico dei pazienti sottoposti a trapianto di fegato, ma nessuno di questi si è dimostrato concretamente applicabile ad eccezione del Charlson Co-Morbidity Index (CCI). Nel presente studio è stata effettuata un’analisi retrospettiva dei dati relativi a 221 riceventi di fegato (compresi i pazienti sottoposti a trapianto di fegato da donatore vivente e i pazienti sottoposti a trapianto multi organo) nel periodo compreso tra Gennaio 2006 e Settembre 2009 presso ISMETT (Istituto del Mediterraneo per i Trapianti e le Terapie ad Alta Specializzazione). L’analisi di sopravvivenza ha dimostrato un’associazione statisticamente significativa tra il CCI e la riduzione della sopravvivenza post-trapianto (p=0-003). Inoltre la curva di Kaplan-Meier e il test log-rank hanno evidenziato un’associazione statisticamente significativa tra la sopravvivenza del graft e il CCI (p=0.039). L’analisi dei dati raccolti evidenzia che lo score CCI rappresenta una metodica facilmente applicabile per la valutazione preoperatoria delle co-morbidità nei candidati a trapianto di fegato. A ciò si associa l’evidenza che un elevato CCI score preoperatorio è correlato ad un aumentato rischio di perdita del graft e di morte del paziente dopo trapianto di fegato. Il CCI dovrebbe pertanto essere considerato uno strumento importante per migliorare la cura dei candidati a trapianto di fegato data la sua applicabilità nella gestione del paziente.

L'UTILIZZO DEL CHARLSON CO-MORBIDITY INDEX (CCI) COME FATTORE PREDITTIVO DI OUTCOME DOPO TRAPIANTO DI FEGATO: RISULTATI DELL ESPERIENZA DI UN SINGOLO CENTRO TRAPIANTI / DI FRANCESCO, Fabrizio. - (2012 Jan 05).

L'UTILIZZO DEL CHARLSON CO-MORBIDITY INDEX (CCI) COME FATTORE PREDITTIVO DI OUTCOME DOPO TRAPIANTO DI FEGATO: RISULTATI DELL ESPERIENZA DI UN SINGOLO CENTRO TRAPIANTI

DI FRANCESCO, FABRIZIO
2012-01-05

Abstract

Several co-morbidity indices, such as the Child-Turcotte-Pugh (CTP) score and the Model for End-Stage Liver Disease (MELD) score, have been used to optimize available organ resources and adjust priorities in diagnosis and allocation of grafts for patients who are candidates for liver transplantation. There have also been various attempts to create instruments to accurately predict outcomes after liver transplantation, but none has proved to be truly applicable, with the exception of the Charlson co-morbidity index (CCI). We retrospectively reviewed data of 221 liver recipients, including living-related liver transplantation and multiple organ transplantation performed between January 2006 and September 2009 at ISMETT. Survival analysis revealed a significant association of the CCI with decreased post-transplantation patient survival (p = 0.003). Furthermore, Kaplan-Meier plots and log rank test showed a significant association between graft survival and the score (p = 0.039). Our data suggest that the CCI is a simple tool for the evaluation of co-morbidity and that increased preoperative patient co-morbidity increases the risk of graft loss and patient death after liver transplantation. The CCI should be considered an important tool for improving patient care because of its potential applications for patient management.
5-gen-2012
Al fine di ottimizzare la disponibilità di organi e di migliorare l’allocazione dei graft nei pazienti in lista d’attesa per trapianto di fegato sono stati messi a punto molteplici indicatori di co-morbidità, tra i quali il Child-Turcotte-Pugh (CTP) e il Model for End-Stage Liver Disease (MELD). Sono stati inoltre effettuati diversi tentativi di messa a punto di modelli in grado di predire con accuratezza l’andamento clinico dei pazienti sottoposti a trapianto di fegato, ma nessuno di questi si è dimostrato concretamente applicabile ad eccezione del Charlson Co-Morbidity Index (CCI). Nel presente studio è stata effettuata un’analisi retrospettiva dei dati relativi a 221 riceventi di fegato (compresi i pazienti sottoposti a trapianto di fegato da donatore vivente e i pazienti sottoposti a trapianto multi organo) nel periodo compreso tra Gennaio 2006 e Settembre 2009 presso ISMETT (Istituto del Mediterraneo per i Trapianti e le Terapie ad Alta Specializzazione). L’analisi di sopravvivenza ha dimostrato un’associazione statisticamente significativa tra il CCI e la riduzione della sopravvivenza post-trapianto (p=0-003). Inoltre la curva di Kaplan-Meier e il test log-rank hanno evidenziato un’associazione statisticamente significativa tra la sopravvivenza del graft e il CCI (p=0.039). L’analisi dei dati raccolti evidenzia che lo score CCI rappresenta una metodica facilmente applicabile per la valutazione preoperatoria delle co-morbidità nei candidati a trapianto di fegato. A ciò si associa l’evidenza che un elevato CCI score preoperatorio è correlato ad un aumentato rischio di perdita del graft e di morte del paziente dopo trapianto di fegato. Il CCI dovrebbe pertanto essere considerato uno strumento importante per migliorare la cura dei candidati a trapianto di fegato data la sua applicabilità nella gestione del paziente.
Post transplantation, Outcome predictor index, Liver transplantation
L'UTILIZZO DEL CHARLSON CO-MORBIDITY INDEX (CCI) COME FATTORE PREDITTIVO DI OUTCOME DOPO TRAPIANTO DI FEGATO: RISULTATI DELL ESPERIENZA DI UN SINGOLO CENTRO TRAPIANTI / DI FRANCESCO, Fabrizio. - (2012 Jan 05).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/586202
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