La Clamydophyla pneumoniae infetta le cellule epiteliali del tratto respiratorio causando faringiti, bronchiti, e polmoniti acquisite; occasionalmente è anche responsabile di otiti, meningoencefaliti ed endocarditi. Recenti studi hanno definito la C.pneumoniae come il più comune patogeno intracellulare non virale, e la sua persistenza nei monociti può essere implicata nella genesi di patologie croniche, quali l'asma dell'adulto, la lesione aterosclerotica, la malattia di Alzheimer e la Sclerosi Multipla. L'associazione dell'infezione di C.pneumoniae con l'asma è controversa. Dal momento che un infezione non diagnosticata, e quindi non trattata, da C.pneumoniae può essere causa di una patologia cronica, è cruciale che la malattia sia diagnosticata e trattata tempestivamente. L'obiettivo del presente studio è stato quello di rilevare l'eventuale infezione da Chlamidophyla pneumoniae nei soggetti asmatici per poter confermare e valutare il grado di coinvolgimento di questo patogeno nell'asma grave e al fine di fornire un trattamento terapeutico specifico per tali soggetti. Ad oggi non è stata ancora possibile la standardizzazione di un test diagnostico che risulti accurato e affidabile nell'identificazione di C.pneumoniae e ciò rende difficoltoso indagare il ruolo di questo patogeno nelle malattie croniche. Un ulteriore ostacolo è rappresentato dalla difficoltà (sia in termini pratici che etici) nel campionamento del tratto respiratorio inferiore nelle popolazioni rappresentative di pazienti con asma e soggetti di controllo. In questo studio sono state utilizzate le tecniche colturali, sierologiche e molecolari per la rilevazione e l'identificazione del patogeno al fine di valutare anche la sensibilità e la specificità di questi test per la diagnosi in questo tipo di patologia. Le numerose evidenze provenienti da studi siero-epidemiologici hanno dimostrato che molti asmatici hanno livelli elevati di anticorpi anti-C.pneumoniae. Tuttavia, è importante notare che le prove di un'associazione tra l'infezione di batteri atipici e l'asma non dimostrano un ruolo diretto causa-effetto nella sua patogenesi, bensì potrebbero indicare una maggiore suscettibilità alle infezioni che determina una maggiore frequenza di rilevamento. L'ipotesi più probabile è che la maggiore suscettibilità alle infezioni respiratorie nei soggetti asmatici porta ad un aumento delle infezioni da parte di batteri atipici, che svolgono un ruolo diretto nell'incremento dell'infiammazione delle vie aeree, contribuendo direttamente alla patogenesi dell'asma. Dai nostri dati emerge una sieropositività nei sieri dei soggetti asmatici analizzati che ci porta a considerare la notevole circolazione della C.pneumoniae in questi soggetti che presentano una patologia respiratoria di base e che tuttavia non correlano con i dati di rilevamento e isolamento della C.pneumoniae nei campioni analizzati mediante tecniche colturali, immunofluorescenza diretta e metodiche molecolari, probabilmente a causa delle caratteristiche intrinseche e quantitative del campione stesso. Bisogna sottolineare che la diagnosi non deve mai basarsi esclusivamente sui dati sierologici che devono essere interpretati tenendo in considerazione il quadro clinico e altri reperti diagnostici. In conclusione sono necessari ulteriori studi prevedendo la possibilità di monitorare nel tempo i pazienti per ripetere le prove sperimentali negli eventuali episodi di esacerbazione che determinano ad un aggravio del quadro clinico stesso, per valutare se l infezione di patogeni atipici quali la C.pneumoniae per le sue caratteristiche peculiari possa concorrere, in una fase iniziale e/o avanzata, come agente eziologico o concausa nella gravità o nell'esacerbazione della malattia asmatica.

RUOLO DELL'INFEZIONE DA CHLAMYDOPHILA PNEUMONIAE IN PAZIENTI AFFETTI DA ASMA GRAVE / Tiralongo, Adriana. - (2012 Dec 09).

RUOLO DELL'INFEZIONE DA CHLAMYDOPHILA PNEUMONIAE IN PAZIENTI AFFETTI DA ASMA GRAVE

TIRALONGO, ADRIANA
2012-12-09

Abstract

La Clamydophyla pneumoniae infetta le cellule epiteliali del tratto respiratorio causando faringiti, bronchiti, e polmoniti acquisite; occasionalmente è anche responsabile di otiti, meningoencefaliti ed endocarditi. Recenti studi hanno definito la C.pneumoniae come il più comune patogeno intracellulare non virale, e la sua persistenza nei monociti può essere implicata nella genesi di patologie croniche, quali l'asma dell'adulto, la lesione aterosclerotica, la malattia di Alzheimer e la Sclerosi Multipla. L'associazione dell'infezione di C.pneumoniae con l'asma è controversa. Dal momento che un infezione non diagnosticata, e quindi non trattata, da C.pneumoniae può essere causa di una patologia cronica, è cruciale che la malattia sia diagnosticata e trattata tempestivamente. L'obiettivo del presente studio è stato quello di rilevare l'eventuale infezione da Chlamidophyla pneumoniae nei soggetti asmatici per poter confermare e valutare il grado di coinvolgimento di questo patogeno nell'asma grave e al fine di fornire un trattamento terapeutico specifico per tali soggetti. Ad oggi non è stata ancora possibile la standardizzazione di un test diagnostico che risulti accurato e affidabile nell'identificazione di C.pneumoniae e ciò rende difficoltoso indagare il ruolo di questo patogeno nelle malattie croniche. Un ulteriore ostacolo è rappresentato dalla difficoltà (sia in termini pratici che etici) nel campionamento del tratto respiratorio inferiore nelle popolazioni rappresentative di pazienti con asma e soggetti di controllo. In questo studio sono state utilizzate le tecniche colturali, sierologiche e molecolari per la rilevazione e l'identificazione del patogeno al fine di valutare anche la sensibilità e la specificità di questi test per la diagnosi in questo tipo di patologia. Le numerose evidenze provenienti da studi siero-epidemiologici hanno dimostrato che molti asmatici hanno livelli elevati di anticorpi anti-C.pneumoniae. Tuttavia, è importante notare che le prove di un'associazione tra l'infezione di batteri atipici e l'asma non dimostrano un ruolo diretto causa-effetto nella sua patogenesi, bensì potrebbero indicare una maggiore suscettibilità alle infezioni che determina una maggiore frequenza di rilevamento. L'ipotesi più probabile è che la maggiore suscettibilità alle infezioni respiratorie nei soggetti asmatici porta ad un aumento delle infezioni da parte di batteri atipici, che svolgono un ruolo diretto nell'incremento dell'infiammazione delle vie aeree, contribuendo direttamente alla patogenesi dell'asma. Dai nostri dati emerge una sieropositività nei sieri dei soggetti asmatici analizzati che ci porta a considerare la notevole circolazione della C.pneumoniae in questi soggetti che presentano una patologia respiratoria di base e che tuttavia non correlano con i dati di rilevamento e isolamento della C.pneumoniae nei campioni analizzati mediante tecniche colturali, immunofluorescenza diretta e metodiche molecolari, probabilmente a causa delle caratteristiche intrinseche e quantitative del campione stesso. Bisogna sottolineare che la diagnosi non deve mai basarsi esclusivamente sui dati sierologici che devono essere interpretati tenendo in considerazione il quadro clinico e altri reperti diagnostici. In conclusione sono necessari ulteriori studi prevedendo la possibilità di monitorare nel tempo i pazienti per ripetere le prove sperimentali negli eventuali episodi di esacerbazione che determinano ad un aggravio del quadro clinico stesso, per valutare se l infezione di patogeni atipici quali la C.pneumoniae per le sue caratteristiche peculiari possa concorrere, in una fase iniziale e/o avanzata, come agente eziologico o concausa nella gravità o nell'esacerbazione della malattia asmatica.
9-dic-2012
Asthma, Chlamydophila pneumoniae, Chlamydia pneumoniae infection, asma, infezione da Chlamydia pneumoniae
RUOLO DELL'INFEZIONE DA CHLAMYDOPHILA PNEUMONIAE IN PAZIENTI AFFETTI DA ASMA GRAVE / Tiralongo, Adriana. - (2012 Dec 09).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/587306
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