During the 16th century in the mediterrean area (and in particular in Sicily) the most representative dynamics and events reached maximum intensity in the 1570s. At the time the struggle and tension in the basin between the western catholic countries (allied, though with some difficulty, in the Holy League) on the one side and the Ottoman empire on the other reached its apex, producing enormous consequences on the territories, economies and societies. At the same time together with the events connected to the conflict that decade was the highest moment of the genoese success in financial and trade exchanges both in the Mediterrean and in the rest of Europe. It was then that the penetration of ligurian capital into the productive systems of the catholic area became extremely invasive. The consequences of these events for Sicily and its population were vital. The island was compelled to improve its already active industrial sector, to change its production and even to plan a different organization of its land and territory. Even the international technical-scientific community including the cartographic society not actively involved until then in the regions of Europe farther away from the centre of the continent now started to provide contributions and to produce more and more sophisticated and useful representations to aid the defensive and trading needs of the kingdom. So delicate circumstance were made even more problematic by the onset of a terrible epidemic of plague in 1575. This meant the creation and application by central authorities of control and intervention tools all over Sicily. It also brought to light features and peculiarities of the island unknow prior to these events. The analysis of so many and so complex phenomena within Sicily can not avoid taking into consideration an overall view of the institutions and politics of this small kingdom, at the time in the hands of Carlo Aragona Tagliavia, one of the most capable and influential rulers of the century.

Le dinamiche e i rivolgimenti più rappresentativi del Cinquecento mediterraneo e siciliano in particolare raggiunsero l’apice della propria intensità lungo gli anni Settanta. In quel periodo, infatti, lo scontro tra l’occidente cattolico, unito a fatica nella Lega santa, e l’impero Ottomano segnò il momento di maggior tensione tra le due sponde del bacino, generando enormi ricadute sui territori, economie e società di tutti i paesi dello scacchiere. Allo stesso tempo - parallelamente ai fenomeni connessi al conflitto - quel decennio fu il momento più espressivo della fortuna genovese nei traffici commerciali e finanziari mediterranei quanto europei, giacché proprio allora la penetrazione del capitale ligure nei sistemi produttivi dell’area cattolica divenne particolarmente invasiva. Le ricadute di queste vicissitudini sulla Sicilia e sui suoi abitanti si rivelarono di enorme portata; l’isola fu gioco forza costretta a rafforzare il proprio tessuto industriale incredibilmente vitale -, a rimodulare le proprie risorse e a ripensare persino la gestione del proprio spazio, del proprio territorio. Lo stesso mondo tecnico-scientifico internazionale - incluso quello cartografico - fino al secolo prima ben poco coinvolto nella periferia del continente, iniziò a fornire contributi e rappresentazioni sempre più curati e funzionali alle esigenze difensive e commerciali del regno. Una congiuntura tanto delicata venne ulteriormente resa problematica dall’insorgere della terribile pestilenza del 1575 la quale comportò una implementazione degli strumenti di controllo e di intervento dell’autorità centrale nei confronti delle periferie e delle variegate realtà territoriali dell’isola, mettendone in luce contemporaneamente caratteristiche e peculiarità fino a quel momento ben poco note. L’analisi di tanti e complessi fenomeni nella realtà siciliana non può prescindere da uno sguardo d insieme sulle istituzioni e la politica del piccolo regno, allora saldamente nelle mani di Carlo Aragona Tagliavia: uno tra gli uomini di potere tra i più abili e influenti di tutto il secolo.

Territorio,economia e popolazione nella Sicilia d'età moderna (1571-1577) / Galizia, Salvatore. - (2012 Dec 10).

Territorio,economia e popolazione nella Sicilia d'età moderna (1571-1577)

GALIZIA, SALVATORE
2012-12-10

Abstract

During the 16th century in the mediterrean area (and in particular in Sicily) the most representative dynamics and events reached maximum intensity in the 1570s. At the time the struggle and tension in the basin between the western catholic countries (allied, though with some difficulty, in the Holy League) on the one side and the Ottoman empire on the other reached its apex, producing enormous consequences on the territories, economies and societies. At the same time together with the events connected to the conflict that decade was the highest moment of the genoese success in financial and trade exchanges both in the Mediterrean and in the rest of Europe. It was then that the penetration of ligurian capital into the productive systems of the catholic area became extremely invasive. The consequences of these events for Sicily and its population were vital. The island was compelled to improve its already active industrial sector, to change its production and even to plan a different organization of its land and territory. Even the international technical-scientific community including the cartographic society not actively involved until then in the regions of Europe farther away from the centre of the continent now started to provide contributions and to produce more and more sophisticated and useful representations to aid the defensive and trading needs of the kingdom. So delicate circumstance were made even more problematic by the onset of a terrible epidemic of plague in 1575. This meant the creation and application by central authorities of control and intervention tools all over Sicily. It also brought to light features and peculiarities of the island unknow prior to these events. The analysis of so many and so complex phenomena within Sicily can not avoid taking into consideration an overall view of the institutions and politics of this small kingdom, at the time in the hands of Carlo Aragona Tagliavia, one of the most capable and influential rulers of the century.
10-dic-2012
Le dinamiche e i rivolgimenti più rappresentativi del Cinquecento mediterraneo e siciliano in particolare raggiunsero l’apice della propria intensità lungo gli anni Settanta. In quel periodo, infatti, lo scontro tra l’occidente cattolico, unito a fatica nella Lega santa, e l’impero Ottomano segnò il momento di maggior tensione tra le due sponde del bacino, generando enormi ricadute sui territori, economie e società di tutti i paesi dello scacchiere. Allo stesso tempo - parallelamente ai fenomeni connessi al conflitto - quel decennio fu il momento più espressivo della fortuna genovese nei traffici commerciali e finanziari mediterranei quanto europei, giacché proprio allora la penetrazione del capitale ligure nei sistemi produttivi dell’area cattolica divenne particolarmente invasiva. Le ricadute di queste vicissitudini sulla Sicilia e sui suoi abitanti si rivelarono di enorme portata; l’isola fu gioco forza costretta a rafforzare il proprio tessuto industriale incredibilmente vitale -, a rimodulare le proprie risorse e a ripensare persino la gestione del proprio spazio, del proprio territorio. Lo stesso mondo tecnico-scientifico internazionale - incluso quello cartografico - fino al secolo prima ben poco coinvolto nella periferia del continente, iniziò a fornire contributi e rappresentazioni sempre più curati e funzionali alle esigenze difensive e commerciali del regno. Una congiuntura tanto delicata venne ulteriormente resa problematica dall’insorgere della terribile pestilenza del 1575 la quale comportò una implementazione degli strumenti di controllo e di intervento dell’autorità centrale nei confronti delle periferie e delle variegate realtà territoriali dell’isola, mettendone in luce contemporaneamente caratteristiche e peculiarità fino a quel momento ben poco note. L’analisi di tanti e complessi fenomeni nella realtà siciliana non può prescindere da uno sguardo d insieme sulle istituzioni e la politica del piccolo regno, allora saldamente nelle mani di Carlo Aragona Tagliavia: uno tra gli uomini di potere tra i più abili e influenti di tutto il secolo.
Sicily, territory, modern
Territorio,economia e popolazione nella Sicilia d'età moderna (1571-1577) / Galizia, Salvatore. - (2012 Dec 10).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/587597
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