Ritenuta da sempre un elemento strategico di supporto al complesso e logorante lavoro dell'assistente sociale, la supervisione professionale non ha mai avuto un ruolo di primo piano nel dibattito sulle politiche sociali e sul loro sviluppo, rimanendo relegata a questione prettamente interna alle professioni sociali. Negli anni si sono registrate sporadiche esperienze di supervisione in singole realtà organizzative i cui esiti sono rimasti, spesso, patrimonio del singolo professionista (e dell'organizzazione), alimentando anche il permanere di una certa indefinitezza riguardo a una sua chiara caratterizzazione. La recente individuazione del servizio sociale professionale come Livello essenziale delle prestazioni sociali - LEPS (Piano sociale nazionale 2018-21), cioè come servizio da garantire su tutto il territorio nazionale per la sua rilevanza nel garantire i diritti sociali, ha favorito il riconoscimento di LEPS anche per la supervisione professionale per gli operatori sociali, in quanto servizio di meta-livello di supporto e riflessività professionale, con ricadute sugli esiti delle prestazioni sociali e della loro riprogrammazione. in quanto LEPS - e dunque servizio al cittadino orientato a favorire la realizzazione di adeguate prestazioni - la supervisione, insieme alla funzione di sostenere l'operatore nella riflessività sul proprio agire professionale (collegamento teoria-prassi, rielaborazione della propria esperienza professionale e delle correlate emozioni, del lavoro di gruppo,...) assume un ruolo strategico anche sul piano organizzativo-istituzionale, con particolare riferimento alla "capacità" di incidere sulle decisioni e di negoziare con l'organizzazione di appartenenza sul piano tecnico-metodologico" (Piano sociale nazionale 2021-23). La supervisione professionale come LEPS presuppone, dunque, una riflessione anche sul piano amministrativo-procedurale, aspetto imprescindibile nella gestione degli interventi in favore dell'individuo e/o dei gruppi (ibidem). Al riguardo, il PNRR ha previsto specifici finanziamenti per l'avvio di percorsi di supervisione professionale negli ambiti territoriali sociali (ATS), attualmente in corso di realizzazione. Il lavoro proposto propone un approfondimento sul tema della supervisione professionale nei servizi sociali, con un'analisi delle principali aree di contenuto dei percorsi formativi in supervisione avviati in Italia in seguito al riconoscimento come LEPS e gli esiti di alcuni percorsi di supervisione attivati sui territori, al fine di contribuire a delineare le caratteristiche su cui si sta consolidando la supervisione come LEPS tenuto conto del dibattito internazionale e della (poca) letteratura italiana sul tema.
La supervisione professionale nei servizi sociali: riflessività nel servizio sociale professionale come livello essenziale delle prestazioni sociali
Castro Maria Pia
2024-01-01
Abstract
Ritenuta da sempre un elemento strategico di supporto al complesso e logorante lavoro dell'assistente sociale, la supervisione professionale non ha mai avuto un ruolo di primo piano nel dibattito sulle politiche sociali e sul loro sviluppo, rimanendo relegata a questione prettamente interna alle professioni sociali. Negli anni si sono registrate sporadiche esperienze di supervisione in singole realtà organizzative i cui esiti sono rimasti, spesso, patrimonio del singolo professionista (e dell'organizzazione), alimentando anche il permanere di una certa indefinitezza riguardo a una sua chiara caratterizzazione. La recente individuazione del servizio sociale professionale come Livello essenziale delle prestazioni sociali - LEPS (Piano sociale nazionale 2018-21), cioè come servizio da garantire su tutto il territorio nazionale per la sua rilevanza nel garantire i diritti sociali, ha favorito il riconoscimento di LEPS anche per la supervisione professionale per gli operatori sociali, in quanto servizio di meta-livello di supporto e riflessività professionale, con ricadute sugli esiti delle prestazioni sociali e della loro riprogrammazione. in quanto LEPS - e dunque servizio al cittadino orientato a favorire la realizzazione di adeguate prestazioni - la supervisione, insieme alla funzione di sostenere l'operatore nella riflessività sul proprio agire professionale (collegamento teoria-prassi, rielaborazione della propria esperienza professionale e delle correlate emozioni, del lavoro di gruppo,...) assume un ruolo strategico anche sul piano organizzativo-istituzionale, con particolare riferimento alla "capacità" di incidere sulle decisioni e di negoziare con l'organizzazione di appartenenza sul piano tecnico-metodologico" (Piano sociale nazionale 2021-23). La supervisione professionale come LEPS presuppone, dunque, una riflessione anche sul piano amministrativo-procedurale, aspetto imprescindibile nella gestione degli interventi in favore dell'individuo e/o dei gruppi (ibidem). Al riguardo, il PNRR ha previsto specifici finanziamenti per l'avvio di percorsi di supervisione professionale negli ambiti territoriali sociali (ATS), attualmente in corso di realizzazione. Il lavoro proposto propone un approfondimento sul tema della supervisione professionale nei servizi sociali, con un'analisi delle principali aree di contenuto dei percorsi formativi in supervisione avviati in Italia in seguito al riconoscimento come LEPS e gli esiti di alcuni percorsi di supervisione attivati sui territori, al fine di contribuire a delineare le caratteristiche su cui si sta consolidando la supervisione come LEPS tenuto conto del dibattito internazionale e della (poca) letteratura italiana sul tema.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.