Le politiche di industrializzazione promosse nel Mezzogiorno durante la stagione dell’Intervento Straordinario (IS), hanno dato vita a risultati e ricadute territoriali non sempre omogenee, traducendosi, in talune circostanze, in fenomeni di spreco di risorse economiche e ambientali. Tramite un’analisi cartografica, ottenuta dalla sovrapposizione degli agglomerati, esito delle politiche di sviluppo industriale, con la classificazione delle aree interne (AI) proposta dalla Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI), emerge che, dei 155 agglomerati ASI presenti nelle cinque regioni analizzate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), 84 ricadono all’interno di territori comunali classificati quali AI. La superficie coperta da questi agglomerati è pari a kmq 228,3, ovvero il 51% dell’area totale. Dall’analisi della carta dell’uso suolo (Corine Land Cover 2018) emerge come di queste aree solamente il 38% risulti attualmente utilizzato ai fini produttivi. Questi siti, a lungo considerati il simbolo di uno spreco di risorse economiche e l’emblema di un insensato consumo di suolo e che non si sono rivelati in grado di produrre tutti i benefici auspicati, potrebbero adesso innescare dei processi di interesse rilevante. Il progressivo affermarsi dei principi di transizione e conversione ecologica ed energetica e la grande opportunità di sviluppo offerta dall’affermazione delle Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) possono rappresentare l’occasione per utilizzare queste aree attrezzate a fini energetici. Questo contributo propone una prima valutazione delle potenzialità di installazione di impianti fotovoltaici negli agglomerati ASI, una prospettiva in grado di offrire una nuova centralità al Mezzogiorno, salvaguardando nel contempo suoli agricoli e il paesaggio
Gli agglomerati industriali delle aree interne del Mezzogiorno, da scarto a risorsa per uno sviluppo sostenibile
Antonuccio C.;Fischer E.;Martinico F.
2024-01-01
Abstract
Le politiche di industrializzazione promosse nel Mezzogiorno durante la stagione dell’Intervento Straordinario (IS), hanno dato vita a risultati e ricadute territoriali non sempre omogenee, traducendosi, in talune circostanze, in fenomeni di spreco di risorse economiche e ambientali. Tramite un’analisi cartografica, ottenuta dalla sovrapposizione degli agglomerati, esito delle politiche di sviluppo industriale, con la classificazione delle aree interne (AI) proposta dalla Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI), emerge che, dei 155 agglomerati ASI presenti nelle cinque regioni analizzate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), 84 ricadono all’interno di territori comunali classificati quali AI. La superficie coperta da questi agglomerati è pari a kmq 228,3, ovvero il 51% dell’area totale. Dall’analisi della carta dell’uso suolo (Corine Land Cover 2018) emerge come di queste aree solamente il 38% risulti attualmente utilizzato ai fini produttivi. Questi siti, a lungo considerati il simbolo di uno spreco di risorse economiche e l’emblema di un insensato consumo di suolo e che non si sono rivelati in grado di produrre tutti i benefici auspicati, potrebbero adesso innescare dei processi di interesse rilevante. Il progressivo affermarsi dei principi di transizione e conversione ecologica ed energetica e la grande opportunità di sviluppo offerta dall’affermazione delle Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) possono rappresentare l’occasione per utilizzare queste aree attrezzate a fini energetici. Questo contributo propone una prima valutazione delle potenzialità di installazione di impianti fotovoltaici negli agglomerati ASI, una prospettiva in grado di offrire una nuova centralità al Mezzogiorno, salvaguardando nel contempo suoli agricoli e il paesaggioFile | Dimensione | Formato | |
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