Ceramic artefacts originated from functional needs, but soon wealthy customers combined the functional requirement with the aesthetic and representational one, leading to the refinement of craft techniques producing objects of high aesthetic and artistic value. From the 16th century, majolica tiles also appeared as elements for church domes or bell tower spires. The bell tower is the landmark par excellence. In the settlements where the church was a modest building, economic and creative investment was concentrated in the construction of the bell tower. This architectural element, in which the community recognised its identity, had functions of visibility, recognisability and representativeness. A particular construction technique to build the spires consisted in using special bricks called zoccoli, wedge-shaped, monochrome majolica bricks in assorted colours. These elements fulfilled static, waterproofing and decorative functions. Among ceramic production centres in Sicily, Burgio, Caltagirone, Santo Stefano di Camastra, Naso, Collesano and Gangivecchio are documented to be producers of zoccoli. Sixty spires built with the technique described in this paper have been traced and located on the map. The oldest documentary trace of the use of zoccoli in Sicily dates back to 1579 and concerns a supply for the church of S. Giacomo di Collesano. The most recent, on the other hand, appears to be the church of Borgo Giuliano, built before 1940 and now in a state of ruin. Zoccoli are bricks with a curved head at one end and a tapering which gives them a characteristic wedge or truncated pyramid shape. The spires of the belfries were built by walling up the zoccoli with mortar, arranged horizontal courses gradually cantilevering inwards, and with staggered vertical joints. Usually, a stone terminal element concludes the spire. Usual causes of degradation of ceramic elements are compounded, in architectural uses, by those typical of building artefacts, which are exposed to atmospheric agents. So, for the diagnosis of the causes of deterioration and then for the conservation and restoration activities, the architectural artefact as a whole must be considered, rather than the individual ceramic elements. If these elements fulfil also structural function the static behaviour of the structure must be assessed in order to ensure the safety of the building.

I manufatti ceramici, nati per esigenze funzionali, hanno guadagnato l’attenzione di committenti agiati che all’istanza funzionale hanno affiancato quella estetica e di rappresentatività, comportando l’affinamento delle tecniche di lavorazione e decorazione di oggetti di elevato pregio estetico e artistico. Dal XVI secolo le maioliche appaiono anche come elementi per cupole di chiese o cuspidi di campanili. Il campanile è, nel paesaggio, il punto di riferimento per eccellenza. In contesti in cui la chiesa era un edificio modesto era nella realizzazione del campanile che si concentrava l’investimento economico e creativo, dovendo questo elemento, in cui la comunità riconosceva la propria identità, assolvere a funzioni di visibilità, riconoscibilità e rappresentatività. Per l’edificazione delle cuspidi, con geometrie più o meno complesse, una peculiare tecnica costruttiva prevedeva mattoni a cuneo, gli zoccoli, elementi maiolicati monocromatici che, in colori assortiti, assolvevano a funzioni statiche, di impermeabilizzazione e, in virtù della loro disposizione, decorative. Tra i centri di produzione ceramica siciliani Burgio, Caltagirone, Santo Stefano di Camastra, Naso, Collesano e Gangivecchio risultano fornitori di zoccoli. Sono state rintracciate e localizzate su una mappa sessanta cuspidi edificate impiegandoli. La più antica traccia documentale dell’impiego di zoccoli in Sicilia risale al 1579 e riguarda una fornitura per la chiesa di S. Giacomo di Collesano. La più recente realizzazione invece risulta essere la chiesa di Borgo Giuliano, costruita entro il 1940 e oggi in stato di rudere. Gli zoccoli sono mattoni che presentano una testa curva ad una estremità e, verso l’estremità opposta, una rastremazione che gli conferisce una caratteristica sagoma a cuneo o a tronco di piramide. Le cuspidi dei campanili erano elevate murando con malta gli zoccoli, su ricorsi via via a sbalzo verso l’interno, a giacitura orizzontale e a giunti verticali sfalsati. In genere un elemento terminale lapideo conclude la cuspide. Nell’impiego in Architettura, alle consuete cause di degrado degli elementi ceramici si sommano quelle tipiche dei manufatti edilizi, esposti agli agenti atmosferici. Per la diagnosi delle cause di degrado e i conseguenti interventi di conservazione e restauro, non devono quindi essere presi in considerazione i singoli elementi ceramici ma il manufatto architettonico. Quando gli elementi in ceramica sono chiamati ad adempiere a compiti anche strutturali è necessario poi valutare il comportamento statico della struttura in modo da garantirne la sicurezza.

Sulle tracce degli zoccoli. Elementi ceramici per i manti di copertura di cuspidi, cupole e pinnacoli in Sicilia

GLORIA RUSSO;Davide Li Rosi
2022-01-01

Abstract

Ceramic artefacts originated from functional needs, but soon wealthy customers combined the functional requirement with the aesthetic and representational one, leading to the refinement of craft techniques producing objects of high aesthetic and artistic value. From the 16th century, majolica tiles also appeared as elements for church domes or bell tower spires. The bell tower is the landmark par excellence. In the settlements where the church was a modest building, economic and creative investment was concentrated in the construction of the bell tower. This architectural element, in which the community recognised its identity, had functions of visibility, recognisability and representativeness. A particular construction technique to build the spires consisted in using special bricks called zoccoli, wedge-shaped, monochrome majolica bricks in assorted colours. These elements fulfilled static, waterproofing and decorative functions. Among ceramic production centres in Sicily, Burgio, Caltagirone, Santo Stefano di Camastra, Naso, Collesano and Gangivecchio are documented to be producers of zoccoli. Sixty spires built with the technique described in this paper have been traced and located on the map. The oldest documentary trace of the use of zoccoli in Sicily dates back to 1579 and concerns a supply for the church of S. Giacomo di Collesano. The most recent, on the other hand, appears to be the church of Borgo Giuliano, built before 1940 and now in a state of ruin. Zoccoli are bricks with a curved head at one end and a tapering which gives them a characteristic wedge or truncated pyramid shape. The spires of the belfries were built by walling up the zoccoli with mortar, arranged horizontal courses gradually cantilevering inwards, and with staggered vertical joints. Usually, a stone terminal element concludes the spire. Usual causes of degradation of ceramic elements are compounded, in architectural uses, by those typical of building artefacts, which are exposed to atmospheric agents. So, for the diagnosis of the causes of deterioration and then for the conservation and restoration activities, the architectural artefact as a whole must be considered, rather than the individual ceramic elements. If these elements fulfil also structural function the static behaviour of the structure must be assessed in order to ensure the safety of the building.
2022
978-88-5491-310-3
I manufatti ceramici, nati per esigenze funzionali, hanno guadagnato l’attenzione di committenti agiati che all’istanza funzionale hanno affiancato quella estetica e di rappresentatività, comportando l’affinamento delle tecniche di lavorazione e decorazione di oggetti di elevato pregio estetico e artistico. Dal XVI secolo le maioliche appaiono anche come elementi per cupole di chiese o cuspidi di campanili. Il campanile è, nel paesaggio, il punto di riferimento per eccellenza. In contesti in cui la chiesa era un edificio modesto era nella realizzazione del campanile che si concentrava l’investimento economico e creativo, dovendo questo elemento, in cui la comunità riconosceva la propria identità, assolvere a funzioni di visibilità, riconoscibilità e rappresentatività. Per l’edificazione delle cuspidi, con geometrie più o meno complesse, una peculiare tecnica costruttiva prevedeva mattoni a cuneo, gli zoccoli, elementi maiolicati monocromatici che, in colori assortiti, assolvevano a funzioni statiche, di impermeabilizzazione e, in virtù della loro disposizione, decorative. Tra i centri di produzione ceramica siciliani Burgio, Caltagirone, Santo Stefano di Camastra, Naso, Collesano e Gangivecchio risultano fornitori di zoccoli. Sono state rintracciate e localizzate su una mappa sessanta cuspidi edificate impiegandoli. La più antica traccia documentale dell’impiego di zoccoli in Sicilia risale al 1579 e riguarda una fornitura per la chiesa di S. Giacomo di Collesano. La più recente realizzazione invece risulta essere la chiesa di Borgo Giuliano, costruita entro il 1940 e oggi in stato di rudere. Gli zoccoli sono mattoni che presentano una testa curva ad una estremità e, verso l’estremità opposta, una rastremazione che gli conferisce una caratteristica sagoma a cuneo o a tronco di piramide. Le cuspidi dei campanili erano elevate murando con malta gli zoccoli, su ricorsi via via a sbalzo verso l’interno, a giacitura orizzontale e a giunti verticali sfalsati. In genere un elemento terminale lapideo conclude la cuspide. Nell’impiego in Architettura, alle consuete cause di degrado degli elementi ceramici si sommano quelle tipiche dei manufatti edilizi, esposti agli agenti atmosferici. Per la diagnosi delle cause di degrado e i conseguenti interventi di conservazione e restauro, non devono quindi essere presi in considerazione i singoli elementi ceramici ma il manufatto architettonico. Quando gli elementi in ceramica sono chiamati ad adempiere a compiti anche strutturali è necessario poi valutare il comportamento statico della struttura in modo da garantirne la sicurezza.
spires, majolica, architecture, bricks, polychromy
campanili, maiolica, architettura, mattoni, policromia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/649209
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