Sviluppo locale, equità spaziale, nuove opportunità di vita e di lavoro: sono questi gli obiettivi da raggiungere per promuovere i territori marginali dell’osso montano e interno (Rossi-Doria, 2005; Sommella e Viganoni, 1997), che, pur dotati di notevoli potenzialità di sviluppo – siano esse turistiche, agricole, idriche o energetiche – pagano con il calo demografico, naturale e migratorio, il prezzo dell’incapacità di avvio di iniziative tese a una crescita economica evidente nei servizi, nella qualità della vita, nell’attaccamento al proprio luogo di origine, con azioni di resilienza e di creatività volte al potenziamento di un singolo settore produttivo o addirittura di vere e proprie filiere di imprese diversificate. Il capitale di risorse di questi territori individuati con termini negativi quali “marginali” e “abbandonati” è enorme e l’acquisizione di questa consapevolezza conduce alla ricerca di strategie valide di valorizzazione atte a trattenere i giovani nei loro luoghi, con posti di lavoro e servizi che rendano “bello” il viverci, proprio lì dove si è cresciuti, nella tranquillità e nel silenzio, lontani dalla congestione e dall’inquinamento delle aree urbane costiere. L’isolamento non deve essere visto solo sotto la lente deformante della negatività, ma anche sotto la luce positiva dell’integrità dei paesaggi, delle vocazioni territoriali e delle tradizioni che sono stati preservati in tutte le loro peculiarità. In questo saggio l’attenzione è stata rivolta a quella parte del territorio ennese considerata dalla SNAI 2021-2027 area interna e che da sempre, pur con la sua suggestiva identità culturale e ambientale, è stata ed è ancora pressocché sconosciuta
Fattori di sviluppo locally based nell'area interna di Troina: dalle "aree tranquille" alla bioagricoltura sociale, dalla biodiversità alimentare ai borghi storici.
SORBELLO M.Primo
;ARENA G.Secondo
2024-01-01
Abstract
Sviluppo locale, equità spaziale, nuove opportunità di vita e di lavoro: sono questi gli obiettivi da raggiungere per promuovere i territori marginali dell’osso montano e interno (Rossi-Doria, 2005; Sommella e Viganoni, 1997), che, pur dotati di notevoli potenzialità di sviluppo – siano esse turistiche, agricole, idriche o energetiche – pagano con il calo demografico, naturale e migratorio, il prezzo dell’incapacità di avvio di iniziative tese a una crescita economica evidente nei servizi, nella qualità della vita, nell’attaccamento al proprio luogo di origine, con azioni di resilienza e di creatività volte al potenziamento di un singolo settore produttivo o addirittura di vere e proprie filiere di imprese diversificate. Il capitale di risorse di questi territori individuati con termini negativi quali “marginali” e “abbandonati” è enorme e l’acquisizione di questa consapevolezza conduce alla ricerca di strategie valide di valorizzazione atte a trattenere i giovani nei loro luoghi, con posti di lavoro e servizi che rendano “bello” il viverci, proprio lì dove si è cresciuti, nella tranquillità e nel silenzio, lontani dalla congestione e dall’inquinamento delle aree urbane costiere. L’isolamento non deve essere visto solo sotto la lente deformante della negatività, ma anche sotto la luce positiva dell’integrità dei paesaggi, delle vocazioni territoriali e delle tradizioni che sono stati preservati in tutte le loro peculiarità. In questo saggio l’attenzione è stata rivolta a quella parte del territorio ennese considerata dalla SNAI 2021-2027 area interna e che da sempre, pur con la sua suggestiva identità culturale e ambientale, è stata ed è ancora pressocché sconosciutaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.