The contribution encourages us to think about archipelagic imagery as a living metaphor for interpreting increasingly and inexorably 'connective' scenarios and contexts. The island/land/sea polarity has historically guided the development of binary and dichotomous thinking based on opposites. This relationship has emphasized relationship and knowledge models based on differences and subordination, defining perspectives that are still strongly ethnocentric, asymmetrical, and conflictual. The metaphor of archipelago, on the other hand, enables us to destabilize the field of the educational relationship by disrupting the categories of singularity, isolation, dependency, and peripherality. The archipelago valorizes mobile, multiple dynamic forms of interconnection in terms of reciprocal connectivity, offering a model of a world 'in process' constituted by an irreducible plurality, acting as an antidote to the rhetoric of simplification. The article investigates new cultural geographies that allow for the exercise of reflection and representational spaces capable of rejecting the idea of a totalitarian root and the drive for a universal identity; that promote a wandering, relational, dialectical thought capable of deconstructing and deconstructing conceptual compactness and generating new forms of identity. How can archipelagic thinking, or "thinking with and through the archipelago," alter our perspectives on the world and educational relationships?

Il contributo invita a considerare l’immaginario arcipelagico quale metafora viva per interpretare scenari e contesti sempre più e inevitabilmente “connettivi”. La polarità isola/terra e mare ha tradizionalmente orientato la costruzione di un pensiero binario e dicotomico costruito sugli opposti. Questo rapporto ha enfatizzato modelli di relazione e di conoscenza basati sulle differenze e sulla subordinazione, delineando prospettive ancora fortemente etnocentriche, asimmetriche e conflittuali. La metafora dell’arcipelago consente, invece, di destabilizzare il campo della relazione educativa, scombina le categorie di singolarità, di isolamento, di dipendenza e perifericità. L’arcipelago valorizza, in termini di connettività reciproca, forme dinamiche mobili, multiple di interconnessione, offrendo un modello di mondo “in processo” costituito da una irriducibile pluralità, ponendosi come un antidoto alle retoriche della semplificazione. L’articolo esplora nuove geografie culturali che consentano l’esercizio di spazi di riflessione e rappresentazioni in grado di rifiutare l’idea di una radice totalitaria, e la pulsione di un identitario universale; che promuovano un pensiero dell’erranza, relazionale, dialettico, capace di destrutturare e decostruire le compattezze concettuali e generare nuove forme d’identità. Come può il pensare arcipelagico, ovvero il “pensare con e attraverso l’arcipelago” trasformare il modo in cui pensiamo il mondo e le relazioni educative?

L’arcipelago come archetipo culturale. Rappresentazioni e immaginari educativi

Giambattista Bufalino
Primo
2025-01-01

Abstract

The contribution encourages us to think about archipelagic imagery as a living metaphor for interpreting increasingly and inexorably 'connective' scenarios and contexts. The island/land/sea polarity has historically guided the development of binary and dichotomous thinking based on opposites. This relationship has emphasized relationship and knowledge models based on differences and subordination, defining perspectives that are still strongly ethnocentric, asymmetrical, and conflictual. The metaphor of archipelago, on the other hand, enables us to destabilize the field of the educational relationship by disrupting the categories of singularity, isolation, dependency, and peripherality. The archipelago valorizes mobile, multiple dynamic forms of interconnection in terms of reciprocal connectivity, offering a model of a world 'in process' constituted by an irreducible plurality, acting as an antidote to the rhetoric of simplification. The article investigates new cultural geographies that allow for the exercise of reflection and representational spaces capable of rejecting the idea of a totalitarian root and the drive for a universal identity; that promote a wandering, relational, dialectical thought capable of deconstructing and deconstructing conceptual compactness and generating new forms of identity. How can archipelagic thinking, or "thinking with and through the archipelago," alter our perspectives on the world and educational relationships?
2025
9791255683087
Il contributo invita a considerare l’immaginario arcipelagico quale metafora viva per interpretare scenari e contesti sempre più e inevitabilmente “connettivi”. La polarità isola/terra e mare ha tradizionalmente orientato la costruzione di un pensiero binario e dicotomico costruito sugli opposti. Questo rapporto ha enfatizzato modelli di relazione e di conoscenza basati sulle differenze e sulla subordinazione, delineando prospettive ancora fortemente etnocentriche, asimmetriche e conflittuali. La metafora dell’arcipelago consente, invece, di destabilizzare il campo della relazione educativa, scombina le categorie di singolarità, di isolamento, di dipendenza e perifericità. L’arcipelago valorizza, in termini di connettività reciproca, forme dinamiche mobili, multiple di interconnessione, offrendo un modello di mondo “in processo” costituito da una irriducibile pluralità, ponendosi come un antidoto alle retoriche della semplificazione. L’articolo esplora nuove geografie culturali che consentano l’esercizio di spazi di riflessione e rappresentazioni in grado di rifiutare l’idea di una radice totalitaria, e la pulsione di un identitario universale; che promuovano un pensiero dell’erranza, relazionale, dialettico, capace di destrutturare e decostruire le compattezze concettuali e generare nuove forme d’identità. Come può il pensare arcipelagico, ovvero il “pensare con e attraverso l’arcipelago” trasformare il modo in cui pensiamo il mondo e le relazioni educative?
Archipelago; connectivity; educational relationship; island
Arcipelago; connettività; relazioni educative; isole
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/676909
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