La collezione di arti decorative del Museo Civico di Castello Ursino di Catania. Indagini per una nuova valorizzazione

The investigation carried out in the storerooms of the Civic Museum of Castello Ursino in Catania during the three years of research was based first and foremost on a thorough reconnaissance of decorative art artefacts, attributable to the period between the 15th and 18th centuries. In fact, the work stems from the need to fill a gap in the panorama of Sicilian historiography on this subject as, until now, there were few known objects, investigated in isolation in relation to their considerable historical-artistic interest but unfortunately lacking an organic collector's collection. Through a diversified and simultaneous use of sources, the provenance of many artefacts in the Civic Museum of Catania, still without a collector's identification, was traced, namely that of Ignazio Paternò Castello V Prince of Biscari and the Benedictine Fathers of Catania. There were in fact two main documents from which the initial work of identifying the provenances proceeded: the inventory of the Biscari Museum drawn up in 1844 - the transcription of which was carried out by Stefania Pafumi - which proved to be an extraordinary starting point, and the Verbali di cessione (minutes of transfer), drawn up in 1868 following the confiscation of the Monastery of San Nicolò l'Arena due to the laws suppressing religious orders and congregations. This preliminary phase of study and reorganisation was the starting point for the creation of a catalogue, consisting of reasoned cards.

L’indagine svolta all’interno dei depositi del Museo civico di Castello Ursino di Catania, effettuata durante i tre anni di ricerca, si è basata prima di tutto su una capillare ricognizione dei manufatti di arte decorativa, ascrivibili al periodo compreso tra il Quattrocento e il Settecento. Il lavoro infatti nasce dall’esigenza di colmare un vuoto nel panorama della storiografia siciliana su questo argomento in quanto fino ad oggi, pochi erano gli oggetti noti, indagati isolatamente in relazione al loro notevole interesse storico-artistico ma privi purtroppo di un’organicità d’insieme collezionistico. Attraverso un uso diversificato e simultaneo delle fonti si è rintracciata la provenienza di molti manufatti del Museo civico catanese, ancora oggi senza un’identificazione collezionistica, ossia quella relativa a Ignazio Paternò Castello V Principe di Biscari e dei Padri Benedettini di Catania. Due, infatti, sono stati principalmente i documenti da cui l’iniziale lavoro di identificazione delle provenienze è proceduto: l’inventario del Museo Biscari redatto nel 1844 - la cui trascrizione è stata eseguita ad opera di Stefania Pafumi – rivelatosi uno straordinario punto di partenza e i Verbali di cessione, redatti nel 1868 in seguito alla confisca del Monastero di San Nicolò l’Arena dovuta alle leggi di soppressione degli ordini e delle congregazioni religiose. Tale fase preliminare di studio e riordino è stato il punto di partenza per la realizzazione di un catalogo, costituito da schede ragionate per la costituzione di un catalogo.