Il mondo in cui l’essere umano vive, il mondo macroscopico, è costituito da “enti” di cui ne è percepita una forma, e sebbene le apparenze, non è immobile, non è massivo, ma è mutevole. Ogni “oggetto” è frutto dell’aggregazione e disgregazione di sostanze infinite di numero, gli atomi, che seppur non percepibili alla vista determinano forme e volumi di ogni ordine e grandezza. Da tale riflessione e dall’interesse verso una cultura architettonica altra, quella giapponese, è stato studiato e sperimentato un sistema architettonico costituito dall’aggregazione di componenti elementari, a micro- e macro-scala. Definita tramite ciò che l’architetto giapponese Kengo Kuma indica con il termine “particlizing” e che è possibile tradurre nella specifica azione di rendere astratto il materiale e di semplificarlo in componenti elementari, la spazialità ottenuta è quella per cui la “sostanza” è frammentata. Il conseguente equilibrio tra vuoti e pieni permette allo sguardo di addentrarsi all'interno dello spessore e al contempo di resisterne. Privilegiando la dimensione dell’orizzonte, sono creati spazi intermedi, spazi sospesi "tra", spazi frammentati, bordi multipli. Gli elementi che compongono tale spazialità sono privi di alcuna gerarchia e, il caleidoscopio di particelle è controllato dalla dimensione delle singole parti, dalla loro reciproca distanza. Sottendono tale figurazione, diversi principi della tradizione architettonica nipponica: i termini Ma, Oku, Miegakure, Komorebi.
The particlizing of matter between order and chaos. Analisi e sperimentazione
Nicolosi Grazia Maria
2024-01-01
Abstract
Il mondo in cui l’essere umano vive, il mondo macroscopico, è costituito da “enti” di cui ne è percepita una forma, e sebbene le apparenze, non è immobile, non è massivo, ma è mutevole. Ogni “oggetto” è frutto dell’aggregazione e disgregazione di sostanze infinite di numero, gli atomi, che seppur non percepibili alla vista determinano forme e volumi di ogni ordine e grandezza. Da tale riflessione e dall’interesse verso una cultura architettonica altra, quella giapponese, è stato studiato e sperimentato un sistema architettonico costituito dall’aggregazione di componenti elementari, a micro- e macro-scala. Definita tramite ciò che l’architetto giapponese Kengo Kuma indica con il termine “particlizing” e che è possibile tradurre nella specifica azione di rendere astratto il materiale e di semplificarlo in componenti elementari, la spazialità ottenuta è quella per cui la “sostanza” è frammentata. Il conseguente equilibrio tra vuoti e pieni permette allo sguardo di addentrarsi all'interno dello spessore e al contempo di resisterne. Privilegiando la dimensione dell’orizzonte, sono creati spazi intermedi, spazi sospesi "tra", spazi frammentati, bordi multipli. Gli elementi che compongono tale spazialità sono privi di alcuna gerarchia e, il caleidoscopio di particelle è controllato dalla dimensione delle singole parti, dalla loro reciproca distanza. Sottendono tale figurazione, diversi principi della tradizione architettonica nipponica: i termini Ma, Oku, Miegakure, Komorebi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.