Il Pacifismo e Danilo Dolci. Storia e genesi di (im)politico

Danilo Dolci is best known for the pedagogical nature of his thought, whose most famous contributions appeared between the 1970s and the 1990s. However, the path of the mobilizations that started in Sicily in the 1950s meets a reflection on democracy and the need to complete the democratization process of the newly-born Italian Republic. This path contains the genesis of a core of political reflections that represent a fundamental premise for the subsequent developments of his "thought-action". The sense of this work is not to deny Dolci's pedagogical dimension but to recover its political, which seems to be the most neglected so far. To bring out the political nature of this "thought-action", a turning point in the way of approaching a historical object that contains a very close link between the events to be reconstructed historically and the doctrines we call political is required: the reconstruction, which uses archival and historiographical material, therefore proceeds using the categories of bottom-up democracy and "impolitico" (Esposito, 1989) but, at the same time, reflects on the relationship between pacifism and nonviolence. For this reason, the work is structured into four chapters: the first deals with clarifying the relationship between Pacifism and Nonviolence by essentially reconstructing the so-called war-and-peace-debate; the second chapter, on the other hand, carries out an in-depth reconnaissance of the bibliography on Dolci highlighting the main trends and interpretations; the third chapter deals with reconstructing a political history of Danilo Dolci's experience from 1956 to 1973, between these two years some symbolic moments of Dolci's parabola are identified and analyzed; finally, the fourth and last chapter is dedicated to establishing the main elements of a core of political thought that emphasize the key doctrines of popular self-analysis, democratic planning, and peace.

Danilo Dolci è noto soprattutto per la cifra pedagogica del suo pensiero i cui contributi più famosi sono stati formulati tra gli anni ’70 e ’90, tuttavia il percorso di mobilitazioni da lui inaugurato in Sicilia negli anni ’50 si innesta nell’ambito di una riflessione sulla democrazia e sull’esigenza di completare il processo di democratizzazione della neonata Repubblica italiana. In questo percorso è possibile individuare, quindi, la genesi di un nucleo di riflessioni politiche che rappresentano una premessa fondamentale ai successivi sviluppi del suo pensiero-azione. Il senso di questo lavoro non è quello di negare la dimensione pedagogica di Dolci ma di recuperarne la dimensione politica che sembra essere finora quella maggiormente trascurata. Per far emergere la politicità di questo pensiero-azione viene proposta una svolta nel modo di approcciarsi ad un oggetto storico che contiene in sé un legame molto stretto tra gli eventi da ricostruire storicamente e le dottrine che chiamiamo politiche: la ricostruzione, che utilizza materiale archivistico e storiografico, procede quindi utilizzando le categorie di partecipazione dal basso e di impolitico ma, allo stesso tempo, riflette sui rapporti tra pacifismo e nonviolenza. Per questo motivo il lavoro è strutturato in quattro capitoli: il primo si occupa di chiarire il rapporto tra Pacifismo e Nonviolenza ricostruendo essenzialmente il cosiddetto war and peace debate; nel secondo capitolo, invece, viene realizzata una ricognizione approfondita della bibliografia su Dolci evidenziando le tendenze e le interpretazioni principali; il terzo capitolo si occupa di ricostruire una storia politica dell’esperienza di Danilo Dolci dal 1956 e il 1973, tra queste due date vengono individuati e analizzati dei momenti simbolici della parabola dolciana; il quarto ed ultimo capitolo, infine, è dedicato a stabilire gli elementi principali di un nucleo di pensiero politico che valorizza le dottrine chiave di autoanalisi popolare, di pianificazione democratica e di pace.