Al manoscritto autografo 1888/1 conservato presso l’Archivio Musicale della Cappella Antoniana di Padova, è consegnata non solo una cospicua porzione della produzione di sonate per violino di Giuseppe Tartini (quella, definita da Tartini stesso, ‘piccole sonate’), ma anche le tracce di un work-in-progress concernenti sia alcuni processi compositivi, sia una concezione aperta del genere-sonata da parte dell’autore. Il manoscritto registra anzitutto, nelle sue mutazioni di veste redazionale, caratteristiche che non riguardano solo la fonte specifica, ma il pensiero musicale tartiniano in generale, evidenziando: 1) un passaggio da bella copia a copia di lavoro, sulla quale Tartini – con una grafia assai più corsiva che all’inizio della redazione del testo – riporta movimenti aggiuntivi o alternativi per sonate già trascritte, oltre che nuove sonate elaborate direttamente sul manoscritto; 2) una evidente stenografia della parte del basso, ridotta a scheletro del tutto convenzionale, fino alla sua totale omissione in più movimenti, soprattutto tra quelli aggiunti in coda a Sonate già trascritte (è un dato che corrobora la testimonianza dello stesso Tartini, sulla facoltatività del basso in queste Sonate). Nella sua fase di testo di lavoro, la fonte riporta una variegata serie di segni (simboli grafici, marche alfabetiche e numeriche) finora mai indagati nella loro funzione testuale; questi segni, in sostanza specifici della fonte, hanno funzionato da supporto a Tartini, evidentemente per organizzare di nuovo o con maggior chiarezza il testo musicale, e ad altri copisti – la cui grafia purtroppo non è facilmente identificabile – apparentemente per predisporre una nuova disposizione o una selezione dei movimenti, entro una concezione aperta della sonata. Le evidenze e le ipotesi al riguardo saranno discusse sulla base di concordanze interne alla fonte indagata, e di collazioni ad altre fonti – autografe o vicine all’autore – delle medesime sonate di Tartini, con un particolare riguardo per la complessa vicenda testuale della Sonata Br:d3.
L'intrico dei segni: semiografia specifica e processo testuale nella fonte autografa delle 'piccole sonate' di Giuseppe Tartini
MASTROPIETRO, ALESSANDRO
2014-01-01
Abstract
Al manoscritto autografo 1888/1 conservato presso l’Archivio Musicale della Cappella Antoniana di Padova, è consegnata non solo una cospicua porzione della produzione di sonate per violino di Giuseppe Tartini (quella, definita da Tartini stesso, ‘piccole sonate’), ma anche le tracce di un work-in-progress concernenti sia alcuni processi compositivi, sia una concezione aperta del genere-sonata da parte dell’autore. Il manoscritto registra anzitutto, nelle sue mutazioni di veste redazionale, caratteristiche che non riguardano solo la fonte specifica, ma il pensiero musicale tartiniano in generale, evidenziando: 1) un passaggio da bella copia a copia di lavoro, sulla quale Tartini – con una grafia assai più corsiva che all’inizio della redazione del testo – riporta movimenti aggiuntivi o alternativi per sonate già trascritte, oltre che nuove sonate elaborate direttamente sul manoscritto; 2) una evidente stenografia della parte del basso, ridotta a scheletro del tutto convenzionale, fino alla sua totale omissione in più movimenti, soprattutto tra quelli aggiunti in coda a Sonate già trascritte (è un dato che corrobora la testimonianza dello stesso Tartini, sulla facoltatività del basso in queste Sonate). Nella sua fase di testo di lavoro, la fonte riporta una variegata serie di segni (simboli grafici, marche alfabetiche e numeriche) finora mai indagati nella loro funzione testuale; questi segni, in sostanza specifici della fonte, hanno funzionato da supporto a Tartini, evidentemente per organizzare di nuovo o con maggior chiarezza il testo musicale, e ad altri copisti – la cui grafia purtroppo non è facilmente identificabile – apparentemente per predisporre una nuova disposizione o una selezione dei movimenti, entro una concezione aperta della sonata. Le evidenze e le ipotesi al riguardo saranno discusse sulla base di concordanze interne alla fonte indagata, e di collazioni ad altre fonti – autografe o vicine all’autore – delle medesime sonate di Tartini, con un particolare riguardo per la complessa vicenda testuale della Sonata Br:d3.File | Dimensione | Formato | |
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