Negli ultimi anni, lo studio della comunicazione cellulare ha avuto un notevole incremento anche grazie allo sviluppo esponenziale delle conoscenze scientifiche, supportate da nuove e sofisticate tecnologie. Ciò ha permesso di approfondire uno dei campi più affascinanti della scienza moderna inerente il funzionamento degli aspetti cognitivi della mente umana, storicamente affidato a discipline umanistiche. In effetti, le basi biofisiche e biochimiche della comunicazione cellulare e i diversi aspetti del funzionamento complesso della nostra mente, o meglio del nostro sistema integrato mente-cervello-corpo, sono stati meglio chiariti, almeno dal punto di vista morfologico, cellulare e molecolare. Secondo diversi autori, il fulcro della nostra individualità è rappresentato dall’integrazione delle informazioni che le cellule si scambiano, andando a costituire una società altamente organizzata al cui vertice è posto il sistema psichico che comunica incessantemente con il sistema nervoso, il sistema endocrino, il sistema immunitario, componenti del macro-sistema PNEI (psico-neuro-endocrino-immunitario). Questo flusso multidirezionale di informazioni elettro-magnetico-chimiche pare essere in grado di modificare l’intero sistema non solo dal punto di vista funzionale, ma anche a livello strutturale, tramite vere e proprie modificazioni geniche. Si tratta di un sistema di comunicazione molto complesso che, teoricamente, ha infinite possibilità di interazione reciproca permettendo l’estrinsecarsi dei cosiddetti fenomeni di plasticità cerebrale che sono alla base della “triade” apprendimento-memoria-adattamento. La cellula apprende, memorizza le nuove informazioni e si adatta alle mutate condizioni interne o esterne. E così, come una sorta di riflesso del microcosmo nel macrocosmo, si comporta l’uomo o la società tutta che apprendono, memorizzano le esperienze vissute e si adattano alle varie situazioni ambientali micro- o macroscopiche. Senza questi processi di memorizzazione e apprendimento, ogni essere sarebbe uguale all’altro, dipendendo esclusivamente dal proprio patrimonio genetico, senza possibilità di adattamento, evoluzione, cambiamento: cioè, senza possibilità di scelta. In quest’ottica, lo studio della memoria, che permette di ritenere un’informazione nel sistema in oggetto, assume grande rilievo e consente di meglio comprendere l’importanza degli approcci diagnostico-terapeutici non convenzionali che hanno come fulcro proprio la trasmissione delle informazioni. La dottrina omeopatica, ad esempio, sostiene che l’acqua è in qualche modo in grado di immagazzinare e veicolare informazioni elettromagnetiche alle cellule e che tale flusso informativo possa “resettare” il sistema indirizzandolo verso il corretto funzionamento. Ma l’informazione è anche alla base di tutti gli approcci orientali alla salute, considerato che agire sui “meridiani” dell’agopuntura o sui “chakra” della tradizione indiana significa permettere di regolare il flusso energetico, cioè restituire all’organismo la corretta informazione per riportare il sistema all’equilibrio. Accanto alle antiche tradizioni, lo sviluppo tecnologico degli ultimi venti anni ha dato vita ad una nuova serie di approcci all’uomo e alla salute (biorisonanza, biocibernetica, etc.) che, tramite sofisticate apparecchiature bioelettroniche, permettono di analizzare, modificare e reinviare al soggetto determinate onde elettromagnetiche. Nonostante nessuno di questi approcci possa essere in grado di carpire la complessità dell’uomo in toto, non è da sottovalutare l’importanza che viene finalmente data al messaggio elettromagnetico che affianca, o secondo alcuni coordina, il messaggio chimico. Probabilmente è eccessivo sostenere che le nuove teorie quantistiche permetteranno finalmente di svelarci “perchè siamo quello che siamo”, ma partendo dall’assunto che bisogna conoscere per comprendere, e che la sostanza è l’anticamera dell’essenza, l’osservazione/interpretazione dei fenomeni risulta essere basilare per inquadrare per lo meno un aspetto del “come siamo”.

La comunicazione nei sistemi biologici: uno scambio complesso di informazioni chimiche ed elettromagnetiche

PUZZO, DANIELA;PALMERI, Agostino
2010-01-01

Abstract

Negli ultimi anni, lo studio della comunicazione cellulare ha avuto un notevole incremento anche grazie allo sviluppo esponenziale delle conoscenze scientifiche, supportate da nuove e sofisticate tecnologie. Ciò ha permesso di approfondire uno dei campi più affascinanti della scienza moderna inerente il funzionamento degli aspetti cognitivi della mente umana, storicamente affidato a discipline umanistiche. In effetti, le basi biofisiche e biochimiche della comunicazione cellulare e i diversi aspetti del funzionamento complesso della nostra mente, o meglio del nostro sistema integrato mente-cervello-corpo, sono stati meglio chiariti, almeno dal punto di vista morfologico, cellulare e molecolare. Secondo diversi autori, il fulcro della nostra individualità è rappresentato dall’integrazione delle informazioni che le cellule si scambiano, andando a costituire una società altamente organizzata al cui vertice è posto il sistema psichico che comunica incessantemente con il sistema nervoso, il sistema endocrino, il sistema immunitario, componenti del macro-sistema PNEI (psico-neuro-endocrino-immunitario). Questo flusso multidirezionale di informazioni elettro-magnetico-chimiche pare essere in grado di modificare l’intero sistema non solo dal punto di vista funzionale, ma anche a livello strutturale, tramite vere e proprie modificazioni geniche. Si tratta di un sistema di comunicazione molto complesso che, teoricamente, ha infinite possibilità di interazione reciproca permettendo l’estrinsecarsi dei cosiddetti fenomeni di plasticità cerebrale che sono alla base della “triade” apprendimento-memoria-adattamento. La cellula apprende, memorizza le nuove informazioni e si adatta alle mutate condizioni interne o esterne. E così, come una sorta di riflesso del microcosmo nel macrocosmo, si comporta l’uomo o la società tutta che apprendono, memorizzano le esperienze vissute e si adattano alle varie situazioni ambientali micro- o macroscopiche. Senza questi processi di memorizzazione e apprendimento, ogni essere sarebbe uguale all’altro, dipendendo esclusivamente dal proprio patrimonio genetico, senza possibilità di adattamento, evoluzione, cambiamento: cioè, senza possibilità di scelta. In quest’ottica, lo studio della memoria, che permette di ritenere un’informazione nel sistema in oggetto, assume grande rilievo e consente di meglio comprendere l’importanza degli approcci diagnostico-terapeutici non convenzionali che hanno come fulcro proprio la trasmissione delle informazioni. La dottrina omeopatica, ad esempio, sostiene che l’acqua è in qualche modo in grado di immagazzinare e veicolare informazioni elettromagnetiche alle cellule e che tale flusso informativo possa “resettare” il sistema indirizzandolo verso il corretto funzionamento. Ma l’informazione è anche alla base di tutti gli approcci orientali alla salute, considerato che agire sui “meridiani” dell’agopuntura o sui “chakra” della tradizione indiana significa permettere di regolare il flusso energetico, cioè restituire all’organismo la corretta informazione per riportare il sistema all’equilibrio. Accanto alle antiche tradizioni, lo sviluppo tecnologico degli ultimi venti anni ha dato vita ad una nuova serie di approcci all’uomo e alla salute (biorisonanza, biocibernetica, etc.) che, tramite sofisticate apparecchiature bioelettroniche, permettono di analizzare, modificare e reinviare al soggetto determinate onde elettromagnetiche. Nonostante nessuno di questi approcci possa essere in grado di carpire la complessità dell’uomo in toto, non è da sottovalutare l’importanza che viene finalmente data al messaggio elettromagnetico che affianca, o secondo alcuni coordina, il messaggio chimico. Probabilmente è eccessivo sostenere che le nuove teorie quantistiche permetteranno finalmente di svelarci “perchè siamo quello che siamo”, ma partendo dall’assunto che bisogna conoscere per comprendere, e che la sostanza è l’anticamera dell’essenza, l’osservazione/interpretazione dei fenomeni risulta essere basilare per inquadrare per lo meno un aspetto del “come siamo”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/77000
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