Negli ultimi decenni, la gestione dei sedimenti fognari è diventata un problema molto importante a causa dei rilevanti problemi idraulico-ambientali ad essi connessi (Ashley et al., 2004). L’accumulo di sedimenti in fognatura può infatti determinare notevoli problemi di tipo idraulico connessi alla riduzione della capacità di portata dei canali (Gent et al., 1996) e, conseguentemente, all’aumento del rischio di allagamenti in aree urbane; può essere inoltre la causa di notevoli problemi ambientali, dovuti ad esempio alla risospensione dal fondo dei canali dei solidi e degli inquinanti ad essi associati con conseguente scarico attraverso i dispositivi di sfioro nel corso degli eventi meteorici più intensi (Fan et al., 2003). Possono inoltre aversi fenomeni di trasformazione anaerobica, legati allo stabilirsi di condizioni settiche all’interno degli accumuli di materiale solido, con la formazione ed il rilascio di sostanze tossiche e di cattivi odori. La deposizione si verifica principalmente in canali a debole pendenza, nei quali i bassi valori di portata e velocità non sono in grado di garantire adeguate capacità di trasporto solido; i depositi possono inoltre localizzarsi in vicinanza di discontinuità, quali cambi di livelletta e di geometria dei canali, e in corrispondenza di giunzioni (Ashley et al., 2004). La necessità di garantire un corretto funzionamento idraulico della rete e di migliorare la qualità delle acque sversate dagli scaricatori di piena, alla luce delle limitazioni imposte dalle normative ambientali vigenti, ha determinato una notevole spinta al miglioramento delle conoscenze teoriche e sperimentali riguardo alla provenienza e alle caratteristiche dei sedimenti fognari e riguardo ai processi di erosione, trasporto e deposizione che ne caratterizzano l’evoluzione all’interno dei diversi elementi della rete. Considerato che la formazione di depositi in rete è dovuto allo squilibrio tra l’ingresso di sedimenti in rete (provenienti dagli scarichi sanitari e dalle acque di pioggia) e la capacità propria di smaltimento della rete, sono stati individuati due approcci distinti per limitare la deposizione: il primo è di tipo preventivo e si basa sull’adozione di pratiche di controllo dei sedimenti all’origine o nei punti di accesso alla rete; il secondo è basato sulla scelta di adeguati criteri progettuali, miranti a consentire che le condizioni idrodinamiche che si instaurano in rete in tempo asciutto siano sufficienti a garantire la necessaria capacità di trasporto, e sull’adozione di operazioni periodiche di rimozione all’interno dei canali. A tal proposito, a fianco delle più comuni tecniche di rimozione meccanica, che richiedendo l’ingresso in rete di operai specializzati risultano essere troppo costose, sono state recentemente introdotte diverse tecniche automatizzate basate su principi idraulici, come il flushing (Ashley et al., 2004).

Controllo dei sedimenti nelle reti di drenaggio

CAMPISANO, Alberto Paolo
2012-01-01

Abstract

Negli ultimi decenni, la gestione dei sedimenti fognari è diventata un problema molto importante a causa dei rilevanti problemi idraulico-ambientali ad essi connessi (Ashley et al., 2004). L’accumulo di sedimenti in fognatura può infatti determinare notevoli problemi di tipo idraulico connessi alla riduzione della capacità di portata dei canali (Gent et al., 1996) e, conseguentemente, all’aumento del rischio di allagamenti in aree urbane; può essere inoltre la causa di notevoli problemi ambientali, dovuti ad esempio alla risospensione dal fondo dei canali dei solidi e degli inquinanti ad essi associati con conseguente scarico attraverso i dispositivi di sfioro nel corso degli eventi meteorici più intensi (Fan et al., 2003). Possono inoltre aversi fenomeni di trasformazione anaerobica, legati allo stabilirsi di condizioni settiche all’interno degli accumuli di materiale solido, con la formazione ed il rilascio di sostanze tossiche e di cattivi odori. La deposizione si verifica principalmente in canali a debole pendenza, nei quali i bassi valori di portata e velocità non sono in grado di garantire adeguate capacità di trasporto solido; i depositi possono inoltre localizzarsi in vicinanza di discontinuità, quali cambi di livelletta e di geometria dei canali, e in corrispondenza di giunzioni (Ashley et al., 2004). La necessità di garantire un corretto funzionamento idraulico della rete e di migliorare la qualità delle acque sversate dagli scaricatori di piena, alla luce delle limitazioni imposte dalle normative ambientali vigenti, ha determinato una notevole spinta al miglioramento delle conoscenze teoriche e sperimentali riguardo alla provenienza e alle caratteristiche dei sedimenti fognari e riguardo ai processi di erosione, trasporto e deposizione che ne caratterizzano l’evoluzione all’interno dei diversi elementi della rete. Considerato che la formazione di depositi in rete è dovuto allo squilibrio tra l’ingresso di sedimenti in rete (provenienti dagli scarichi sanitari e dalle acque di pioggia) e la capacità propria di smaltimento della rete, sono stati individuati due approcci distinti per limitare la deposizione: il primo è di tipo preventivo e si basa sull’adozione di pratiche di controllo dei sedimenti all’origine o nei punti di accesso alla rete; il secondo è basato sulla scelta di adeguati criteri progettuali, miranti a consentire che le condizioni idrodinamiche che si instaurano in rete in tempo asciutto siano sufficienti a garantire la necessaria capacità di trasporto, e sull’adozione di operazioni periodiche di rimozione all’interno dei canali. A tal proposito, a fianco delle più comuni tecniche di rimozione meccanica, che richiedendo l’ingresso in rete di operai specializzati risultano essere troppo costose, sono state recentemente introdotte diverse tecniche automatizzate basate su principi idraulici, come il flushing (Ashley et al., 2004).
2012
978-88-903223-6-5
fognature; sedimenti; controllo
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/77883
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact