Introduzione Le asfissie meccaniche violente comprendono forme di lesività caratterizzate da un impedimento alla penetrazione dell’aria nell’albero respiratorio come conseguenza di una causa esterna all’organismo di natura meccanica. In particolare quando l’asfissia è realizzata mediante occlusione degli orifizi respiratori si parla di soffocamento. In generale, indipendentemente dalla specifica modalità asfittica, è possibile individuare quattro fasi (f. inspiratoria, f. espiratoria, f. dell’apnea, f. del boccheggiamento). L’esame del cadavere, in caso di soffocamento, generalmente consente di rilevare una serie di segni sia esterni che interni nonché microscopici, caratteristici delle morti asfittiche e della modalità traumatica messa in atto per provocare l’occlusione delle vie aeree (1-4). Materiali e Metodi Un’anziana donna era rinvenuta priva di vita presso il proprio domicilio dal figlio. Dopo l’esame esterno del cadavere, il medico indicava che la morte era avvenuta per cause naturali e il P.M. dava il nulla osta alla tumulazione. Dopo qualche giorno, i parenti denunciavano la sparizione di beni preziosi, di una certa somma di denaro e delle chiavi di casa della defunta. Il P.M. disponeva nuove indagini e affidava ad altro medico legale l’incarico di esumare il cadavere per l’accertamento della causa della morte. Risultati L’esame autoptico effettuato a distanza di 12 giorni dal decesso accertava quale causa della morte l’asfissia meccanica violenta prodotta per ostruzione delle vie respiratorie (soffocamento) in seguito ad aggressione. Le lesioni riscontrate sulla vittima, lesioni ecchimotiche al volto, a livello della superficie cutanea del naso, della guancia destra, del labbro inferiore e lesione ecchimotico-escoriativa sulla superficie dorsale della mano destra, erano compatibili con l’azione diretta di un solo aggressore, con o senza la collaborazione attiva di altro per immobilizzarla. Le analisi tossicologiche escludevano l’utilizzo di sostanze ad azione narcotizzante da parte dell’aggressore/i ai fini di alterare lo stato di coscienza e minare le resistenze della vittima. Conclusioni Nel caso in esame, una indagine parziale, quale quella condotta dal medico legale che eseguì l’esame esterno, è stata fonte di errore. Soltanto l’esame autoptico eseguito secondo le raccomandazioni del G.I.P.F. è stato in grado di accertare che la causa della morte era riconducibile ad asfissia meccanica violenta prodotta per ostruzione delle vie respiratorie (soffocamento).

Morte per soffocamento accertata dopo l'esumazione

CASCIO, Orazio
2013-01-01

Abstract

Introduzione Le asfissie meccaniche violente comprendono forme di lesività caratterizzate da un impedimento alla penetrazione dell’aria nell’albero respiratorio come conseguenza di una causa esterna all’organismo di natura meccanica. In particolare quando l’asfissia è realizzata mediante occlusione degli orifizi respiratori si parla di soffocamento. In generale, indipendentemente dalla specifica modalità asfittica, è possibile individuare quattro fasi (f. inspiratoria, f. espiratoria, f. dell’apnea, f. del boccheggiamento). L’esame del cadavere, in caso di soffocamento, generalmente consente di rilevare una serie di segni sia esterni che interni nonché microscopici, caratteristici delle morti asfittiche e della modalità traumatica messa in atto per provocare l’occlusione delle vie aeree (1-4). Materiali e Metodi Un’anziana donna era rinvenuta priva di vita presso il proprio domicilio dal figlio. Dopo l’esame esterno del cadavere, il medico indicava che la morte era avvenuta per cause naturali e il P.M. dava il nulla osta alla tumulazione. Dopo qualche giorno, i parenti denunciavano la sparizione di beni preziosi, di una certa somma di denaro e delle chiavi di casa della defunta. Il P.M. disponeva nuove indagini e affidava ad altro medico legale l’incarico di esumare il cadavere per l’accertamento della causa della morte. Risultati L’esame autoptico effettuato a distanza di 12 giorni dal decesso accertava quale causa della morte l’asfissia meccanica violenta prodotta per ostruzione delle vie respiratorie (soffocamento) in seguito ad aggressione. Le lesioni riscontrate sulla vittima, lesioni ecchimotiche al volto, a livello della superficie cutanea del naso, della guancia destra, del labbro inferiore e lesione ecchimotico-escoriativa sulla superficie dorsale della mano destra, erano compatibili con l’azione diretta di un solo aggressore, con o senza la collaborazione attiva di altro per immobilizzarla. Le analisi tossicologiche escludevano l’utilizzo di sostanze ad azione narcotizzante da parte dell’aggressore/i ai fini di alterare lo stato di coscienza e minare le resistenze della vittima. Conclusioni Nel caso in esame, una indagine parziale, quale quella condotta dal medico legale che eseguì l’esame esterno, è stata fonte di errore. Soltanto l’esame autoptico eseguito secondo le raccomandazioni del G.I.P.F. è stato in grado di accertare che la causa della morte era riconducibile ad asfissia meccanica violenta prodotta per ostruzione delle vie respiratorie (soffocamento).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/86246
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