Nella ricerca svolta nel laboratorio di Scienza dei Materiali in via di Montedoro in Roma , vengono illustrati i risultati teorici e sperimentali della campagna di prove realizzata in atmosfera controllato (temperatura, pressione, pH,) che riproduce l’ambiente con cui l’armatura di acciaio è in contatto. La scelta delle condizioni di prova diviene determinante per la comprensione di quanto avviene nelle condizioni reali di lavoro, si trova ad esempio che i valori di potenziali in corrispondenza dei quali il pitting può innescarsi sono, per concentrazioni elevate di cloruri, molto più alti di quelli ottenuti dalle curve prodotte a partire da –1200 mV, la differenza tutt’altro che trascurabile è a volte dell’ordine di 400 mV; ciò indica evidentemente che per avere inizio di attacco da parte dei cloruri occorre che l’acciaio si trovi in condizioni di lavoro sensibilmente ossidanti e che pertanto la presenza di ossigeno appare indispensabile per avere inizio di attacco. Di contro l’esame dei risultati delle rilevazioni dei potenziali e delle osservazioni visive relative ai campioni esposti all’aria e all’azoto conduce a considerazioni a volte notevolmente diverse,l’attacco dei ferri in presenza di aria è avvenuto nella quasi totalità dei casi sotto il rivestimento protettivo e non sulla superficie nuda- in ambiente di azoto si è avuto invece un attacco per pitting, e perciò con rottura dello strato passivo anche se il potenziale si è sempre mantenuto a valori inferiori a – 100 mV; nel corso della prova iniziata in ambiente di azoto all’ingresso di aria corrispondeva un notevole aumento del potenziale anche per i campioni che erano già stati attaccati per pits.

On the measurement of free corrosion potential as a method of assessing the state of corrosion of reinforcing steel in concrete

PATANE', Giovanni;
1988-01-01

Abstract

Nella ricerca svolta nel laboratorio di Scienza dei Materiali in via di Montedoro in Roma , vengono illustrati i risultati teorici e sperimentali della campagna di prove realizzata in atmosfera controllato (temperatura, pressione, pH,) che riproduce l’ambiente con cui l’armatura di acciaio è in contatto. La scelta delle condizioni di prova diviene determinante per la comprensione di quanto avviene nelle condizioni reali di lavoro, si trova ad esempio che i valori di potenziali in corrispondenza dei quali il pitting può innescarsi sono, per concentrazioni elevate di cloruri, molto più alti di quelli ottenuti dalle curve prodotte a partire da –1200 mV, la differenza tutt’altro che trascurabile è a volte dell’ordine di 400 mV; ciò indica evidentemente che per avere inizio di attacco da parte dei cloruri occorre che l’acciaio si trovi in condizioni di lavoro sensibilmente ossidanti e che pertanto la presenza di ossigeno appare indispensabile per avere inizio di attacco. Di contro l’esame dei risultati delle rilevazioni dei potenziali e delle osservazioni visive relative ai campioni esposti all’aria e all’azoto conduce a considerazioni a volte notevolmente diverse,l’attacco dei ferri in presenza di aria è avvenuto nella quasi totalità dei casi sotto il rivestimento protettivo e non sulla superficie nuda- in ambiente di azoto si è avuto invece un attacco per pitting, e perciò con rottura dello strato passivo anche se il potenziale si è sempre mantenuto a valori inferiori a – 100 mV; nel corso della prova iniziata in ambiente di azoto all’ingresso di aria corrispondeva un notevole aumento del potenziale anche per i campioni che erano già stati attaccati per pits.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/87234
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