Introduzione Nel campo del diritto, ai fini dell’imputabilità e dell’applicazione di pene e misure di sicurezza, frequentemente sorge l’esigenza di determinazione dell’età anagrafica in soggetti immigrati autori di reati. A tale scopo, oltre alla valutazione dei caratteri morfo-antropometrici generali, quali la statura, il peso e lo sviluppo corporeo complessivo, con riguardo alla perimetria toracica e addominale, all’apertura delle braccia, al grado di maturazione sessuale ed altri indici (variabili durante l’accrescimento), assume particolare rilievo, a tutt’oggi, la valutazione dell’età scheletrica. Indispensabili a questo fine risultano i dati desumibili dall’esame radiologico dello scheletro, che unitamente all’esame odontostomatologico costituisce la base per la stima dell’età entro i primi 20-25 anni di vita. L’applicazione di tale metodica in soggetti di diversa provenienza, come è ben noto, può comportare margini di errore di un certo rilievo in quanto l’accrescimento è diverso nelle diverse etnie. Caso peritale Gli Autori riportano il caso di un giovane detenuto presso l’Istituto Penale per Minorenni di un capoluogo siciliano, giunto alla nostra osservazione a seguito di esecuzione di due indagini radiologiche su medesimo distretto (Rx polso sn, Rx mano sn) effettuate a breve distanza di tempo, con refertazioni differenti (età stimata 17 aa e superiore a 18 aa rispettivamente). Gli Autori hanno proceduto alla visita medico legale del giovane detenuto, con rilievo dei caratteri morfo-antropometrici generali e successivamente all’esecuzione di accertamenti strumentali ulteriori quali l’esame Rxgrafico comparativo di polsi e mani ed esame ortopantomografico. Considerazioni medico-legali Nell’ambito dell’antropologia forense, le misurazioni effettuate su individui con data di nascita incerta vengono sempre affiancate agli esami radiografici delle ossa lunghe degli arti e, soprattutto, della mano e del carpo. Fino a pochi anni fa, gli standard valutativi erano rappresentati da individui di razza bianca, per lo più Americani degli Stati Uniti ed Europei del Nord e del Centro del Continente; ma in letteratura risulta accertato che, in realtà, la maturazione scheletrica viene raggiunta attraverso fasi identiche per tutte le razze: solo le condizioni di nutrizione e lo stato socio-economico potrebbero incidere sul ritmo di ossificazione e la velocità di raggiungimento della maturità scheletrica, ma anche questa condizione è stata ampiamente superata per l’abbattimento dei confini geografici e culturali e per l’integrazione fra le varie razze. Tale orientamento si adatta al soggetto in questione, il quale ha assunto una costituzione che più si avvicina al tipo europeo in buone condizioni di nutrizione e con masse muscolari normotrofiche. L’esame clinico e antropometrico condotto sul periziando ha consentito di evidenziare caratteristiche somatiche (altezza grande cm 173.0, peso di Kg. 65.0, grande apertura degli arti superiori pari a cm 172, perimetro toracico uguale a cm 88.0), per le quali il soggetto si integra con il tipo somalo, la cui statura, in individui adulti di sesso maschile, misura in media 175.0 cm. All’esame radiografico comparato di mani e avambracci non sono stati evidenziati né i nuclei epifisari della base delle falangi, né quelli delle ossa metacarpali; in corrispondenza del radio, un’esile zona radiopaca indica la presenza di un residuo del centro epifisario inferiore; manca, al contrario, qualsiasi segno della presenza del nucleo di ossificazione epifisario inferiore ulnare. All’esame dell’ortopantomografia sono risultati ben visibili tutti i denti, compresi i terzi molari; evidenti le radici e le camere pulpari di tutti gli elementi. Come risulta dai dati della letteratura, per l’assetto genetico (il quale a sua volta determina il fenotipo) i Somali sono più simili agli Arabi o ai Caucasici, che alle popolazioni africane; ne deriva anche che il soggetto in esame ha presumibilmente raggiunto la maturità scheletrica. Tuttavia, l’esame diretto del periziando e gli elementi emersi dal colloquio non escludono che il soggetto non abbia ancora raggiunto la maggiore età. Conclusioni In definitiva, dall’esame dei dati antropometrici, delle radiografie eseguite e confrontate con le precedenti, alla luce dei dati di letteratura sull’argomento, e tenendo conto dell’influenza che le condizioni di nutrizione e lo stato socio-economico possono avere sul ritmo di ossificazione e sulla velocità di raggiungimento della maturità scheletrica, è stato possibile attribuire al soggetto l’età di circa 17-19 anni.

Accertamento dell’età biologica in immigrati clandestini

MAZZONE V.;CASCIO, Orazio
2012-01-01

Abstract

Introduzione Nel campo del diritto, ai fini dell’imputabilità e dell’applicazione di pene e misure di sicurezza, frequentemente sorge l’esigenza di determinazione dell’età anagrafica in soggetti immigrati autori di reati. A tale scopo, oltre alla valutazione dei caratteri morfo-antropometrici generali, quali la statura, il peso e lo sviluppo corporeo complessivo, con riguardo alla perimetria toracica e addominale, all’apertura delle braccia, al grado di maturazione sessuale ed altri indici (variabili durante l’accrescimento), assume particolare rilievo, a tutt’oggi, la valutazione dell’età scheletrica. Indispensabili a questo fine risultano i dati desumibili dall’esame radiologico dello scheletro, che unitamente all’esame odontostomatologico costituisce la base per la stima dell’età entro i primi 20-25 anni di vita. L’applicazione di tale metodica in soggetti di diversa provenienza, come è ben noto, può comportare margini di errore di un certo rilievo in quanto l’accrescimento è diverso nelle diverse etnie. Caso peritale Gli Autori riportano il caso di un giovane detenuto presso l’Istituto Penale per Minorenni di un capoluogo siciliano, giunto alla nostra osservazione a seguito di esecuzione di due indagini radiologiche su medesimo distretto (Rx polso sn, Rx mano sn) effettuate a breve distanza di tempo, con refertazioni differenti (età stimata 17 aa e superiore a 18 aa rispettivamente). Gli Autori hanno proceduto alla visita medico legale del giovane detenuto, con rilievo dei caratteri morfo-antropometrici generali e successivamente all’esecuzione di accertamenti strumentali ulteriori quali l’esame Rxgrafico comparativo di polsi e mani ed esame ortopantomografico. Considerazioni medico-legali Nell’ambito dell’antropologia forense, le misurazioni effettuate su individui con data di nascita incerta vengono sempre affiancate agli esami radiografici delle ossa lunghe degli arti e, soprattutto, della mano e del carpo. Fino a pochi anni fa, gli standard valutativi erano rappresentati da individui di razza bianca, per lo più Americani degli Stati Uniti ed Europei del Nord e del Centro del Continente; ma in letteratura risulta accertato che, in realtà, la maturazione scheletrica viene raggiunta attraverso fasi identiche per tutte le razze: solo le condizioni di nutrizione e lo stato socio-economico potrebbero incidere sul ritmo di ossificazione e la velocità di raggiungimento della maturità scheletrica, ma anche questa condizione è stata ampiamente superata per l’abbattimento dei confini geografici e culturali e per l’integrazione fra le varie razze. Tale orientamento si adatta al soggetto in questione, il quale ha assunto una costituzione che più si avvicina al tipo europeo in buone condizioni di nutrizione e con masse muscolari normotrofiche. L’esame clinico e antropometrico condotto sul periziando ha consentito di evidenziare caratteristiche somatiche (altezza grande cm 173.0, peso di Kg. 65.0, grande apertura degli arti superiori pari a cm 172, perimetro toracico uguale a cm 88.0), per le quali il soggetto si integra con il tipo somalo, la cui statura, in individui adulti di sesso maschile, misura in media 175.0 cm. All’esame radiografico comparato di mani e avambracci non sono stati evidenziati né i nuclei epifisari della base delle falangi, né quelli delle ossa metacarpali; in corrispondenza del radio, un’esile zona radiopaca indica la presenza di un residuo del centro epifisario inferiore; manca, al contrario, qualsiasi segno della presenza del nucleo di ossificazione epifisario inferiore ulnare. All’esame dell’ortopantomografia sono risultati ben visibili tutti i denti, compresi i terzi molari; evidenti le radici e le camere pulpari di tutti gli elementi. Come risulta dai dati della letteratura, per l’assetto genetico (il quale a sua volta determina il fenotipo) i Somali sono più simili agli Arabi o ai Caucasici, che alle popolazioni africane; ne deriva anche che il soggetto in esame ha presumibilmente raggiunto la maturità scheletrica. Tuttavia, l’esame diretto del periziando e gli elementi emersi dal colloquio non escludono che il soggetto non abbia ancora raggiunto la maggiore età. Conclusioni In definitiva, dall’esame dei dati antropometrici, delle radiografie eseguite e confrontate con le precedenti, alla luce dei dati di letteratura sull’argomento, e tenendo conto dell’influenza che le condizioni di nutrizione e lo stato socio-economico possono avere sul ritmo di ossificazione e sulla velocità di raggiungimento della maturità scheletrica, è stato possibile attribuire al soggetto l’età di circa 17-19 anni.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/87612
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