Introduzione Un uomo di nazionalità polacca era rinvenuto privo di sensi e con vistose lesioni al capo sanguinanti sul letto della camera al livello rialzato di un appartamento su due livelli in cui viveva in quanto alle dipendenze dell’anziano proprietario dello stesso. Soccorso da personale del 118, a causa del grave traumatismo cranio-encefalico riportato appariva da subito in gravi condizioni. Essendovi notizia di aggressione operata da parte di alcuni connazionali, erano effettuate immediate indagini di sopralluogo sulla scena della violenza. Nonostante il ricovero in ambiente neurochirurgico l’uomo andava incontro al decesso dopo pochi giorni. Le indagini di sopralluogo, ed in particolare lo studio delle colature e delle macchie di sangue consentivano di accertare che la vittima quando era colpita al capo si trovava distesa sul letto. Materiali e metodi Gli Autori hanno partecipato alle operazioni di sopralluogo, ed in seguito all’esame autoptico del cadavere. Il sopralluogo rilevava la presenza di numerose tracce ematiche nell’abitazione (su entrambi i livelli) e in particolare, nella stanza della vittima, sui due letti accostati, sui due cuscini e sulla testata del letto di sinistra. Quest’ultima in particolare (foto n. 1 e n. 2) presentava di spruzzi di sangue con strie filiformi con andamento obliquo (dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra). L’esame del cadavere rilevava quali sedi corporee maggiormente interessate dall’azione violenta il capo ed il torace. Al volto si è riscontrata la presenza di diffusa area ecchimotica interessante le regioni orbitarie e periorbitarie, la regione zigomatica sinistra, la regione nasale e la regione orale, con “edema a farfalla” da frattura della base cranica anteriore, riscontrata a livello dell’osso frontale in corrispondenza del tetto dell’orbita destra. In tale contesto ecchimotico erano presenti due flc rispettivamente in sede orbitaria inferiore destra e sopraciliare destra, di lunghezza cm 1,2 e cm 2,8. Molteplici lesioni di natura ecchimotica erano rilevate al torace ed all’arto superiore destro. Piccole escoriazioni in contesto ecchimotico erano rilevate alle falangi distali delle dita di entrambe le mani. Considerazioni medico-legali Le tracce di materiale ematico possono presentarsi con aspetti ampiamente variabili sulla base di numerosi fattori quali la quantità del sanguinamento e la modalità con la quale esso è avvenuto, la velocità, la natura (se macchia da schizzo o da caduta), l’altezza della caduta, l’inclinazione del piano. Non meno importanti risultano poi le caratteristiche del substrato sul quale tale materiale si raccoglie. Su una superficie scarsamente assorbente si formeranno pozze o gore, al contrario su superfici permeabili il sangue potrà essere assorbito anche in quantità cospicue; sui tessuti il materiale ematico si assorbe facilmente dando luogo a macchie o incrostazioni se trattasi di tessuti particolarmente compatti. Sulla base di peculiari caratteristiche morfologiche si possono distinguere, inoltre, tracce statiche e tracce dinamiche; le prime, prodotte dalla caduta su un piano orizzontale, presentano una forma tendenzialmente circolare e, a seconda dell’altezza della caduta della goccia, possono presentare i bordi più o meno irregolari. Maggiori sono le irregolarità, maggiore sarà l’altezza di caduta. Si parla, invece, di tracce dinamiche quando le macchie di sangue che cadono su un piano orizzontale o verticale sono animate da movimento e possiedono propria energia cinetica, queste si presentano sottoforma di spruzzi, striature o colature. Nel caso degli spruzzi, in particolare, quando l’impatto sia obliquo, assumeranno la caratteristica morfologia “a clava” o “a punto esclamativo”, aspetti tipici in grado di indicare la direzione del movimento della vittima o la direzione dalla quale proviene lo spruzzo di sangue. Per tale motivo di particolare importanza risulta la forma delle tracce ematiche a fine della ricostruzione della dinamica dell’evento delittuoso. Nel caso peritale presentato l’analisi della morfologia delle tracce ematiche rinvenute sulla testata del letto di sinistra (presenza di spruzzi di sangue con strie filiformi con andamento obliquo, dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra), ha consentito di stabilire che il sangue ha raggiunto la stessa con notevole energia cinetica e con direzione quasi orizzontale e da sinistra verso destra. Il sangue infatti durante la fase di proiezione fino al raggiungimento della superficie (testata del letto) acquisisce una energia cinetica che tende a mantenere dopo l’impatto. Le strie ematiche, pertanto risultano oblique per effetto della forza di gravità (che tende a spostarle verso il basso) e dell’energia cinetica (che tende a spostarle verso destra). E stato quindi possibile accertare che la vittima quando era colpita al volto si trovava distesa sul lato sinistro del letto. Le due grosse macchie di sangue (raccolte ematiche) rinvenute sul tessuto dei letti corrisponde alle posizioni del capo della vittima dopo l’aggressione. Le altre macchie di sangue rinvenute all’interno dell’abitazione sono state verosimilmente prodotte dall’aggressore/i imbrattato/i dal sangue proveniente dalla vittima, non risultando compatibili, per disposizione all’interno dell’appartamento, con l’ipotesi che la vittima si sia spostata dal luogo in cui è stata aggredita (letto al piano superiore). La lesività traumatica riscontrata è risultata compatibile con l’uso di mezzi di offesa naturali, risultando compatibile con la modalità, desunta dai dati circostanziali, di aggressione subita dall’uomo da connazionali all’interno della propria abitazione. Le piccole lesioni alle falangi distali delle dita delle mani del soggetto, (la cui produzione può farsi conseguire a meccanismi di strisciamento e compressione/schiacciamento) possono essersi realizzate quali “lesioni da difesa” nel tentativo della vittima di afferrare gli aggressori e/o proteggersi dai loro colpi. Conclusioni L’analisi delle tracce ematiche (morfologia, disposizione), in sede di sopralluogo, integrata coi dati provenienti dall’esame necroscopico, ha consentito in particolare di stabilire la posizione della vittima al momento dell’aggressione e che la stessa non aveva compiuto, prima di essere rinvenuta, spostamenti all’interno della casa. Tale rilievo, confrontato con le dichiarazioni dei sospetti aggressori, si è rivelato fondamentale ai fini dell’accertamento della ricostruzione dei fatti.

I dati del sopralluogo giudiziario nella ricostruzione dell’evento delittuoso

CASCIO, Orazio
2012-01-01

Abstract

Introduzione Un uomo di nazionalità polacca era rinvenuto privo di sensi e con vistose lesioni al capo sanguinanti sul letto della camera al livello rialzato di un appartamento su due livelli in cui viveva in quanto alle dipendenze dell’anziano proprietario dello stesso. Soccorso da personale del 118, a causa del grave traumatismo cranio-encefalico riportato appariva da subito in gravi condizioni. Essendovi notizia di aggressione operata da parte di alcuni connazionali, erano effettuate immediate indagini di sopralluogo sulla scena della violenza. Nonostante il ricovero in ambiente neurochirurgico l’uomo andava incontro al decesso dopo pochi giorni. Le indagini di sopralluogo, ed in particolare lo studio delle colature e delle macchie di sangue consentivano di accertare che la vittima quando era colpita al capo si trovava distesa sul letto. Materiali e metodi Gli Autori hanno partecipato alle operazioni di sopralluogo, ed in seguito all’esame autoptico del cadavere. Il sopralluogo rilevava la presenza di numerose tracce ematiche nell’abitazione (su entrambi i livelli) e in particolare, nella stanza della vittima, sui due letti accostati, sui due cuscini e sulla testata del letto di sinistra. Quest’ultima in particolare (foto n. 1 e n. 2) presentava di spruzzi di sangue con strie filiformi con andamento obliquo (dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra). L’esame del cadavere rilevava quali sedi corporee maggiormente interessate dall’azione violenta il capo ed il torace. Al volto si è riscontrata la presenza di diffusa area ecchimotica interessante le regioni orbitarie e periorbitarie, la regione zigomatica sinistra, la regione nasale e la regione orale, con “edema a farfalla” da frattura della base cranica anteriore, riscontrata a livello dell’osso frontale in corrispondenza del tetto dell’orbita destra. In tale contesto ecchimotico erano presenti due flc rispettivamente in sede orbitaria inferiore destra e sopraciliare destra, di lunghezza cm 1,2 e cm 2,8. Molteplici lesioni di natura ecchimotica erano rilevate al torace ed all’arto superiore destro. Piccole escoriazioni in contesto ecchimotico erano rilevate alle falangi distali delle dita di entrambe le mani. Considerazioni medico-legali Le tracce di materiale ematico possono presentarsi con aspetti ampiamente variabili sulla base di numerosi fattori quali la quantità del sanguinamento e la modalità con la quale esso è avvenuto, la velocità, la natura (se macchia da schizzo o da caduta), l’altezza della caduta, l’inclinazione del piano. Non meno importanti risultano poi le caratteristiche del substrato sul quale tale materiale si raccoglie. Su una superficie scarsamente assorbente si formeranno pozze o gore, al contrario su superfici permeabili il sangue potrà essere assorbito anche in quantità cospicue; sui tessuti il materiale ematico si assorbe facilmente dando luogo a macchie o incrostazioni se trattasi di tessuti particolarmente compatti. Sulla base di peculiari caratteristiche morfologiche si possono distinguere, inoltre, tracce statiche e tracce dinamiche; le prime, prodotte dalla caduta su un piano orizzontale, presentano una forma tendenzialmente circolare e, a seconda dell’altezza della caduta della goccia, possono presentare i bordi più o meno irregolari. Maggiori sono le irregolarità, maggiore sarà l’altezza di caduta. Si parla, invece, di tracce dinamiche quando le macchie di sangue che cadono su un piano orizzontale o verticale sono animate da movimento e possiedono propria energia cinetica, queste si presentano sottoforma di spruzzi, striature o colature. Nel caso degli spruzzi, in particolare, quando l’impatto sia obliquo, assumeranno la caratteristica morfologia “a clava” o “a punto esclamativo”, aspetti tipici in grado di indicare la direzione del movimento della vittima o la direzione dalla quale proviene lo spruzzo di sangue. Per tale motivo di particolare importanza risulta la forma delle tracce ematiche a fine della ricostruzione della dinamica dell’evento delittuoso. Nel caso peritale presentato l’analisi della morfologia delle tracce ematiche rinvenute sulla testata del letto di sinistra (presenza di spruzzi di sangue con strie filiformi con andamento obliquo, dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra), ha consentito di stabilire che il sangue ha raggiunto la stessa con notevole energia cinetica e con direzione quasi orizzontale e da sinistra verso destra. Il sangue infatti durante la fase di proiezione fino al raggiungimento della superficie (testata del letto) acquisisce una energia cinetica che tende a mantenere dopo l’impatto. Le strie ematiche, pertanto risultano oblique per effetto della forza di gravità (che tende a spostarle verso il basso) e dell’energia cinetica (che tende a spostarle verso destra). E stato quindi possibile accertare che la vittima quando era colpita al volto si trovava distesa sul lato sinistro del letto. Le due grosse macchie di sangue (raccolte ematiche) rinvenute sul tessuto dei letti corrisponde alle posizioni del capo della vittima dopo l’aggressione. Le altre macchie di sangue rinvenute all’interno dell’abitazione sono state verosimilmente prodotte dall’aggressore/i imbrattato/i dal sangue proveniente dalla vittima, non risultando compatibili, per disposizione all’interno dell’appartamento, con l’ipotesi che la vittima si sia spostata dal luogo in cui è stata aggredita (letto al piano superiore). La lesività traumatica riscontrata è risultata compatibile con l’uso di mezzi di offesa naturali, risultando compatibile con la modalità, desunta dai dati circostanziali, di aggressione subita dall’uomo da connazionali all’interno della propria abitazione. Le piccole lesioni alle falangi distali delle dita delle mani del soggetto, (la cui produzione può farsi conseguire a meccanismi di strisciamento e compressione/schiacciamento) possono essersi realizzate quali “lesioni da difesa” nel tentativo della vittima di afferrare gli aggressori e/o proteggersi dai loro colpi. Conclusioni L’analisi delle tracce ematiche (morfologia, disposizione), in sede di sopralluogo, integrata coi dati provenienti dall’esame necroscopico, ha consentito in particolare di stabilire la posizione della vittima al momento dell’aggressione e che la stessa non aveva compiuto, prima di essere rinvenuta, spostamenti all’interno della casa. Tale rilievo, confrontato con le dichiarazioni dei sospetti aggressori, si è rivelato fondamentale ai fini dell’accertamento della ricostruzione dei fatti.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/87613
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