Nel presente lavoro vengono descritte le condizioni di dissesto idrogeologico determinatesi sul fianco settentrionale della valle del Fiume Alcantara per l'innescarsi di un imponente movimento franoso che ha cancellato un lungo tratto della S.S.116, interrompendo il collegamento tra gli abitati di Randazzo e di S. Domenica Vittoria, e ha sbarrato l'alveo del corso d'acqua creando un invaso di circa 375.000 m3. Il monitoraggio del fenomeno durante la sua evoluzione ha permesso di verificare gli scenari di rischio che progressivamente si delineavano in relazione alle caratteristiche cinematiche del corpo di frana e di valutare i possibili interventi per la gestione dell'emergenza. Il movimento di massa, iniziato alla fine di marzo 1996 dopo un semestre di precipitazioni eccezionalmente continue ed intense, consiste in una frana complessa, caratterizzata alle quote più elevate da scorrimenti multipli rotazionali in terreni fliscioidi arenaceo-argillosi e più a valle da colate di materiali disaggregati ad alto indice di plasticità, con coinvolgimento dei sottostanti termini argillosi a giacitura caotica. L'evoluzione retrograda ha generato diverse nicchie di distacco e molteplici fratture di tensione fin quasi alla sommità del versante. Le cause predisponenti si individuano principalmente nelle scadenti caratteristiche litostrutturali primarie e nelle condizioni di tettonizzazione dei terreni del substrato, nonché nella presenza di coltri detritiche costituite da materiali sciolti eterogenei, ricollegabili a precedenti fenomeni gravitativi. L'attivazione del movimento è da attribuire agli effetti di saturazione delle coltri detritiche e dei sottostanti terreni prevalentemente pelitici ad opera delle precipitazioni meteoriche e delle abbondanti acque cedute dai termini arenacei costituenti la parte sommitale del versante. Il fenomeno franoso ha avuto inizialmente una evoluzione alquanto rapida che ha portato in pochi giorni all'occlusione dell'alveo del F. Alcantara ad opera di un corpo di frana esteso circa 2200 m; il proseguire dei processi deformativi ha determinato l'ampliarsi dell'area dissestata e la formazione di altri corpi di frana, uno dei quali ha raggiunto l'invaso creato dal precedente sbarramento

MECCANISMI E FASI EVOLUTIVE DELLA FRANA DI RANDAZZO NELL'ALTA VALLE DEL FIUME ALCANTARA (SICILIA NE)

PAPPALARDO, Giovanna
1996-01-01

Abstract

Nel presente lavoro vengono descritte le condizioni di dissesto idrogeologico determinatesi sul fianco settentrionale della valle del Fiume Alcantara per l'innescarsi di un imponente movimento franoso che ha cancellato un lungo tratto della S.S.116, interrompendo il collegamento tra gli abitati di Randazzo e di S. Domenica Vittoria, e ha sbarrato l'alveo del corso d'acqua creando un invaso di circa 375.000 m3. Il monitoraggio del fenomeno durante la sua evoluzione ha permesso di verificare gli scenari di rischio che progressivamente si delineavano in relazione alle caratteristiche cinematiche del corpo di frana e di valutare i possibili interventi per la gestione dell'emergenza. Il movimento di massa, iniziato alla fine di marzo 1996 dopo un semestre di precipitazioni eccezionalmente continue ed intense, consiste in una frana complessa, caratterizzata alle quote più elevate da scorrimenti multipli rotazionali in terreni fliscioidi arenaceo-argillosi e più a valle da colate di materiali disaggregati ad alto indice di plasticità, con coinvolgimento dei sottostanti termini argillosi a giacitura caotica. L'evoluzione retrograda ha generato diverse nicchie di distacco e molteplici fratture di tensione fin quasi alla sommità del versante. Le cause predisponenti si individuano principalmente nelle scadenti caratteristiche litostrutturali primarie e nelle condizioni di tettonizzazione dei terreni del substrato, nonché nella presenza di coltri detritiche costituite da materiali sciolti eterogenei, ricollegabili a precedenti fenomeni gravitativi. L'attivazione del movimento è da attribuire agli effetti di saturazione delle coltri detritiche e dei sottostanti terreni prevalentemente pelitici ad opera delle precipitazioni meteoriche e delle abbondanti acque cedute dai termini arenacei costituenti la parte sommitale del versante. Il fenomeno franoso ha avuto inizialmente una evoluzione alquanto rapida che ha portato in pochi giorni all'occlusione dell'alveo del F. Alcantara ad opera di un corpo di frana esteso circa 2200 m; il proseguire dei processi deformativi ha determinato l'ampliarsi dell'area dissestata e la formazione di altri corpi di frana, uno dei quali ha raggiunto l'invaso creato dal precedente sbarramento
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/93919
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact