A quasi dieci anni dalle celebri “sentenze gemelle” nn. 348 e 349 del 2007 la dinamica dei rapporti tra Corte costituzionale e Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali appare ancora segnata da una certa fluidità. Tale carattere sembra celare una persistente diffidenza del Giudice costituzionale italiano, allorché è chiamato ad integrare o, se si preferisce, a leggere il parametro costituzionale con il filtro costituito dalla giurisprudenza della Corte EDU, la cui competenza, come è noto, ai sensi dell’art. 32 della Convenzione “si estende a tutte le questioni concernenti l’interpretazione e l’applicazione della Convenzione e dei suoi Protocolli. La questione, del resto, ha acquisito sempre maggiore spessore nel momento in cui - secondo il tenore dell’art. 117, I co., novellato della l.c. n. 3/2001 - si è affermata quella nuova lettura dei rapporti tra norme interne e norme extrastatali che si fonda sulla previsione degli obblighi internazionali (oltre che dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario) quali altrettanti limiti alla potestà legislativa statale e regionale. La giurisprudenza della Corte costituzionale sembra utilizzare criteri che consentono di modulare il grado di vincolatività delle sentenze della Corte EDU.

Corte costituzionale e Corte europea dei diritti dell'uomo: un dialogo senza troppa confidenza

GIUFFRE', Felice
Writing – Original Draft Preparation
2015-01-01

Abstract

A quasi dieci anni dalle celebri “sentenze gemelle” nn. 348 e 349 del 2007 la dinamica dei rapporti tra Corte costituzionale e Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali appare ancora segnata da una certa fluidità. Tale carattere sembra celare una persistente diffidenza del Giudice costituzionale italiano, allorché è chiamato ad integrare o, se si preferisce, a leggere il parametro costituzionale con il filtro costituito dalla giurisprudenza della Corte EDU, la cui competenza, come è noto, ai sensi dell’art. 32 della Convenzione “si estende a tutte le questioni concernenti l’interpretazione e l’applicazione della Convenzione e dei suoi Protocolli. La questione, del resto, ha acquisito sempre maggiore spessore nel momento in cui - secondo il tenore dell’art. 117, I co., novellato della l.c. n. 3/2001 - si è affermata quella nuova lettura dei rapporti tra norme interne e norme extrastatali che si fonda sulla previsione degli obblighi internazionali (oltre che dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario) quali altrettanti limiti alla potestà legislativa statale e regionale. La giurisprudenza della Corte costituzionale sembra utilizzare criteri che consentono di modulare il grado di vincolatività delle sentenze della Corte EDU.
2015
978-84-608-4331-3
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