Beginning with a textual analysis of an ovidian elegy (Tristia, I, 8), translated by a very young Leopardi in 1810, the essay goes on with a recensio of other ovidian texts (translations, paraphrase, quotations) taken both from Tristia, which will return significantly in Saggio sopra gli errori popolari degli antichi (Tristia, IV, 7), and from Metamorphosis, Heroides and Fasti. In a tale written in 1809 (Il pastore e la serpe), Leopardi seems even to engage himself in an imitation of a metamorphosis (Ovid, Metamorphosis, IV, 595-597), while, in the so-called erudite works (Storia dell’astronomia dalla sua origine fino all’anno MDCCCXI, Saggio sopra gli errori popolari degli antichi, Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica), he appeals to Ovid, among others, to build his very personal (anti)-mythological universe. The research about the translation of the elegy of the exile, together with the youth corpus especially scattered with ovidian quotations, is aimed to study in depth and throw light on the very fruitful Leopardi’s relationship with the Sulmona’s poet for the influence that Ovid will have on Leopardi as an adult.

A partire da un’analisi testuale dell’elegia ovidiana (Tristia, I, 8) tradotta dal giovanissimo Leopardi nel 1810, si procederà ad una recensio degli altri luoghi ovidiani (traduzioni, parafrasi, citazioni) tratti sia dai Tristia, che torneranno significativamente nel Saggio sopra gli errori popolari degli antichi (Tristia, IV, 7) sia dalle Metamorfosi, dalle Eroidi e dai Fasti. In una favola composta nel 1809 (Il Pastore e la Serpe) Leopardi sembra addirittura cimentarsi nell’imitazione di una metamorfosi (Ovidio, Metamorfosi, IV, 595-597) mentre nei cosiddetti scritti eruditi (Storia dell’astronomia dalla sua origine fino all’anno MDCCCXI, Saggio sopra gli errori popolari degli antichi, Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica), ricorre a Ovidio, tra gli altri, per costruire il suo personalissimo universo (anti)mitologico. Lo studio della traduzione dell’elegia dell’esilio, e delle altre citazioni ovidiane disseminate nel corpus giovanile specialmente, si propone inoltre di illuminare e approfondire il fecondissimo rapporto del recanatese col poeta di Sulmona per le risonanze che questo avrà sul poeta maturo.

«Rivolgeranno omai dal mare il corso...». La traduzione di un’elegia ‘triste’ e altre risonanze ovidiane nel giovane Leopardi

GALVAGNO, Rosalba
2016-01-01

Abstract

Beginning with a textual analysis of an ovidian elegy (Tristia, I, 8), translated by a very young Leopardi in 1810, the essay goes on with a recensio of other ovidian texts (translations, paraphrase, quotations) taken both from Tristia, which will return significantly in Saggio sopra gli errori popolari degli antichi (Tristia, IV, 7), and from Metamorphosis, Heroides and Fasti. In a tale written in 1809 (Il pastore e la serpe), Leopardi seems even to engage himself in an imitation of a metamorphosis (Ovid, Metamorphosis, IV, 595-597), while, in the so-called erudite works (Storia dell’astronomia dalla sua origine fino all’anno MDCCCXI, Saggio sopra gli errori popolari degli antichi, Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica), he appeals to Ovid, among others, to build his very personal (anti)-mythological universe. The research about the translation of the elegy of the exile, together with the youth corpus especially scattered with ovidian quotations, is aimed to study in depth and throw light on the very fruitful Leopardi’s relationship with the Sulmona’s poet for the influence that Ovid will have on Leopardi as an adult.
2016
9788822264831
A partire da un’analisi testuale dell’elegia ovidiana (Tristia, I, 8) tradotta dal giovanissimo Leopardi nel 1810, si procederà ad una recensio degli altri luoghi ovidiani (traduzioni, parafrasi, citazioni) tratti sia dai Tristia, che torneranno significativamente nel Saggio sopra gli errori popolari degli antichi (Tristia, IV, 7) sia dalle Metamorfosi, dalle Eroidi e dai Fasti. In una favola composta nel 1809 (Il Pastore e la Serpe) Leopardi sembra addirittura cimentarsi nell’imitazione di una metamorfosi (Ovidio, Metamorfosi, IV, 595-597) mentre nei cosiddetti scritti eruditi (Storia dell’astronomia dalla sua origine fino all’anno MDCCCXI, Saggio sopra gli errori popolari degli antichi, Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica), ricorre a Ovidio, tra gli altri, per costruire il suo personalissimo universo (anti)mitologico. Lo studio della traduzione dell’elegia dell’esilio, e delle altre citazioni ovidiane disseminate nel corpus giovanile specialmente, si propone inoltre di illuminare e approfondire il fecondissimo rapporto del recanatese col poeta di Sulmona per le risonanze che questo avrà sul poeta maturo.
Leopardi, Ovidio, traduzione, elegia ...; Leopardi, Ovid, translation, elegy ...
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/95574
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