Che il concetto di canone, così come comunemente inteso, ovvero di conservazione e creazione di una norma, sia rigettato dalla letteratura sperimentale primonovecentesca, è cosa che si spiega da sé: una letteratura che si è posta, almeno idealmente, come pensiero di rottura e come rivoluzione in atto, una rivoluzione a suo modo sociale, difficilmente potrebbe voler conservare una summa di modelli esemplari da tramandare. Da questo punto di vista, l’avanguardia primonovecentesca si pone in una posizione di «marginalità consapevole»: si situa cioè volontariamente oltre il confine della canonicità come nel qui e ora del momento storico veniva intesa dalla cultura corrente, facendo dell’esclusione una forza, trasformando in ricchezza il fatto di non dover sottostare a schemi di prefigurazione restringenti e aspettative magniloquenti, una riscossa dal confine del mondo. Salvo poi esser entrata essa stessa nel canone ufficiale, mentre del resto a un canone specifico apparteneva comunque, un canone fatto di tipologie letterarie che nella storia della cultura hanno vissuto alternativamente epoche di canonizzazione, decanonizzazione e poi ricanonizzazione, come Ulrich Ernst ben dimostra per il genere «visuelle Poesie». Il presente saggio si occupa di indagare la presenza dei canoni "altri" che sottostanno anche oggi ai poeti che operano nell'ambito della poesia sperimentale (come E. Jandl, T. Kling, P. Waterhouse, B. Falkner, U. Draesner).

LA POESIA SPERIMENTALE CONTEMPORANEA E IL PROBLEMA DEL CANONE

SCUDERI, Vincenza
2008-01-01

Abstract

Che il concetto di canone, così come comunemente inteso, ovvero di conservazione e creazione di una norma, sia rigettato dalla letteratura sperimentale primonovecentesca, è cosa che si spiega da sé: una letteratura che si è posta, almeno idealmente, come pensiero di rottura e come rivoluzione in atto, una rivoluzione a suo modo sociale, difficilmente potrebbe voler conservare una summa di modelli esemplari da tramandare. Da questo punto di vista, l’avanguardia primonovecentesca si pone in una posizione di «marginalità consapevole»: si situa cioè volontariamente oltre il confine della canonicità come nel qui e ora del momento storico veniva intesa dalla cultura corrente, facendo dell’esclusione una forza, trasformando in ricchezza il fatto di non dover sottostare a schemi di prefigurazione restringenti e aspettative magniloquenti, una riscossa dal confine del mondo. Salvo poi esser entrata essa stessa nel canone ufficiale, mentre del resto a un canone specifico apparteneva comunque, un canone fatto di tipologie letterarie che nella storia della cultura hanno vissuto alternativamente epoche di canonizzazione, decanonizzazione e poi ricanonizzazione, come Ulrich Ernst ben dimostra per il genere «visuelle Poesie». Il presente saggio si occupa di indagare la presenza dei canoni "altri" che sottostanno anche oggi ai poeti che operano nell'ambito della poesia sperimentale (come E. Jandl, T. Kling, P. Waterhouse, B. Falkner, U. Draesner).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/95805
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