Il Ministero per i Beni Culturali italiano ha emanato nel 2010 il nuovo testo di indirizzo per la valutazione e la mitigazione della vulnerabilità sismica degli edifici tutelati (MiBAC, Circolare n. 26 del 23/07/2010 avente come oggetto Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale allineate alle nuove Norme tecniche per le costruzioni), che inquadra a livello istituzionale un problema da molto tempo in discussione nella comunità scientifica: la possibilità di operare sugli edifici antichi con il duplice obiettivo dell’incremento della sicurezza e della loro conservazione materica. Evidenziando come le Linee Guida siano frutto di un processo culturale che ha preso avvio alcuni decenni fa, la memoria prova ad analizzare la procedura metodologica in esse contenuta, il cui maggiore aspetto innovativo va individuato nel tentativo di legare la fase di conoscenza del manufatto (dal rilievo all’analisi storica, dall’analisi della tecnica costruttiva alle indagini specialistiche) a quella della verifica numerica. In questo quadro è proposta una lettura critica del cosiddetto ‘percorso della conoscenza’, individuato nel testo stesso come nodo cruciale sia per la valutazione della condizione degli edifici, sia per la definizione del progetto di restauro con miglioramento sismico. Il percorso della conoscenza illustra dettagliatamente le azioni conoscitive da porre in essere nello studio del manufatto, la cui sintesi consiste nella quantificazione del ‘livello di conoscenza’ (LC) raggiunto e nella successiva correlazione con un corrispondente ‘fattore di confidenza’ (FC). Quest’ultimo rende la verifica più cautelativa in presenza di livelli conoscitivi più bassi. Sulla base dei dati derivanti dalla sperimentazione delle Linee Guida su alcuni edifici reali, si avanzano alcune osservazioni critiche sul procedimento che collega azioni dai risultati eminentemente qualitativi (conoscenza del manufatto) a coefficienti numerici e sulla validità di tal metodo come misura dell’incertezza o della mancanza conoscitiva. Una notazione conclusiva è dedicata alla questione del progetto e all’apparente assenza nelle Linee Guida di un legame diretto tra fase conoscitiva e definizione del minimo intervento atto a garantire, oltre alla conservazione, un miglioramento della sicurezza.

La conoscenza per la conservazione. Innovazione e aspetti critici nelle "Linee guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale",

CAROCCI, CATERINA;Circo C.
2016-01-01

Abstract

Il Ministero per i Beni Culturali italiano ha emanato nel 2010 il nuovo testo di indirizzo per la valutazione e la mitigazione della vulnerabilità sismica degli edifici tutelati (MiBAC, Circolare n. 26 del 23/07/2010 avente come oggetto Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale allineate alle nuove Norme tecniche per le costruzioni), che inquadra a livello istituzionale un problema da molto tempo in discussione nella comunità scientifica: la possibilità di operare sugli edifici antichi con il duplice obiettivo dell’incremento della sicurezza e della loro conservazione materica. Evidenziando come le Linee Guida siano frutto di un processo culturale che ha preso avvio alcuni decenni fa, la memoria prova ad analizzare la procedura metodologica in esse contenuta, il cui maggiore aspetto innovativo va individuato nel tentativo di legare la fase di conoscenza del manufatto (dal rilievo all’analisi storica, dall’analisi della tecnica costruttiva alle indagini specialistiche) a quella della verifica numerica. In questo quadro è proposta una lettura critica del cosiddetto ‘percorso della conoscenza’, individuato nel testo stesso come nodo cruciale sia per la valutazione della condizione degli edifici, sia per la definizione del progetto di restauro con miglioramento sismico. Il percorso della conoscenza illustra dettagliatamente le azioni conoscitive da porre in essere nello studio del manufatto, la cui sintesi consiste nella quantificazione del ‘livello di conoscenza’ (LC) raggiunto e nella successiva correlazione con un corrispondente ‘fattore di confidenza’ (FC). Quest’ultimo rende la verifica più cautelativa in presenza di livelli conoscitivi più bassi. Sulla base dei dati derivanti dalla sperimentazione delle Linee Guida su alcuni edifici reali, si avanzano alcune osservazioni critiche sul procedimento che collega azioni dai risultati eminentemente qualitativi (conoscenza del manufatto) a coefficienti numerici e sulla validità di tal metodo come misura dell’incertezza o della mancanza conoscitiva. Una notazione conclusiva è dedicata alla questione del progetto e all’apparente assenza nelle Linee Guida di un legame diretto tra fase conoscitiva e definizione del minimo intervento atto a garantire, oltre alla conservazione, un miglioramento della sicurezza.
2016
9788869751387
architettura storica, vulnerabilità sismica, percorso della conoscenza
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