Nei giorni 20 e 28 febbraio del 1818 un rovinoso sisma scosse le pendici dell’Etna e causò numerose vittime e crolli nella città di Catania e nei paesi pedemontani. Per far fronte all’emergenza, l’amministrazione locale insediò la “commissione dei tremuoti” allo scopo di vagliare l’entità dei danni subiti dagli edifici ricadenti nel territorio nell’Intendenza catanese ed indirizzare i contributi governativi per le successive riparazioni e/o ricostruzioni. Le richieste di sovvenzione erano spesso accompagnate da relazioni tecniche in cui si descrivevano i danni e si stimavano gli interventi di riparazione. Dalla lettura critica di tali relazioni, tuttora conservate presso la sede catanese dell’Archivio di Stato, è possibile dedurre un repertorio degli interventi di mitigazione sismica suggeriti dagli ingegneri/architetti chiamati a periziare le fabbriche lesionate ma soprattutto valutare la cultura tecnica diffusa tra i professionisti operanti nella Sicilia orientale nei primi anni del XIX secolo. Alcuni interventi hanno profondamente alterato l’immagine degli edifici; altri hanno previsto la demolizione e ricostruzione delle chiusure orizzontali Nel loro insieme essi testimoniano il vigoroso apporto ottocentesco nella costruzione della città di Catania, ancora fortemente condizionata dalla lunga stagione del tardo barocco.
Cultura tecnica e sisma nella Sicilia Orientale: il terremoto del 1818
SALEMI, Angelo Maria Vincenzo Francesc;LO FARO, Alessandro
2009-01-01
Abstract
Nei giorni 20 e 28 febbraio del 1818 un rovinoso sisma scosse le pendici dell’Etna e causò numerose vittime e crolli nella città di Catania e nei paesi pedemontani. Per far fronte all’emergenza, l’amministrazione locale insediò la “commissione dei tremuoti” allo scopo di vagliare l’entità dei danni subiti dagli edifici ricadenti nel territorio nell’Intendenza catanese ed indirizzare i contributi governativi per le successive riparazioni e/o ricostruzioni. Le richieste di sovvenzione erano spesso accompagnate da relazioni tecniche in cui si descrivevano i danni e si stimavano gli interventi di riparazione. Dalla lettura critica di tali relazioni, tuttora conservate presso la sede catanese dell’Archivio di Stato, è possibile dedurre un repertorio degli interventi di mitigazione sismica suggeriti dagli ingegneri/architetti chiamati a periziare le fabbriche lesionate ma soprattutto valutare la cultura tecnica diffusa tra i professionisti operanti nella Sicilia orientale nei primi anni del XIX secolo. Alcuni interventi hanno profondamente alterato l’immagine degli edifici; altri hanno previsto la demolizione e ricostruzione delle chiusure orizzontali Nel loro insieme essi testimoniano il vigoroso apporto ottocentesco nella costruzione della città di Catania, ancora fortemente condizionata dalla lunga stagione del tardo barocco.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.