È in fase di realizzazione uno studio finalizzato alla caratterizzazione della pericolosità sismica e della risposta di sito nell’area di Augusta (SR). La zona è stata interessata, sia in tempi storici che recentemente, da una significativa attività sismica con terremoti di elevata magnitudo. Risulta quindi di particolare interesse la ricostruzione della storia sismica al sito, la valutazione delle differenti modalità di propagazione dell’energia liberata dai terremoti e la stima della risposta locale in funzione delle diverse caratteristiche geo-litologiche e strutturali. L’area di Augusta ricade all’interno del margine nord-orientale dell’avampaese ibleo. Quest’ultimo costituisce un massiccio carbonatico meso-cenozoico, con ripetute intercalazioni vulcaniche, giacente su crosta continentale africana. Nell’area sono presenti strutture ad horst e graben Plio-Pleistocenici (Mt. Tauro), orientate NW-SE e NNW-SSE, legate al sistema della Scarpata Ibleo-Maltese, che costituisce un sistema a gradinata di faglie listriche che gioca un ruolo rilevante nell’evoluzione sismotettonica dell’area. In particolare, nell’area investigata è presente una sequenza litostratigrafica costituita da una complessa alternanza di depositi sedimentari e livelli vulcanoclastici giacenti su una formazione carbonatica miocenica affiorante estesamente nell’horst di Mt. Tauro. Tale assetto geologico, caratterizzato dalla presenza di un “bedrock” ad elevata rigidità ed una sovrastante sequenza litostratigrafica permettono di evidenziare eventuali modifiche, in termini di distribuzione in frequenza ed ampiezza, che l’energia sismica registrata in superficie può subire. Inoltre è da considerare l’effetto sulle amplificazioni locali dovuto alla presenza di numerose faglie, attive e non, che possono comportarsi come guide d’onda (Lombardo et al., 2000). Lo studio si è sviluppato attraverso la preliminare valutazione della pericolosità sismica al sito, tramite la metodologia proposta da Magri et al. (1994). La ricostruzione della storia sismica al sito ha evidenziato che Augusta ha subito nel passato effetti di terremoti con intensità massima X-XI EMS-98 e che questi hanno una frequenza media di ricorrenza di circa 500 anni. I terremoti con danni gravi hanno un periodo di ritorno medio di 90 anni (Barbano et al., 2001). Sono stati raccolti i dati relativi a sondaggi meccanici profondi ubicati nell’area e di rilevamenti di superficie disponibili in letteratura (Carta Geologica, 1986) per ricostruire le varie geometrie sepolte. Sono state quindi elaborate alcune sezioni geologiche per ricostruire l’andamento in profondità del basamento in varie situazioni. Lo studio della risposta di sito si è articolato attraverso la registrazione di numerose campionature del microtremore le quali sono state analizzate mediante la tecnica dei rapporti spettrali H/V (Nakamura, 1989). I risultati ottenuti hanno permesso di evidenziare significative differenze tra i vari litotipi giacenti sul basamento, nella banda di frequenza analizzata (0.1-15 Hz). Inoltre sono in fase di installazione quattro stazioni sismiche ubicate a distanze crescenti da particolari strutture tettoniche, al fine di evidenziare eventuali differenze di risposta sismica legate al possibile effetto di canalizzazione delle onde causato dalle presenza di faglie.

Pericolosità sismica e risposte di sito nell’area di Augusta

BARBANO, Maria Serafina;LOMBARDO, Giuseppe;
2001-01-01

Abstract

È in fase di realizzazione uno studio finalizzato alla caratterizzazione della pericolosità sismica e della risposta di sito nell’area di Augusta (SR). La zona è stata interessata, sia in tempi storici che recentemente, da una significativa attività sismica con terremoti di elevata magnitudo. Risulta quindi di particolare interesse la ricostruzione della storia sismica al sito, la valutazione delle differenti modalità di propagazione dell’energia liberata dai terremoti e la stima della risposta locale in funzione delle diverse caratteristiche geo-litologiche e strutturali. L’area di Augusta ricade all’interno del margine nord-orientale dell’avampaese ibleo. Quest’ultimo costituisce un massiccio carbonatico meso-cenozoico, con ripetute intercalazioni vulcaniche, giacente su crosta continentale africana. Nell’area sono presenti strutture ad horst e graben Plio-Pleistocenici (Mt. Tauro), orientate NW-SE e NNW-SSE, legate al sistema della Scarpata Ibleo-Maltese, che costituisce un sistema a gradinata di faglie listriche che gioca un ruolo rilevante nell’evoluzione sismotettonica dell’area. In particolare, nell’area investigata è presente una sequenza litostratigrafica costituita da una complessa alternanza di depositi sedimentari e livelli vulcanoclastici giacenti su una formazione carbonatica miocenica affiorante estesamente nell’horst di Mt. Tauro. Tale assetto geologico, caratterizzato dalla presenza di un “bedrock” ad elevata rigidità ed una sovrastante sequenza litostratigrafica permettono di evidenziare eventuali modifiche, in termini di distribuzione in frequenza ed ampiezza, che l’energia sismica registrata in superficie può subire. Inoltre è da considerare l’effetto sulle amplificazioni locali dovuto alla presenza di numerose faglie, attive e non, che possono comportarsi come guide d’onda (Lombardo et al., 2000). Lo studio si è sviluppato attraverso la preliminare valutazione della pericolosità sismica al sito, tramite la metodologia proposta da Magri et al. (1994). La ricostruzione della storia sismica al sito ha evidenziato che Augusta ha subito nel passato effetti di terremoti con intensità massima X-XI EMS-98 e che questi hanno una frequenza media di ricorrenza di circa 500 anni. I terremoti con danni gravi hanno un periodo di ritorno medio di 90 anni (Barbano et al., 2001). Sono stati raccolti i dati relativi a sondaggi meccanici profondi ubicati nell’area e di rilevamenti di superficie disponibili in letteratura (Carta Geologica, 1986) per ricostruire le varie geometrie sepolte. Sono state quindi elaborate alcune sezioni geologiche per ricostruire l’andamento in profondità del basamento in varie situazioni. Lo studio della risposta di sito si è articolato attraverso la registrazione di numerose campionature del microtremore le quali sono state analizzate mediante la tecnica dei rapporti spettrali H/V (Nakamura, 1989). I risultati ottenuti hanno permesso di evidenziare significative differenze tra i vari litotipi giacenti sul basamento, nella banda di frequenza analizzata (0.1-15 Hz). Inoltre sono in fase di installazione quattro stazioni sismiche ubicate a distanze crescenti da particolari strutture tettoniche, al fine di evidenziare eventuali differenze di risposta sismica legate al possibile effetto di canalizzazione delle onde causato dalle presenza di faglie.
2001
88-900385-3-5
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/99289
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