Si tratta di tre lavori ispirati alla riflessione sui fenomeni di interferenza linguistica cui il siciliano andò incontro particolarmente in epoca normanno-sveva, periodo, com’è noto, tra i più importanti per la formazione del siciliano per l’aprirsi dell’isola all’Italia e all’Europa. Giunsero allora in Sicilia non solo normanni di Normandia e francesi di varie altre regioni della Francia, ma anche, a più ondate, gruppi di italiani settentrionali, mercanti genovesi e pisani, genti delle regioni meridionali della penisola. Le conseguenze dell’immigrazione normanna e galloromanza furono davvero profonde se, accanto ai numerosi prestiti lessicali, è possibile ancora isolare non solo taluni fenomeni che riguardano la grammatica – come l’induzione di morfema (il suff. -uni con valore diminutivo) qui oggetto di studio del secondo capitolo – ma anche fatti che si collocano più sul versante culturale, come è il caso della famosa Fata Morgana, personaggio delle leggende arturiane che, nell’area dello Stretto, è passata a indicare il singolare fenomeno di rifrazione ottica per cui gli abitanti di Reggio Calabria vedono, in certe (serene) notti d’estate, Messina capovolta nel cielo, e viceversa. A fenomeni di interferenza col toscano prima e con l’italiano dopo – finora assai poco studiati – è dedicato infine il terzo contributo, nel quale si tracciano le coordinate storico-culturali della presenza dei toscani, particolarmente pisani, nella Sicilia del Cento. Al toscano, infatti, si devono da un lato l’acquisizione di parole proprie della lingua dell’economia e persino prestiti non solo “di necessità” e “di lusso”, e dall’altro, il rafforzarsi di molti gallicismi (di qui, l’incertezza del tramite, toscano o normanno, di molti prestiti galloromanzi presenti nel siciliano), che nel toscano erano penetrati nei secoli precedenti, ben prima dell’arrivo dei normanni in Sicilia.
Fatti di interferenza linguistica e culturale in Sicilia
VALENTI, IRIDE MARIANITA
2015-01-01
Abstract
Si tratta di tre lavori ispirati alla riflessione sui fenomeni di interferenza linguistica cui il siciliano andò incontro particolarmente in epoca normanno-sveva, periodo, com’è noto, tra i più importanti per la formazione del siciliano per l’aprirsi dell’isola all’Italia e all’Europa. Giunsero allora in Sicilia non solo normanni di Normandia e francesi di varie altre regioni della Francia, ma anche, a più ondate, gruppi di italiani settentrionali, mercanti genovesi e pisani, genti delle regioni meridionali della penisola. Le conseguenze dell’immigrazione normanna e galloromanza furono davvero profonde se, accanto ai numerosi prestiti lessicali, è possibile ancora isolare non solo taluni fenomeni che riguardano la grammatica – come l’induzione di morfema (il suff. -uni con valore diminutivo) qui oggetto di studio del secondo capitolo – ma anche fatti che si collocano più sul versante culturale, come è il caso della famosa Fata Morgana, personaggio delle leggende arturiane che, nell’area dello Stretto, è passata a indicare il singolare fenomeno di rifrazione ottica per cui gli abitanti di Reggio Calabria vedono, in certe (serene) notti d’estate, Messina capovolta nel cielo, e viceversa. A fenomeni di interferenza col toscano prima e con l’italiano dopo – finora assai poco studiati – è dedicato infine il terzo contributo, nel quale si tracciano le coordinate storico-culturali della presenza dei toscani, particolarmente pisani, nella Sicilia del Cento. Al toscano, infatti, si devono da un lato l’acquisizione di parole proprie della lingua dell’economia e persino prestiti non solo “di necessità” e “di lusso”, e dall’altro, il rafforzarsi di molti gallicismi (di qui, l’incertezza del tramite, toscano o normanno, di molti prestiti galloromanzi presenti nel siciliano), che nel toscano erano penetrati nei secoli precedenti, ben prima dell’arrivo dei normanni in Sicilia.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Iride Valenti_Fatti di interferenza linguistica_2015.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione Editoriale (PDF)
Dimensione
573.98 kB
Formato
Adobe PDF
|
573.98 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.