Il parvovirus B19 (PVB19), agente etiologico della quinta malattia o eritema infettivo, è un piccolo virus a DNA associato a diverse forme morbose, tra cui l’anemia aplastica transitoria e l’aplasia midollare, tipicamente insorgenti nei bambini e nei soggetti immunodepressi. A causa del suo tropismo,rivolto nei confronti dei progenitori eritroidi e di cellule permissive in fase mitotica; risulta dubbia la possibilità che il virus potrebbe avere di infettare particolari distretti quali il sistema nervoso centrale (SNC). Di fatto, le patologie a carico del SNC associate all’infezione da PVB19 vengono raramente descritte; specie se la forma morbosa interessa soggetti immunocompetenti. Viene riportato, quindi, il caso di un’encefalite acuta, probabilmente associata a PVB19, insorta in un ragazzo di 18 anni sano, a cui è stato riscontrato DNA del virus sia a livello ematico che liquorale. Il soggetto presentava febbre, rash cutaneo e parametri ematologici tipici di un’infezione virale. L’indagine molecolare è stata eseguita mediante Real-time qPCR con l’utilizzo di sonde ad idrolisi; l’inserimento nella seduta di standard specifici (nell’ordine di 105-102), ha permesso la quantizzazione della carica virale in entrambi i campioni saggiati. Del paziente, la cui risonanza magnetica non mostrava nessun tipo di anomalia, sono pervenuti campioni seriali di liquor e siero, rispettivamente all’esordio dell’encefalopatia e ai tre giorni dopo. Entrambi i campioni di siero hanno manifestato 104 gEq/ml, tuttavia solo nel secondo prelievo di liquor è stato rilevato acido nucleico virale (103 gEq/ml). L’infezione da PVB19, inoltre, è stata confermata dalla presenza di anticorpi IgM ed IgG valutati nel primo prelievo ematico. In seguito a trattamento con immunoglobuline aspecifiche (IVIG) le condizioni del paziente sono migliorate fino alla risoluzione della patologia. Dai dati ottenuti si evince l’importanza della ricerca di PVB19 in casi di encefalite; il nostro caso clinico dimostra l’esigenza di rivalutazione dei protocolli diagnostici relativi alle manifestazioni neurologiche, soprattutto quando la diagnostica per immagini non mostra nessun tipo di anomalia. La ricerca di parvovirus B19 potrebbe chiarire l’evento scatenante o l’agente etiologico nelle forme di n.d.d., permettendo di fare diagnosi la dove il problema rimane non diagnosticato.

ENCEFALITE DA INFEZIONE ACUTA DA PARVOVIRUS B19 IN UN PAZIENTE IMMUNOCOMPETENTE

SOFIA, Vito;SCALIA, Guido
2013-01-01

Abstract

Il parvovirus B19 (PVB19), agente etiologico della quinta malattia o eritema infettivo, è un piccolo virus a DNA associato a diverse forme morbose, tra cui l’anemia aplastica transitoria e l’aplasia midollare, tipicamente insorgenti nei bambini e nei soggetti immunodepressi. A causa del suo tropismo,rivolto nei confronti dei progenitori eritroidi e di cellule permissive in fase mitotica; risulta dubbia la possibilità che il virus potrebbe avere di infettare particolari distretti quali il sistema nervoso centrale (SNC). Di fatto, le patologie a carico del SNC associate all’infezione da PVB19 vengono raramente descritte; specie se la forma morbosa interessa soggetti immunocompetenti. Viene riportato, quindi, il caso di un’encefalite acuta, probabilmente associata a PVB19, insorta in un ragazzo di 18 anni sano, a cui è stato riscontrato DNA del virus sia a livello ematico che liquorale. Il soggetto presentava febbre, rash cutaneo e parametri ematologici tipici di un’infezione virale. L’indagine molecolare è stata eseguita mediante Real-time qPCR con l’utilizzo di sonde ad idrolisi; l’inserimento nella seduta di standard specifici (nell’ordine di 105-102), ha permesso la quantizzazione della carica virale in entrambi i campioni saggiati. Del paziente, la cui risonanza magnetica non mostrava nessun tipo di anomalia, sono pervenuti campioni seriali di liquor e siero, rispettivamente all’esordio dell’encefalopatia e ai tre giorni dopo. Entrambi i campioni di siero hanno manifestato 104 gEq/ml, tuttavia solo nel secondo prelievo di liquor è stato rilevato acido nucleico virale (103 gEq/ml). L’infezione da PVB19, inoltre, è stata confermata dalla presenza di anticorpi IgM ed IgG valutati nel primo prelievo ematico. In seguito a trattamento con immunoglobuline aspecifiche (IVIG) le condizioni del paziente sono migliorate fino alla risoluzione della patologia. Dai dati ottenuti si evince l’importanza della ricerca di PVB19 in casi di encefalite; il nostro caso clinico dimostra l’esigenza di rivalutazione dei protocolli diagnostici relativi alle manifestazioni neurologiche, soprattutto quando la diagnostica per immagini non mostra nessun tipo di anomalia. La ricerca di parvovirus B19 potrebbe chiarire l’evento scatenante o l’agente etiologico nelle forme di n.d.d., permettendo di fare diagnosi la dove il problema rimane non diagnosticato.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/107165
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